SCUOLE SPORCHE? E’ IL RISULTATO DEGLI APPALTI TRAMITE CONSIP
Rampazzo, imprese di pulizia: “Rivedere il sistema degli appalti con l’ottica del chilometro zero. In regione oltre 3mila imprese artigiane pronte a erogare servizi certificati”
“In regione Veneto operano oltre 3mila imprese di pulizia artigiane, la gran parte certificate “Impresa Affidabile” dal CSQA, in grado di soddisfare perfettamente le esigenze delle 5.462 scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di I e II grado che servono la nostra regione. Gli enti locali possono evitare la procedura CONSIP che penalizza la qualità e le nostre imprese” A dichiararlo Stefano Rampazzo, Presidente Confartigianato imprese pulizia del Veneto in merito alla questione emersa con clamore in questi giorni sulla stampa relativa alla situazione di degrado igienico e di pericolosità per la sicurezza degli alunni, per le problematiche incontrate dalla ditta esecutrice.
“Il caso deplorevole delle scuole sporche, dovrebbe servire da lezione a tutte le amministrazioni locali che si affidano al metodo Consip per aggiudicare gli appalti dei servizi alle strutture pubbliche –prosegue Rampazzo-. Quando si sceglie la via unicamente del massimo ribasso tramite il meccanismo del Consip cosa ci si illude di ottenere? Lo stesso servizio a minor costo? Per chi non lo sapesse (ma gli enti locali lo sanno benissimo), il Consip nasce per far risparmiare le amministrazioni pubbliche nell’acquisto essenzialmente di forniture di prodotti. Il metodo Consip è stato applicato anche agli appalti dei servizi, delle manutenzioni e dei lavori, in cui però la gara può celare pericolosissime insidie in termini di qualità, contratti applicati ai lavoratori, sicurezza degli stessi, tempi di esecuzione ecc”.
“Se le strutture statali (ministeri, Asl, enti statali…) sono obbligate per legge a passare dal Consip –spiega il Presidente-, non lo sono affatto gli enti locali per i servizi che hanno in gestione: sono obbligati ad avere come riferimento per le proprie gare i prezzi Consip, ma possono appaltare i servizi in autonomia. A nostro giudizio questa è la via da percorrere perché inseguire unicamente il massimo ribasso non può che portare ad un decadimento della qualità dei servizi, ancor di più se la “testa” delle aziende esecutrici non è del territorio ma risiede chissà dove. Non è così che si fa il bene della collettività – conclude – conosciamo bene le ristrettezze cui gli enti locali sono costretti ma quel poco che c’è può essere ancora ottimizzato ed il Consip non è assolutamente la strada giusta, né per la qualità del servizio, né per le problematiche di lavoro che ci sono nel territorio. Vanno invece incentivate e valorizzate le esperienze locali come quella del progetto IMPRESA AFFIDABILE. Grazie ad EBAV, abbiamo sviluppato uno standard innovativo, contenuto in una “carta” che descrive i servizi secondo i criteri della qualità, flessibilità, standards etico-comportamentali e formazione del personale nel settore delle Pulizie. Uno strumento semplice e diretto per comunicare al cliente le prestazioni delle imprese artigiane di pulizia con il quale si propone un nuovo approccio al mercato del cleaning caratterizzato da un’offerta di pulito sempre più diversificata e spesso disinteressata al rispetto dei requisiti di legge, nell’ambito di un quadro normativo sempre più rigoroso degli aspetti in materia di sicurezza e ambiente e dall’aumento delle informazioni richieste dai clienti”.
Vedi tabella
“Il caso deplorevole delle scuole sporche, dovrebbe servire da lezione a tutte le amministrazioni locali che si affidano al metodo Consip per aggiudicare gli appalti dei servizi alle strutture pubbliche –prosegue Rampazzo-. Quando si sceglie la via unicamente del massimo ribasso tramite il meccanismo del Consip cosa ci si illude di ottenere? Lo stesso servizio a minor costo? Per chi non lo sapesse (ma gli enti locali lo sanno benissimo), il Consip nasce per far risparmiare le amministrazioni pubbliche nell’acquisto essenzialmente di forniture di prodotti. Il metodo Consip è stato applicato anche agli appalti dei servizi, delle manutenzioni e dei lavori, in cui però la gara può celare pericolosissime insidie in termini di qualità, contratti applicati ai lavoratori, sicurezza degli stessi, tempi di esecuzione ecc”.
“Se le strutture statali (ministeri, Asl, enti statali…) sono obbligate per legge a passare dal Consip –spiega il Presidente-, non lo sono affatto gli enti locali per i servizi che hanno in gestione: sono obbligati ad avere come riferimento per le proprie gare i prezzi Consip, ma possono appaltare i servizi in autonomia. A nostro giudizio questa è la via da percorrere perché inseguire unicamente il massimo ribasso non può che portare ad un decadimento della qualità dei servizi, ancor di più se la “testa” delle aziende esecutrici non è del territorio ma risiede chissà dove. Non è così che si fa il bene della collettività – conclude – conosciamo bene le ristrettezze cui gli enti locali sono costretti ma quel poco che c’è può essere ancora ottimizzato ed il Consip non è assolutamente la strada giusta, né per la qualità del servizio, né per le problematiche di lavoro che ci sono nel territorio. Vanno invece incentivate e valorizzate le esperienze locali come quella del progetto IMPRESA AFFIDABILE. Grazie ad EBAV, abbiamo sviluppato uno standard innovativo, contenuto in una “carta” che descrive i servizi secondo i criteri della qualità, flessibilità, standards etico-comportamentali e formazione del personale nel settore delle Pulizie. Uno strumento semplice e diretto per comunicare al cliente le prestazioni delle imprese artigiane di pulizia con il quale si propone un nuovo approccio al mercato del cleaning caratterizzato da un’offerta di pulito sempre più diversificata e spesso disinteressata al rispetto dei requisiti di legge, nell’ambito di un quadro normativo sempre più rigoroso degli aspetti in materia di sicurezza e ambiente e dall’aumento delle informazioni richieste dai clienti”.
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