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CIG IN DEROGA

Sbalchiero: “Nuova circolare ministeriale aumenta confusione. Semplicità ed efficienza per evitare di far pagare il conto alle imprese”.

“Riapre l’ufficio complicazione affari semplici e a pagarne il conto sono, come sempre, imprese e lavoratori! E’ ora di finirla! Vogliamo subito nuove disposizioni chiare, che semplifichino e spieghino esattamente come sia possibile accadere alla CIG in Deroga senza rischiare di vedere rifiutate le richieste per errori procedurali”. A dichiaralo Giuseppe Sbalchiero, Presidente Confartigianato Imprese Veneto a seguito della nuova circolare del Ministero del Lavoro che va a complicare ulteriormente un quadro già poco chiaro.
Ma andiamo con ordine.
Il Governo, dopo averne ritardato più volte l’emanazione, è intervenuto sulla questione CIG in Deroga ad agosto 2014, con uno specifico decreto (zeppo di passaggi contradditori) che dettava regole nuove sulla concessione di tale ammortizzatore. In particolare è stato introdotto un doppio esame sulla domanda, il primo da parte dell’INPS sull’aspetto delle risorse a disposizione e l’altro, di legittimità, lasciato invece dalla Regione.
“Eravamo già di fronte ad una follia –commenta Sbalchiero-. L’obbligo della doppia domanda (INPS e Regione) era infatti, un inutile aggravio di costi a carico delle imprese. Incomprensibile soprattutto nella situazione storica attuale nella quale si parla di riduzione dei costi della burocrazia e di semplificazione. La regione ha cercato meritoriamente di intervenire con linee interpretative “potabili”. Ma senza grandi successi”.
“Ma non finisce qui –prosegue il Presidente-. Dato che il decreto aveva bisogno di chiarimenti, è uscita ieri pomeriggio -11 settembre- una nuova circolare del Ministero che ha gettato nello sgomento gli operatori in quanto crea maggiore confusione, con il rischio di incorrere in errori. In questo momento abbiamo tre fonti da cui attingere le disposizioni che non sono coordinate. Ci tengo a sottolineare che il problema non sta a Venezia ma a Roma. Non vogliamo scendere in tecnicismi ma credeteci siamo stanchi di questo andazzo”.
“Diteci cosa dobbiamo fare in maniera chiara e comprensibile. Oggi infatti non sappiamo più a chi e come dobbiamo far avere la domanda di cassa in deroga delle nostre imprese –conclude Sbalchiero-. Se qualche funzionario  ministeriale sbaglia a redigere la circolare, non succede nulla. Se l’errore lo commette l’impresa, tutte le colpe (leggasi mancato riconoscimento dell’ammortizzatore) le ricadono addosso. Questo lo affermiamo anche a difesa dei dipendenti che già non hanno ricevuto in passato le prestazioni per mancanza di risorse ed oggi rischiano di non vedere il becco di un quattrino per eccesso di stupidità”.