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RICETTA MADIA PER PA. “PREPENSIONAMENTI PER FAVORIRE RICAMBIO GENERAZIONALE NEL PUBBLICO IMPIEGO”

Sbalchiero: “Questo Paese ha bisogno di equità, no di nuovi privilegi”

“Una cavolata che rischia di ampliare le già enormi disparità  tra lavoratori di serie A (quelli statali) e serie B (quelli privati o imprenditori e liberi professionisti). L’Italia ha bisogno di creare maggiore equità –concetto più volte ribadito anche dal Presidente del Consiglio in occasione del discorso di insediamento- e di combattere i tanti, troppi privilegi che i dipendenti pubblici hanno rispetto a tutti gli altri lavoratori, non certo di introdurne di nuovi”. E’ la presa di posizione durissima di Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto alla recente proposta del Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia: incentivare i prepensionamenti nella Pubblica Amministrazione in modo tale da favorire i giovani.
“Se questa è la ‘ricetta’ del Governo per il pubblico impiego –prosegue il Presidente-  vogliamo cambiare lo chef! La Ministra Madia ci può spiegare per quale arcano motivo i piccoli imprenditori ed i dipendenti privati dovrebbero continuare ad andare in pensione a 67 anni (forse) e gli statali prima e, per giunta, pagare due volte per questi privilegi?
“Non si deve dimenticare infatti –denuncia Sbalchiero- che è con i soldi delle tasse del “settore market” (come lo chiama il professor Ricolfi), quello che produce e vende sul mercato merci e servizi veri, che si pagano gli stipendi dei dipendenti della pubblica amministrazione (tra i quali, è utile ricordare, ci sono anche i politici) ed anche le pensioni. Quindi non è possibile mettere sul piatto una proposta che prevede di aumentare i costi in questo modo. “E’ ora che in questo Paese si smetta di giocare con i soldi di chi produce”!
“Siamo già scesi in piazza in 60 mila il 18 febbraio scorso – minaccia Sbalchiero-, ma siamo pronti a tornarci per dire basta alle ingiustizie. Per dire basta agli sprechi. Per dire che chi paga in questo Paese siamo noi e non siamo più disposti a saldare i conti di qualcun altro a “pie di lista””.    
“Il Presidente del Consiglio Renzi –conclude Sbalchiero- lasci perdere le boutade e prosegua nell’opera avviata con il recente Decreto Legge sul lavoro. E’ con provvedienti come la semplificazione dei contratti a termine e di quelli di apprendistato, con l’elevazione da 12 a 36 mesi della durata del rapporto a tempo determinato acausale, con un più flessibile utilizzo dell’istituto del tempo determinato che si creano i posti di lavoro per i più giovani. Non certo andando ad ingrossare le fila di coloro che vivono di contributi dello Stato”.