2 TRIMESTRE 2014 – MOVIMPRESE ARTIGIANATO. VENETO: +0,10% PARI A 138 UNITÀ IN PIÙ. AL DI SOTTO MEDIA NAZIONALE
Giuseppe Sbalchiero: “Timido segno di ripresa, ora serve maggiore incisività nelle scelte di politica economica per non tarpare le ali alla speranza”
- Nel II° trimestre 2013 nell’artigianato Veneto un timido segnale di ripresa 0,10% pari ad un saldo di 138 imprese (7° posizione nel rank nazionale in valore assoluto. 11° posizione x crescita percentuale).
- Il dato regionale veneto (0,10%) è peggiore di quello nazionale (0,14%).
- Fanno meglio le altre regioni del NE (Trentino 0,3%, Friuli 0,28% ed Emilia Romagna 0,22%).
Timidi, timidissimi segnali di ripresa dai dati di Unioncamere sulla nati-mortalità delle imprese artigiane nel II° trimestre 2014. Il Veneto (138 imprese in più rispetto a marzo), torna ad un saldo positivo che mancava da diversi trimestri ma fa meno bene delle regioni del nord est e soprattutto resta sotto la media nazionale per l’andamento della nati mortalità delle imprese artigiane. A fine giugno sono 134.637 le imprese iscritte nelle sette camere di commercio regionali, risultato raggiunto dopo un leggero saldo positivo degli ultimi tre mesi dovuto a 2.148 nuove iscrizioni e 2.010 chiusure. Saldo che non riesce però a compensare il calo dei primi tre mesi (-1.258 imprese).
“Una inversione di tendenza era nell’aria” -commenta a caldo Giuseppe Sbalchiero, Presidente regionale di Confartigianato che prosegue-: “ancora una volta la voglia di fare impresa nel nostro Paese risulta essere più forte di qualsiasi ostacolo sia economico, politico che burocratico. Manca ancora l’ingrediente principale però, la certezza e l’incisività nelle scelte di politica economica. Gli annunci in materia di lavoro, export, tassazione sono incoraggianti, ma non si vedono i fatti concreti e questo rischia di tarpare le ali al debole segnale di speranza. Non è un caso che proprio in Veneto, terra di imprenditori pragmatici e concreti, la ripresa sia inferiore sia alla media nazionale che a quella delle regioni limitrofe come Friuli, Trentino e soprattutto quelle più simili a noi come Lombardia Toscana ed Emilia Romagna”.
“Nel concreto –conclude Sbalchiero- apprezziamo ad esempio il decreto legge “Competitività” sia nell’obiettivo di alleggerire gli oneri a carico delle imprese che nel sostenere la competitività del nostro sistema produttivo, ma non deve rimanere un impegno isolato rispetto ad un programma strategico complessivo di rilancio dello sviluppo. il Governo deve utilizzare il semestre di Presidenza italiana dell’Ue per concepire un disegno compiuto di politica economica a sostegno dell’impresa diffusa”.