3° TRIMESTRE 2013 – MOVIMPRESE. SALDO NEGATIVO -276 IMPRESE ARTIGIANE IN VENETO (-0,2%) PERSE IN NOVE MESI 2.639 IMPRESE
Sbalchiero: “Legge Stabilità a misura di PMI altrimenti il Paese fallisce”
Veneto
- -276 imprese (-0,2%): peggior variazione percentuale delle regioni del NordEst e 3° peggior saldo in termini assoluti dopo Liguria (-395) e Piemonte (-400).
- Tengono i Servizi alla Persona +0,4%
- Cala fortemente il Trasporto -0,8%
- Tengono meglio del previsto edilizia e manifatturiero entrambi con -0,3%
Prosegue lo stillicidio di imprese artigiane in Veneto. Anche quest’anno, ed è il terzo consecutivo, il 3° trimestre non riesce a volgere in positivo il saldo della natimortalità delle imprese. Meno 0,2% la variazione percentuale rispetto al trimestre precedente, pari ad un calo di altre 276 aziende. In lieve miglioramento rispetto al -0,27% dello scorso anno ma, comunque peggio del dato nazionale fermatosi ad un -0,13% e soprattutto di segno opposto rispetto alla dinamicità delle aziende in totale che, in regione veneto, hanno registrato una crescita di 148 unità pari ad un più 0,03%. In Veneto, nei tre mesi centrali del 2013 le 1.847 iscrizioni all’Albo Imprese Artigiane non hanno retto le 2.123 cessazioni. Un calo di 276 ditte che portano il patrimonio regionale sotto quota 137mila e precisamente 136.765. Un numero che ci riporta indietro a fine anni 90.
“La natimortalità delle imprese è un dato grossolano –commenta Giuseppe Sbalchiero Presidente regionale di Confartigianato- ma importante per misurare la “temperatura” dell’artigianato. E questo nuovo calo (che ha portato la riduzione di imprese a -2.639 da inizio anno), ci dice con chiarezza che la “febbre” è altissima. Sono infatti in ulteriore crescita le cessazioni ben 2.123 in soli tre mesi. Quasi 24 al giorno! E di chi è la colpa se non di una macchina burocratica sorda e di un fisco ingordo che ci stanno spazzando via? Mi chiedo, una volta chiusa l’ultima bottega artigiana, con chi se la prenderanno dopo”?
“La Politica è chiamata a fare, una volta tanto, il suo dovere –prosegue Sbalchiero– a partire da una profonda modifica della Legge di Stabilità che porti interventi più consistenti per la ripresa, a misura di piccola impresa. Manca, ad esempio, una rapida e decisa azione di tagli alla spesa pubblica da avviare subito. E, nella consapevolezza dei limiti imposti dai conti pubblici, ci attendiamo una riduzione più incisiva del cuneo fiscale e del costo del lavoro, che abbia effetti sensibili sulla competitività delle imprese e sul reddito disponibile dei lavoratori”.
“Tutto ciò –conclude Sbalchiero- garantendo il pre requisito essenziale per ipotizzare la ripresa: la stabilità politica di questo Paese. Stabilità che ci auguriamo Governo e Parlamento impegnino correttamente per realizzare una legge di stabilità e di crescita, adeguata al difficile momento che il Paese sta attraversando”.
“La natimortalità delle imprese è un dato grossolano –commenta Giuseppe Sbalchiero Presidente regionale di Confartigianato- ma importante per misurare la “temperatura” dell’artigianato. E questo nuovo calo (che ha portato la riduzione di imprese a -2.639 da inizio anno), ci dice con chiarezza che la “febbre” è altissima. Sono infatti in ulteriore crescita le cessazioni ben 2.123 in soli tre mesi. Quasi 24 al giorno! E di chi è la colpa se non di una macchina burocratica sorda e di un fisco ingordo che ci stanno spazzando via? Mi chiedo, una volta chiusa l’ultima bottega artigiana, con chi se la prenderanno dopo”?
“La Politica è chiamata a fare, una volta tanto, il suo dovere –prosegue Sbalchiero– a partire da una profonda modifica della Legge di Stabilità che porti interventi più consistenti per la ripresa, a misura di piccola impresa. Manca, ad esempio, una rapida e decisa azione di tagli alla spesa pubblica da avviare subito. E, nella consapevolezza dei limiti imposti dai conti pubblici, ci attendiamo una riduzione più incisiva del cuneo fiscale e del costo del lavoro, che abbia effetti sensibili sulla competitività delle imprese e sul reddito disponibile dei lavoratori”.
“Tutto ciò –conclude Sbalchiero- garantendo il pre requisito essenziale per ipotizzare la ripresa: la stabilità politica di questo Paese. Stabilità che ci auguriamo Governo e Parlamento impegnino correttamente per realizzare una legge di stabilità e di crescita, adeguata al difficile momento che il Paese sta attraversando”.
Tornando ai numeri.
L’artigianato del Veneto risulta essere tra i più penalizzati dalla situazione di crisi ma, se entriamo nel merito dei singoli settori troviamo però delle novità interessanti: per quanto riguarda il manifatturiero positiva la sua tenuta in generale (-0,3%) dovuta a saldi positivi nel tessile, legno e metalmeccanica. In campo positivo anche le attività legate al turismo come la ristorazione (+1,9%). Mentre per quanto riguarda la grande famiglia dei Servizi, i segni positivi superano di gran lunga quelli negativi. Bene infatti tutto quello che va a supporto delle imprese (+0,8%) e una conferma importante viene poi dai servizi alla persona (+0,4%) che, pur in un momento di contrazione della capacità di spesa delle famiglie, vedono comunque una tenuta delle imprese.
L’artigianato del Veneto risulta essere tra i più penalizzati dalla situazione di crisi ma, se entriamo nel merito dei singoli settori troviamo però delle novità interessanti: per quanto riguarda il manifatturiero positiva la sua tenuta in generale (-0,3%) dovuta a saldi positivi nel tessile, legno e metalmeccanica. In campo positivo anche le attività legate al turismo come la ristorazione (+1,9%). Mentre per quanto riguarda la grande famiglia dei Servizi, i segni positivi superano di gran lunga quelli negativi. Bene infatti tutto quello che va a supporto delle imprese (+0,8%) e una conferma importante viene poi dai servizi alla persona (+0,4%) che, pur in un momento di contrazione della capacità di spesa delle famiglie, vedono comunque una tenuta delle imprese.