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RIFORMA IMU APPRODA IN CDM

Sbalchiero: “Il capannone non è bene strumentale ma la nostra prima casa. Il Governo elimini l’IMU”.

Tra poco più di ventiquattro ore si terrà il Consiglio dei Ministri forse decisivo per la legislatura, quello sull’Imu. “E’ fondamentale che in queste ore, nel trovare la quadra sul riordino della tassazione immobiliare, il Governo esoneri dal tributo gli immobili strumentali, in quanto già tassati indirettamente attraverso il concorso al reddito d’impresa. Ad affermarlo Giuseppe Sbalchiero, Presidente regionale veneto di Confartigianato.
“La questione Imu sui capannoni è iniqua per un semplice motivo, per noi è come la prima casa –spiega il Presidente-. Secondo i nostri calcoli per via dell’Imu le imprese pagheranno complessivamente nel 2013, 491,2 milioni in più di tasse, a fronte di una loro diminuzione del 4,7% nel giro di dodici mesi. L’onere grava sulle spalle di quei pochi che sopravvivono alla crisi. C’è chi classifica i capannoni come beni strumentali, ma non lo sono. Il tornio è un bene che produce reddito e tasse, non il capannone che oltretutto, i furbi, affittano rivalendosi della maggiorazione Imu sull’affittuario”.
“Secondo un recente indagine del nostro ufficio studi –prosegue Sbalchiero-, nel corso del 2012 gli imprenditori italiani hanno pagato 9,3 miliardi di balzello sugli immobili produttivi. Abbiamo Hanno così contribuito per il 39,1% al gettito complessiva da 23,7 miliardi generato dalla tassa sulla casa l’anno scorso. Dall’abitazione principale è stato raccolto il 17% del gettito totale. Per giunta, dal gennaio scorso, l’imposta municipale sui capannoni è ancora più costosa, in seguito all’aumento automatico “da 60 a 65 del moltiplicatore da applicare alle rendite catastali per gli immobili produttivi” scattato a inizio 2013. Il prelievo dell’Imu è così salito dell’8,3%. 491,2 milioni di euro di maggiori tasse per le aziende italiane”.
“Siamo consapevoli –afferma il Presidente- che i margini di manovra sono stetti ma bisogna avere il coraggio di iniziare, ad esempio, a tassare la rendita, la rendita finanziaria, oppure recuperare e tassare pesantemente chi porta i soldi all’estero, eliminando i condoni. Non è possibile che si continui a gravare su chi ha il coraggio di fare ancora impresa in questo Paese. Purtroppo le azioni del Governo vanno nella direzione opposta come con l’applicazione della TARES (il nuovo tributo su rifiuti e servizi) che, stimiamo, provocherà un aumento medio di 26 euro per abitante, il 17,6% in più rispetto a quanto avviene con le tradizionali Tarsu e Tia. Rincari che andrebbero a sommarsi ai continui aumenti registrati in questi anni dalle tariffe dei rifiuti: tra marzo 2012 e quello scorso sono cresciute del 4,9%”. Considerando il periodo della crisi, cioè dal 2008, l’aumento è in doppia cifra: +22,1%, che diventa +56,6% negli ultimi dieci anni. Se si guarda all’Eurozona, secondo le stime del nostri Ufficio Studi le tariffe dei rifiuti sono aumentate dell’11,5% negli anni della crisi e del 32,2% negli ultimi dieci anni, a un ritmo cioè ben inferiore rispetto all’Italia”.
Per il presidente Sbalchiero “gli imprenditori non possono sopportare ulteriori aumenti di pressione fiscale, né l’incertezza su tempi e modalità di applicazione dei tributi”.