DOPO IL TAR ANCHE LA CONSULTA EMETTE UNA SENTENZA IN FAVORE DEL PIANO CASA TER. SBALCHIERO: “BATTUTI TUTTI I ‘GUFI’ ADESSO AVANTI PER IL BENE DI IMPRESE E CITTADINI”
“Battuti tutti i “gufi” veneti e “romani”, speriamo che ora il Piano Casa ter spicchi il volo. Ne va della nostra econimia e del benessere dei nostri concittadini”. Ad affermaro Giuseppe Sbalchiero a seguito della sentenza dell’Alta Corte Costituzionale con la quale si afferma che il Piano casa della Regione Veneto è del tutto legittimo, anche nei due punti che erano stati contestati dall’allora governo Letta, sollecitato a inizio anno anche da vari sindaci (soprattutto di centrosinistra). “Sono contento per i veneti, imprenditori artigiani edili e cittadini tutti –prosegue Sbalchiero- dato che si chiude una sterile diatriba sull’unica legge veneta che -con deroghe e premi in volumetria per chi vuole ampliare, ristrutturare, ricostruire o rendere più efficienti gli edifici già esistenti- ha dato un po’ di ossigeno all’edilizia, settore trai più colpiti dallacrisi economica”. “Che il Piano Casa fosse uno strumento rispondente alle necessità dei cittadini, lo dicevano già i dati sulla sua applicazione in Veneto. Che sia pienamente legittimo e assolutamente rispettoso dei vincoli e delle tutele in vigore lo conferma una volta di più questa sentenza della Corte Costituzionale. Non avevo nessun dubbio perché lo avevamo sempre sostenuto, anche con chi ha voluto andare contro l’evidenza”. Commenta così il vicepresidente e assessore regionale al territorio Marino Zorzato la sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito la legittimità della legge (n. 32/2013). La pronuncia della Consulta segue di poco la sentenza del TAR del Veneto che ha invalidato la delibera del comune di Asiago che si opponeva all’applicazione del Piano Casa regionale sul suo territorio. “Fin dall’introduzione di questo strumento normativo – sottolinea Zorzato – è sempre stato ribadito nello spirito e nella lettera che non si va minimamente a toccare il patrimonio vincolato puntando invece al miglioramento dell’esistente e, come obiettivo generale, alla riduzione del consumo di suolo, con particolare riferimento alla possibilità di demolizione dei fabbricati esistenti in zone a rischio idraulico e idrogeologico con ricostruzione in zone proprie.. Per tutti questi contenziosi, resta il disappunto perché non hanno e non hanno mai avuto ragion d’essere”. “Infine, non va trascurato il fatto che la sua applicazione in Veneto – conclude Zorzato – ha visto la presentazione di circa 70 mila domande, attivando investimenti pari a circa 3 miliardi di euro e come stimato dalla Associazioni di categoria circa 20.000 posti di lavoro salvati evitando la chiusura di 7.000 piccole imprese. In virtù anche di queste sentenze, speriamo quindi che ora l’applicazione delle norme regionali sia uniforme in tutto il territorio, non essendoci più dubbi che si opera nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni di tutela dell’ambiente e del paesaggio”