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Artigianato motore dello sviluppo del nostro Paese

Ben 1600 delegati sono giunti a Roma da tutta Italia per la recente Assemblea Nazionale di Confartigianato Imprese, a riprova del peso e della rappresentatività della piccola impresa.

Tra essi non poteva mancare una nutrita delegazione veneta e una, altrettante numerosa, vicentina. Una platea a cui si sono rivolti il presidente nazionale, Marco Granelli, e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. In apertura dell’Assemblea – cui erano presenti anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e Daniela Santanchè, Ministro del Turismo – è stato letto il messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Assente per impegni internazionali, il Ministro per le Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, ha inviato un saluto ribadendo l’importanza dell’artigianato per il Paese, riconoscendone il ruolo di spina dorsale dell’intero sistema produttivo, e confermando l’attenzione del suo Dicastero per questo settore, concludendo che “È tempo di riportare al centro delle politiche chi genera profitto e chi lavora”.

LA SINTESI DEI LAVORI

Il commento vicentino

“In occasione dell’Assemblea – ha osservato il presidente Confartigianato vicentino, Gianluca Cavion – il premier ha toccato temi a noi molto cari: fiscalità, superbonus, reddito di cittadinanza. Abbiamo visto un capo del Governo deciso e che sta portando avanti le promesse elettorali con azioni concrete, e questo ci fa ben sperare. Abbiamo altresì colto serietà, voglia di fare e una prospettiva positiva, e anche questo ci fa ben sperare per il futuro del Paese. Siamo quindi fiduciosi in una svolta, questa volta reale, per il Paese, e alla quale vorremo partecipare. Per questo abbiamo apprezzato la dichiarazione di Meloni circa un approccio diverso con le rappresentanze dei ‘corpi intermedi’, di cui ha sottolineato l’importanza, per favorire una visione strategica degli interventi e superando la logica del contingente per guardare al futuro: cioè dove vogliamo andare e chi vogliamo essere come Paese”. 

“Quanto alla Manovra 2023 – ha spiegato Cavion – ne condividiamo i contenuti espansivi e attendiamo di capirne le ricadute sulle nostre imprese”; altrettanto vale per il reddito di cittadinanza, “uno strumento che ha mostrato limiti e lacune. Siamo sempre favorevoli a misure e interventi che promuovano una cittadinanza attiva e condividiamo le correzioni fatte che vanno, appunto, nella direzione di favorire l’inserimento e il reinserimento lavorativo”.  

Le richieste del mondo artigiano

L’Assemblea è stata l’occasione per chiedere al premier Giorgia Meloni attenzione all’artigianato e alle micro e piccole imprese, rimuovendo quegli ostacoli che, ha sottolineato il Presidente di Confartigianato, “troppo spesso mortificano il nostro talento e le nostre ambizioni”.

Per Granelli, infatti, “gli appesantimenti amministrativi in materia di lavoro si sommano alla Torre di Babele della legislazione fiscale: secondo la Banca Mondiale, quanto a tempi e procedure per pagare le tasse, nel 2020 l’Italia si è collocata al 128ͦ posto, ultima tra i 27 Paesi dell’Unione Europea. È difficile pagare le imposte ed è facile incorrere in errori. Inoltre, il livello di tassazione è troppo elevato: la pressione fiscale nel 2022 è stata pari al 43,8% del Pil, in aumento di 0,4 punti rispetto al 2021, e il carico fiscale che grava su cittadini e imprese è superiore di 1,9 punti rispetto alla media dell’Eurozona. In pratica, il prossimo anno pagheremo 42,2 miliardi di maggiori tasse, pari a 711 euro pro capite. Con questo divario, con questa zavorra, è difficile per noi competere sui mercati internazionali”.
“Seppur in una difficile situazione di finanza pubblica – ha aggiunto Granelli – vanno quindi indirizzate risorse a riduzione della pressione fiscale che grava su tutte le forme di lavoro, anche mediante l’armonizzazione e la parificazione delle detrazioni spettanti in relazione alle diverse tipologie di reddito. Si incentivi, inoltre, chi scommette sul proprio futuro: chi apre una nuova azienda e ancor di più chi decide di assumere, creando, quindi, valore non solo per sé stesso ma anche per i propri dipendenti. Le imprese, in questo difficile momento, hanno bisogno di avvertire il fisco come lo strumento con cui lo Stato garantisce servizi di qualità ai propri cittadini e solidarietà nei confronti dei più deboli, e non come un nemico da cui difendersi. Auspichiamo in questo senso la ripresa di un tavolo di confronto sull’avvio della riforma fiscale”.
Su tale contesto pesa anche il caro energia, che alle piccole imprese quest’anno costa 24 miliardi in più rispetto al 2021. “Un impatto enorme – ha proseguito Granelli -. Ma questo non impedisce alla micro-piccola impresa di essere motore dello sviluppo del Paese, nonostante sia addirittura considerata da alcuni la principale causa dei mali dell’economia italiana”.
Sul fronte del lavoro, Confartigianato chiede di smetterla con gli approcci ideologici, rimettendolo al centro dell’azione politica, puntando sull’apprendistato “che deve diventare il principale canale di accesso dei giovani nel mondo del lavoro, perché non è un contratto come gli altri, ma consente al giovane di crescere e formarsi in contesti nei quali la trasmissione del sapere non avviene in maniera statica”. “Crediamo – ha proseguito Granelli – nell’Alternanza Scuola Lavoro; nell’istruzione professionalizzante, sulla quale occorre un approccio nuovo che la renda non discriminatoria; in politiche attive moderne ed efficaci, che partano dai reali fabbisogni delle imprese”.

Confartigianato ha inoltre chiesto al Governo di trovare una soluzione a quelle imprese che hanno concesso lo sconto in fattura sui bonus edilizi. “A nostro parere – ha proseguito Granelli – occorre: rendere più flessibile l’impiego dei crediti; aumentare la capacità fiscale delle banche, concedendo la possibilità di utilizzare compensazioni; valutare la possibilità di prevedere un ‘compratore di ultima istanza’, a controllo pubblico. Ne va della sopravvivenza di molte imprese. Il tema dei bonus in edilizia è per noi centrale, perché garantisce uno sviluppo duraturo del Paese, perciò condividiamo la necessità che si apra un confronto costruttivo sul futuro della misura. E come diceva mio nonno, saggio artigiano, ‘Quando girano le gru, gira il Paese’”.

Gli impegni

“Nei prossimi anni vorremmo considerarci come artigiani dell’Italia, occupandocene con la stessa meticolosità, dedizione, pazienza e amore con cui un artigiano si occupa dei suoi prodotti”. Con queste parole il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è rivolta all’Assemblea.Il Premier Meloni ha risposto punto per punto alla relazione del Presidente di Confartigianato Marco Granelli, il quale ha offerto la forza degli artigiani e delle micro e piccole imprese quali “costruttori di futuro” anche per le nuove generazioni, confidando in un nuovo patto di fiducia tra lo Stato e le imprese, per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese”.

Documenti

Per un resoconto completo sull’Assemblea (con tanto di analisi del comparto a cura dell’Ufficio Studi Nazionale e del ‘Radar Artigiano’ a cura di Confartigianato-Censis “L’Italia tra 10 anni: scenari economici e ruolo artigiano”), il discorso completo del presidente Granelli, l’intervento del Premier Meloni, il messaggio del Presidente della Repubblica, si rinvia al sito nazionale: https://www.confartigianato.it/2022/11/assemblea-2022-il-presidente-granelli-noi-costruttori-di-futuro-il-premier-meloni-saremo-gli-artigiani-dellitalia/