TASI, APPELLO DI CONFARTIGIANATO VICENZA AI COMUNI PERCHÉ SIANO EVITATE STANGATE SULLE IMPRESE
Uno studio dell’associazione di categoria ne ha analizzato il possibile impatto su varie tipologie di attività, con prospettive anche pesanti
Si avvicina la scadenza per il pagamento della Tasi, la Tassa sui Servizi Indivisibili riguardante ambiti territoriali come la manutenzione o l’illuminazione delle strade. Entro maggio, infatti, le Amministrazioni comunali sono chiamate a definirne il regolamento di applicazione con le varie entità e modalità di detrazioni, mentre entro il 16 giugno i contribuenti dovrebbero provvedere al pagamento.
Il possibile impatto della “nuova” tassa sui bilanci delle imprese preoccupa non poco Confartigianato Vicenza, dopo che l’Ufficio Studi dell’associazione ha condotto un’analisi su quello che potrebbe essere il comportamento delle Amministrazioni locali. Partendo dai dati storici relativi all’applicazione dell’imposta municipale (Imu) nella provincia di Vicenza, la fissazione dell’aliquota minima o massima della Tasi risulta poco probabile: l’ipotesi più realistica è invece quella di un’aliquota tendenziale compresa tra quei due valori, come avvenuto appunto con l’Imu. Perciò Confartigianato ha calcolato un’aliquota Tasi tendenziale dell’1,9 per mille, che si tradurrebbe in un maggior prelievo complessivo sugli immobili delle imprese di 20,3milioni di euro, pari a un incremento del 18,8% rispetto al 2013. Questo ragionando, realisticamente, su un’aliquota media.
Se invece i Comuni decidessero di applicare l’aliquota Tasi base (1 per mille), il prelievo sarebbe di 8,6 milioni di euro (+8%), mentre se applicassero l’aliquota massima (3 per mille) ciò significherebbe per le imprese un incremento del prelievo sugli immobili del 32,1% (con 34,6 milioni di euro in più nelle casse comunali).
Rimanendo a livello di simulazione con una Tasi all’1,9 per mille, sarebbe semplicistico però dividere quei 20,3milioni di euro per tutte le 84mila imprese vicentine, perché molte di esse avrebbero incrementi più significativi dei 241 euro di media che ne risulterebbe. Per questo l’indagine Confartigianato ha individuato sette diversi profili aziendali, legati alle realtà artigiane e della piccola imprenditorialità, evidenziando come, ad esempio, un’attività manifatturiera con un capannone di 1400 mq arriverebbe a pagare anche fino a 995 euro in più rispetto al 2013. In conclusione, quella stessa attività imprenditoriale dal 2011 a oggi subirebbe un incremento della tassazione immobiliare che può andare dai 2.716 euro (+84,4%, nel caso di aliquota Tasi base) ai 4.043 euro (+ 125,7%, nel caso di aliquota Tasi massima).
“A fronte di queste proiezioni – commenta Virginio Piva, vicepresidente di Confartigianato Vicenza con delega alle politiche territoriali – è ovvio che monitoreremo attentamente le decisioni che i Comuni prenderanno in tema di Tasi, nuovo balzello destinato a minare ulteriormente la competitività delle imprese e del sistema Paese. E confidiamo che le Amministrazioni riescano a mitigare questa nuova stangata. Inoltre, non vorremmo che si tenesse bassa la Tasi per poi andare ad aumentare altre forme di tassazione locale, per esempio l’Irpef, per far quadrare i bilanci. Meglio sarebbe che i Comuni coprissero l’eventuale mancato introito della Tasi tagliando sulle spese della macchina amministrativa. Una revisione dei costi che le aziende sono abituate a fare per stare sul mercato, e che ora anche la sfera pubblica deve imparare a mettere in atto”.
“In questo senso – conclude Piva- apprezziamo l’impegno annunciato dal Comune di Vicenza di voler azzerare la Tasi per le imprese senza incidere sull’addizionale Irpef, ma operando sul taglio alle spese per la copertura”.