Anche Vicenza alla Convention Donne Impresa
In rappresentanza delle 3.886 imprese ‘in rosa’ della provincia. Pozza: “Servono politiche a sostegno dell’imprenditoria femminile e maggiori opportunità di credito”
Dopo tre anni di stop per la pandemia, è tornata la Convention di Donne Impresa Confartigianato che, nell’edizione edizione 2023, portava il titolo “Femminile, impresa di valoreb. All’appuntamento, che si è svolto a Roma, era presente anche una delegazione vicentina, la più numerosa tra quelle provinciali, così come quella veneta è risultata la più corposa, guidata da Sabrina Pozza, presidente del Movimento Donne Impresa Confartigianato Vicenza, e Roberta Cozza, componente della giunta provinciale con delega al Movimento Donne.
In Veneto le imprese artigiane femminili sono 20.449 (pari al 16,5% del totale imprese artigiane), nel territorio vicentino sono 3.886 le imprese artigiane vicentine (pari al 16,8% del totale imprese artigiane) di cui 481 imprese artigiane giovanili femminili e 532 realtà produttive straniere femminili. Questi i dati, aggiornati al 31 dicembre 2021, elaborati dall’Ufficio Studi Nazionale.
Un messaggio forte e chiaro
La Convention ha lanciato un messaggio forte e chiaro: serve una svolta culturale per sostenere il lavoro e l’imprenditoria femminile. Un appello che le rappresentanti del Governo e del Parlamento hanno raccolto con il comune impegno di creare le condizioni per valorizzare il talento delle donne e favorirne la partecipazione al mercato del lavoro. “È indubbio che il modo in cui si uscirà da questo periodo di crisi, caratterizzato non solo dalla pandemia, ma anche da un conflitto che avrà conseguenze geopolitiche sociali ed economiche importanti, dipenderà dalle strategie di ripresa e crescita che verranno adottate e dalle conseguenti azioni che attori politici, economici e di rappresentanza, sapranno mettere in atto – spiega Roberta Cozza-. In questo contesto, i dati confermano una la correlazione positiva tra occupabilità femminile e Pil, raccontando come le imprenditrici gestiscano attività con forte impatto positivo portando cambiamenti destinati ad influire sul futuro”.
“Tuttavia – precisa Sabrina Pozza – sono ancora notevoli le barriere di accesso a reti, finanza e ai modelli di ruolo, che le donne devono superare. Ostacoli che vanno rimossi, come Movimento inoltre chiediamo di agire anche sulla leva della fiscalità, prevendendo la detraibilità delle spese sostenute per l’acquisizione di servizi a supporto dei lavori di cura e conciliazione vita-lavoro. Così come riteniamo che sovvenzioni una tantum servano a poco: le donne hanno bisogno di interventi strutturali, che non si identifichino in un modello produttivo a taglia unica. Il ‘Fondo Impresa Femminile’, una misura senza precedenti (anche se rappresenta 0,21% del budget del PNNR) esaurita all’istante, richiede di essere rifinanziato, anzi programmato per un quinquennio”.
Gli impegni
Al proposito, nel corso della Convention è stato anche preso l’impegno di portare all’attenzione del Governo il fatto che nel Comitato Impresa Donna del Mise, con preciso mandato di partecipare attivamente alle operazioni di implementazione e monitoraggio delle misure a sostegno dell’imprenditoria, non ci sia il coinvolgimento delle associazioni di rappresenta datoriale.
Forse anche per questi motivi, l’Italia è il penultimo paese, prima solo della Romania, per il tasso di attività femminili nel 2021 con il 55,4%, ha spiegato il direttore generale del CENSIS Massimiliano Valeri. Una ‘arretratezza’ che il Paese non può più permettersi perché se sommata alla denatalità, all’invecchiamento della popolazione e al processo di riduzione della popolazione complessiva, la logica conseguenza è la contrazione della capacità produttiva di tutto il sistema. D’altro canto gli anni della globalizzazione, ha continuato l’esperto, non sono serviti a determinare una omogeneizzazione dei valori, tra cui quelli universali e non negoziabili come democrazia e libertà, perciò quel che farà la differenza in futuro sarà proprio il valore, inteso nel suo significato più ampio e non solo economico. Valore che le donne da sempre esprimono.
“Sull’importanza delle politiche di genere a sostegno delle imprese femminili i diversi soggetti, anche del mondo politico, sono concordi. L’auspicio ora è che le proposte fatte possano essere attuate quanto prima”, concludono Pozza e Cozza.