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Professionalità richieste dalle imprese: la ricerca di Confartigianato

Un interessante lavoro dell’Ufficio Studi di Confartigianato traccia un ‘profilo’ delle professionalità richieste dalle imprese con alcune considerazioni anche sui percorsi formativi.

E il dinamismo delle imprese vicentine, e venete, si conferma anche attraverso i dati delle figure ricercate. Un utile ‘report’ per le aziende ma anche per i ragazzi che volessero conoscere dove investire per il loro futuro.

Per iniziare

I percorsi di istruzione tecnica e professionale interessano 1 milione 292 mila studenti, pari al il 48,8% degli alunni delle secondarie, con valori superiori al cinquanta per cento in Veneto con 56,8%, Emilia-Romagna con 56,0%, Lombardia con 52,2%, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte con 52,1% e Puglia con 50,8%. Le entrate previste dalle imprese con titolo secondario tecnico, qualifica o diploma professionale caratterizzano il 63,2% della domanda di lavoro delle imprese; tra le maggiori regioni valori più elevati e superiori alla media in Toscana con 67,7%, Veneto con 66,7%, Puglia con 65,7%, Sicilia con 64,4% ed Emilia Romagna con 63,5%. Tra le maggiori province più elevata la domanda di personale con istruzione tecnica e professionale a Vicenza con 72,1%, Ancona con 70,7%, Perugia con 70,1%, Latina con 69,9%, Bolzano con 69,5%, Lecce con 68,7% e Treviso con 68,4%. Risulta difficile da reperire 1 milione 377mila di entrate con istruzione tecnico-professionale, pari al 42,0% delle entrate con questo livello di istruzione. Più della metà delle domanda è di difficile reperimento per gli indirizzi di livello secondario di elettronica ed elettrotecnica (59,8%) e meccanica, meccatronica ed energia (56,2%) e tra le qualifiche di formazione o diploma professionale, per gli indirizzi di impianti termoidraulici (61,9%), elettrico (54,7%) e meccanico (51,5%). Per il 43,0% delle entrate di lavoratori con diploma tecnico secondario superiore o qualifica e diploma professionale è richiesta una elevata attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale,mentre nel 33,1% dei casi le imprese attribuiscono una elevata importanza alle competenze digitali.

Nel 2022 crescita a doppia cifra (+10,6%) dell’occupazione dei giovani diplomati fino a 29 anni, meglio della media della rispettiva classe di età (+8,3%); traina il Nord Est con +15,7%, seguito da Centro con +9,5%, Nord Ovest con +9,4% e Mezzogiorno con +7,4%.

Le prospettive per un’alta qualità dell’istruzione tecnica

“Il lavoro, la cultura umanistica e la tecnologia crescono e si alimentano contaminandosi interattivamente e questa contaminazione deve avvenire a partire dagli attuali Istituti Tecnici e Professionali”. Così Giulio Sapelli, Presidente della Fondazione Germozzi, interviene nel dibattito sull’emergenza educativa in Italia nel primo Quaderno della Fondazione, indicando come una appropriata riforma dei percorsi di studio dell’istruzione tecnica professionale possa consentire di “superare la tradizionale dicotomia tra sapere cosiddetto teorico ed applicativo-tecnologico.”

Sulla base di tali premesse, Confartigianato ritiene fondamentale puntare sull’innalzamento della qualità dell’offerta formativa di istruzione tecnica e professionale per sostenere l’occupazione dei giovani nei settori tipici del nostro tessuto produttivo, riducendo l’attuale paradosso del mismatch scuola-lavoro.