IL CONSORZIO ARTIGIANO UNIT DA VICENZA AL CILE “CONSULENTE” DELLA MINIERA ANDINA PER UN PROGETTO FORMATIVO DEDICATO AI GIOVANI TECNICI
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02/08/2006_x000D_
IL CONSORZIO ARTIGIANO UNIT DA VICENZA AL CILE "CONSULENTE" DELLA MINIERA ANDINA PER UN PROGETTO FORMATIVO DEDICATO AI GIOVANI TECNICI_x000D_
Il Consorzio UnIT dell’Assoartigiani Vicenza è stato ospite dell’Associazione Imprenditori Veneti in Cile per una vista alla miniera statale di El Teniente, prima al mondo per produzione di rame e per sviluppo sotterraneo, che impiega quasi 10mila persone l’anno e che quest’anno festeggia cento anni di attività.Il Consorzio UnIT (Unione Imprese Tecnologiche), aggregazione di aziende specializzate nelle problematiche legate a acqua, aria, freddo, calore, automazione, sicurezza, energie alternative e ambiente, ha suscitato per l’appunto l’interesse dell’Associazione Imprenditori Veneti in Cile, che intende tenere vivi i legami con la terra di origine anche collaborando sul piano economico. Il presidente dell’associazione cilena, Italo Cantele, ingegnere originario di Chiuppano, e da tempo impegnato nelle attività di assistenza tecnica alla miniera El Teniente,e un altro veneto nato in Cile nonché console onorario del suo Paese a Vicenza, Aldo Rozzi Marin, hanno chiesto a Giuseppe Sbalchiero, presidente dell’Assoartigiani vicentina, e a Giorgio Colombara, presidente di UnIT, la disponibilità a definire e sviluppare percorsi formativi per giovani tecnici cileni, da impiegare poi nell’assistenza e manutenzione dei sofisticati macchinari e impianti della miniera. Così una delegazione dell’Assoartigiani, del Consorzio UnIT (Maurizio Foralosso e Alberto Urbani, periti industriali, e il tecnico minerario Carlo Fontana), dell’Api (con il vicepresidente Mariano Rigotto), è partita alla volta delle Ande cilene accompagnata dal console Rozzi Marin.Il gruppo vicentino ha svolto un’accurata visita alla miniera, in particolare a macchinari e impianti, ai fini della stesura del progetto formativo. Prima del rientro in Italia, sono state dibattute le varie tematiche emerse con i vertici dell’Associazione cilena e ne è risultato un primo schema di progetto che è piaciuto molto anche al consigliere del ministro cileno per l’energia e le miniere incontrato appositamente. Adesso occorrerà lavorare in Italia, coinvolgendo altri partner, cercando i finanziamenti e, naturalmente, individuando gli imprenditori disposti a trasformarsi in docenti. Non è sfuggito a nessuno infatti che i giovani tecnici cileni, una volta formati, potrebbero divenire i primi e qualificati interlocutori delle imprese vicentine, magari futuri partner in terra sudamericana.