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PARTE IN TOSCANA IL PIANO STRAORDINARIO DI CONTROLLI NELLE AZIENDE CINESI

Parte oggi, lunedì 1° settembre, il piano straordinario di controlli nelle aziende cinesi di Prato e dell’area vasta (Firenze-Empoli-Pistoia), decisi dalla Regione Toscana dopo l’incendio alla fabbrica dormitorio “Teresa Moda” che esattamente nove mesi fa (il 1° dicembre 2013) uccise nel sonno sette operai che lì lavoravano, mangiavano e riposavano. Ma i conti di Regione e Comune di Prato, che hanno annunciato di voler controllare nel giro di tre anni tutte le 4mila aziende manifatturiere cinesi del distretto, rischiano di essere vanificati dalla realtà: le confezioni di abbigliamento – al 90% a Prato controllate dall’imprenditoria cinese – continuano ad aumentare, al punto che nel primo semestre 2014 hanno toccato il record di 4.021 aziende (+0,2%). Da 20 anni la crescita non si è mai fermata. Nel 2013 il saldo è stato +0,9%, frutto della contrazione delle società di persone e di capitali e dell’aumento (ancora) delle ditte individuali. Anche per questo la sfida messa in campo dal presidente regionale Enrico Rossi, che ha assunto allo scopo 50 nuovi tecnici della prevenzione nell’Asl pratese, sarà difficile: le ditte individuali (il 90% delle confezioni di abbigliamento cinesi) aprono e chiudono con estrema facilità, rendendosi irreperibili nel giro di poche ore. Se a questo si aggiunge che sono dotate di macchinari “leggeri” – perlopiù macchine da cucire – che possono rapidamente essere spostati da un luogo a un altro, si capisce perché l’obiettivo del controllo a tappeto per debellare illegalità e condizioni di lavoro insicure sia ancora più complicato. Per facilitare l’emersione delle aziende cinesi di Prato – che qui hanno creato un distretto illegale dell’abbigliamento low cost da 2 miliardi di euro di fatturato, per almeno il 50% in nero – la Regione ha lanciato anche un “Patto fiduciario per la sicurezza”: chi firmerà il patto, accettando «l’identificazione del vero titolare dell’azienda e l’individuazione di un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza», sarà tra gli ultimi ad essere controllato dagli ispettori. L’adesione al Patto potrà essere patrocinata da un’associazione di categoria che, in collaborazione con gli ordini professionali, potrà aiutare le aziende in questo percorso con un supporto professionale qualificato e a costi sostenibili. «Spero che siano centinaia gli imprenditori cinesi che aderiranno al Patto», ha detto il presidente regionale Rossi nel maggio scorso. I controlli previsti nei tre anni (2014-2016) nell’area vasta interesseranno in tutto 7.700 aziende (di cui 4.000 a Prato); i neo ispettori assunti sono 74; il costo sostenuto dalla Regione per il piano straordinario, coordinato da Renzo Berti, è di 13 milioni di euro.