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Filosofia & Impresa: uno sguardo inedito sull’essere imprenditore

La creatività non è solo una parola molto usata negli ultimi anni, ma è il vero “problem solving”, cioè aiuta a risolvere i problemi. Quindi, usiamola.

A spiegare “come” è stato Just Milk (imprenditore creativo) nel corso del primo dei tre incontri su “Filosofia della libera impresa” programmati al Faber Box di Schio. Appuntamenti e moderati da Rick Dufer, filosofo del web, che così racconta l’iniziativa: “Per lanciarsi in un’impresa bisogna avere qualche idea chiara e contestualizzare il tutto. Sono tante e difficili le domande che l’imprenditore si pone nell’affrontare la sua… impresa: quale miglior disciplina se non la filosofia, per trovare la risposta? Ragioneremo quindi sull’impresa in maniera ‘collaterale’ e inaspettata con alcuni esperti”.

La creatività secondo Just Milk

“La creatività non nasce dal niente, ci sono tanti modi per risvegliarla. Così come non è vero che, in maniera alternativa, si è o razionali o creativi: si tratta di collegare due punti, anche distanti tra loro, all’interno del proprio cervello”, ha precisato Just Milk. L’esperto ha quindi illustrato perché la creatività è il vero “problem solving”: perché non possiamo risolvere un problema secondo gli stessi schemi o mentalità con cui si è presentato; perciò, per arrivare a una soluzione, necessariamente si va alla ricerca di punti distanti tra loro, di esperienze di vita che abbiamo avuto, per poter collegare cose diverse e strane e trovare appunto una soluzione, nuova e inedita, adatta al problema.

Stili di vita differenti, estremizzazioni della quotidianità e tutto quanto è “diverso” dal nostro ordinario ci permettono di riuscire ad arrivare a qualcosa (soluzione o idea) di nuovo.
“In realtà poi – ha sottolineato Milk – non c’è nulla di ‘nuovo’, ma solo un collegamento tra esperienze già vissute in passato”.
Ma come si alimenta la creatività? Uscendo dallo schema secondo cui “si è sempre fatto così”: bisogna cioè andare in cerca di modi diversi di rompere la routine, di nuovi stimoli e input, quindi di tutto quello che “normalmente” non ci verrebbe in mente di fare; in poche parole, uscendo dalla propria zona di “comfort”. Per esempio, parlare con persone diverse, anche di altri settori produttivi rispetto al nostro, per vedere se esiste qualcosa di completamente diverso che, però, può adattarsi al nostro mondo professionale o imprenditoriale. 

“Le soluzioni ai problemi, infatti – ha ricordato Milk – molto spesso si trovano in ambienti che non immagineremmo mai. Quindi il vero lavoro da fare per stimolare la creatività è staccare dal solito trantran quotidiano, nella consapevolezza che non si tratta mai di una ‘perdita di tempo’, ma di un ‘investimento di tempo’. Ogni input ci accresce, come professionisti, imprenditori, persone, e porta cose nuove e stimoli nuovi in questa nostra macchina predittiva incredibile che è il cervello, dove accade la vera magia”.
Questo è un “assaggio” dell’intervento di Milk che si può ascoltare in modo completo qui:


Dopo l’incontro sulla creatività, è stato il turno di Sebastiano Zanolli, manager e advisor, che ha affrontato un altro tema molto attuale: come evitare il conflitto tra vita privata e vita professionale. Ovvero, come far sì che il lavoro non si “divori” tutto, come usare gli esempi da seguire senza cadere nell’imitazione e nella spersonalizzazione, stando attenti al valore della reputazione. 

Terzo e ultimo appuntamento il 21 giugno con Gennaro Romagnoli, imprenditore e psicologo, per capire come, citando Spinoza, si deve “Pensare quel che si vuole e dire ciò che si pensa”; ovvero riflettere sul valore della trasparenza con sé (serenità è prima di tutto aver chiaro ciò che si vuole), sul problema del ‘rumore’ cognitivo e della distrazione, su come “emendare”, ovvero fare pulizia dentro di sé per poter fare ordine fuori. Per chi volesse partecipare, l’appuntamento è al Faber Box di Schio (via Tito Livio 23/25) dalle ore 18.30 alle 20.00. Informazioni e iscrizioni sul sito di Confartigianato Imprese Vicenza (www.confartigianatovicenza.it).

Perché questa iniziativa?

“Il percorso – spiega Alberto Facchin, presidente del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Vicenza – è nato con l’obiettivo è fornire una nuova consapevolezza di cosa rappresenti oggi il ruolo dell’imprenditore da un punto di vista non solo economico, ma anche culturale nel senso più ampio del termine, favorendo la gestione del confronto, il controllo dell’incertezza e il capire come governare la propria capacità analitica. In un mondo sempre più complesso, che talvolta può apparire poco comprensibile, avere consapevolezza di sé e del proprio ruolo permette di affrontare meglio le situazioni che si presentano, così come il ‘pensiero critico’ favorisce una lettura della complessità e l’elaborazione di soluzioni adeguate al divenire. Un percorso in cui concetti quali vocazione, motivazione e ispirazione, che stanno alla base dell’essere imprenditore artigiano, ritorneranno più volte anche sotto aspetti diversi”.