VENETO CONGIUNTURA – 2° TRIM 2014. BOOM DEL MANIFATTURIERO ARTIGIANO (PRODUZIONE +4,3%)
Sbalchiero: “Capacità e italianità dei nostri superfornitori tornano di moda e arrivano richieste anche dall’estero. Ora il Governo cambi passo per liberare gli imprenditori dalle catene che frenano lo sviluppo”
“Qualità, saper fare artigiano, personalizzazione, lavorazioni introvabili altrove e soprattutto garanzia di 100% made in Italy. Sono questi i punti di forza del manifatturiero artigiano veneto che ha reso possibile il piccolo boom registrato in tutti gli indicatori congiunturali (produzione, fatturato, export ed occupazione) nel secondo trimestre di quest’anno”. A dichiaralo Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto alla luce dei risultati di VenetoCongiuntira, la rilevazione trimestrale frutto della collaborazione tra Confartigianto e Unioncamere del Veneto.
Le imprese sino a 9 addetti hanno segnato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno un più 4,3 per cento nella produzione (mentre le imprese di maggiori dimensioni sono cresciute solo dello 0,7%), un +1,5% per i fatturati a fronte di un calo dello 0,8% per quelle di maggiori dimensioni. Dinamica positiva quest’ultima ascrivible all’andamento delle vendite all’estero aumentate soprattutto per le PMI del 4,1%. Ed anche sul fronte dell’occupazione i segnali sono positivi per le piccole imprese +0,6%.
Tre le condizioni “favorevoli” che il Presidente Sbalchiero individua come spiegazione del fenomeno: “primo, le 35mila 700 aziende artigiaane manifatturiere attive a giugno 2014 in regione (26,5% del totale artigiananato) sono il frutto di un processo di selezione drammatico che è iniziato negli anni ’90 con il boom delle delocalizzazioni ed è proseguito poi sotto i colpi di una crrisi che ancora oggi non sembra superata. Sono quindi imprese straordinarie che racchiudono in se tutto il meglio del saper fare italiano. Non a caso stanno inercettando, ed è la seconda condizione, il nuovo fenomeno di back-shoring ovvero il rientro della produzione nel nostro Paese. Da uno studio condotto da un gruppo di ricerca italiano inter-Universitario emerge una tendenza di rilocalizzazione, accentuatasi negli ultimi anni, soprattutto tra le economie manifatturiere le quali iniziano a concentrarsi sulla qualità dei loro prodotti e quindi a rispostare la fase di produzione nel Paese d’origine, dove, nel nostro caso, il marchio Made in Italy è tornato a splendere. Terza condizione di favore, l’aumento dei produttori del lusso e dell’alta qualità mondiali che quardano ai super fornitori italiani, e veneti in particolare, per le loro produzioni di nicchia, personalizzarte, di elevata qualità, tecnologia ed innovazione”.
“Le imprese ce la stanno mettendo tutta –conclude Sbalchiero- ma, come indicano le previsioni per il futuro che gli imprenditori hanno fatto tornare in campo negativo, è il contesto politico a preoccupare. La stagione dei tweet e degli annunci deve finire. Le imprese si attendono azioni concrete sul fronte fiscale sopratttutto ma anche della burocrazia, eccessiva e soffocante, e del lavoro. Ora il Governo cambi passo per liberare gli imprenditori dalle catene che frenano lo sviluppo”.
Le imprese sino a 9 addetti hanno segnato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno un più 4,3 per cento nella produzione (mentre le imprese di maggiori dimensioni sono cresciute solo dello 0,7%), un +1,5% per i fatturati a fronte di un calo dello 0,8% per quelle di maggiori dimensioni. Dinamica positiva quest’ultima ascrivible all’andamento delle vendite all’estero aumentate soprattutto per le PMI del 4,1%. Ed anche sul fronte dell’occupazione i segnali sono positivi per le piccole imprese +0,6%.
Tre le condizioni “favorevoli” che il Presidente Sbalchiero individua come spiegazione del fenomeno: “primo, le 35mila 700 aziende artigiaane manifatturiere attive a giugno 2014 in regione (26,5% del totale artigiananato) sono il frutto di un processo di selezione drammatico che è iniziato negli anni ’90 con il boom delle delocalizzazioni ed è proseguito poi sotto i colpi di una crrisi che ancora oggi non sembra superata. Sono quindi imprese straordinarie che racchiudono in se tutto il meglio del saper fare italiano. Non a caso stanno inercettando, ed è la seconda condizione, il nuovo fenomeno di back-shoring ovvero il rientro della produzione nel nostro Paese. Da uno studio condotto da un gruppo di ricerca italiano inter-Universitario emerge una tendenza di rilocalizzazione, accentuatasi negli ultimi anni, soprattutto tra le economie manifatturiere le quali iniziano a concentrarsi sulla qualità dei loro prodotti e quindi a rispostare la fase di produzione nel Paese d’origine, dove, nel nostro caso, il marchio Made in Italy è tornato a splendere. Terza condizione di favore, l’aumento dei produttori del lusso e dell’alta qualità mondiali che quardano ai super fornitori italiani, e veneti in particolare, per le loro produzioni di nicchia, personalizzarte, di elevata qualità, tecnologia ed innovazione”.
“Le imprese ce la stanno mettendo tutta –conclude Sbalchiero- ma, come indicano le previsioni per il futuro che gli imprenditori hanno fatto tornare in campo negativo, è il contesto politico a preoccupare. La stagione dei tweet e degli annunci deve finire. Le imprese si attendono azioni concrete sul fronte fiscale sopratttutto ma anche della burocrazia, eccessiva e soffocante, e del lavoro. Ora il Governo cambi passo per liberare gli imprenditori dalle catene che frenano lo sviluppo”.