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VICENZA: SABATO 24 MAGGIO AL TEATRO OLIMPICO LA SERATA DEL “PREMIO FABER” CONFARTIGIANATO

Il trofeo andrà stavolta alla compagnia Al Castello di Foligno che presenterà “Il crogiuolo” di Arthur Miller, spettacolo con il quale si è aggiudicata il festival Maschera d’Oro 2014

Si rinnova sabato 24 maggio l’appuntamento con il Premio Faber, il riconoscimento che Confartigianato Vicenza attribuisce ai vincitori della Maschera d’Oro Fita, il concorso nazionale della prosa amatoriale che ogni anno si svolge al San Marco e che quest’anno è giunto alla sua 26ª edizione.
Com’è noto, il Premio Faber consente alla compagnia vincitrice di quella manifestazione il privilegio di potersi poi esibire, in una serata a invito, sul palcoscenico palladiano del Teatro Olimpico.
Tale onore quest’anno  toccherà alla compagnia Al Castello di Foligno, che  rappresenterà il suo applaudito allestimento de “Il crogiuolo” di Arthur Miller, opera resa con vibrante drammaticità e con l’impiego di ben diciotto interpreti. Una convincente testimonianza di “teatro civile”, quella del gruppo, che ripercorre la “caccia alle streghe” scatenatasi nel Massachusetts del Seicento e in cui l’autore simboleggia il maccartismo dell’America anni Cinquanta.
Sarà una serata particolare anche perché la manifestazione festeggia i suoi primi vent’anni:  era infatti il 27 maggio del 1995 quando, all’Olimpico, venne consegnato il primo Premio Faber Teatro promosso in occasione del Cinquantenario di fondazione dell’Associazione Artigiani della provincia di Vicenza che ricorreva proprio quell’anno.  Motivo: rivolgere attenzione e sostegno a quel mondo del teatro amatoriale che presentava – e presenta tuttora – numerosi punti di contatto con le peculiarità del lavoro e della creatività nell’artigianato.
“Punti di contatto – osserva Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza- che possono essere identificati nella capillare diffusione territoriale di entrambi, dato che proprio qui la piccola impresa e l’attività teatrale conoscono una delle più alte concentrazioni numeriche di tutta Italia; nella valenza sociale che esse possiedono; nel loro porsi come fecondo ponte fra passato e presente, fra tradizione e innovazione, forza individuale e spirito collettivo; nel loro sviluppare il senso della comunità e il suo propositivo confronto con altre culture; nel favorire, insomma, una crescita dei livelli di vita e della partecipazione alla continua nascita di nuove idee”.