MADE IN – RINVIO AL 2015
Il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Giuseppe Sbalchiero: “L’Italia ha perso una grande occasione per difendere la manifattura italiana e priva di difese, solo in Veneto, 36.000 imprese manifatturiere artigiane”
“Stupisce e preoccupa – sottolinea Sbalchiero – che, proprio nel momento in cui il Governo dedica impegno e risorse per valorizzare le produzioni made in Italy e per rilanciare investimenti e consumi, in ambito europeo il risultato dell’azione della Presidenza italiana vada in direzione opposta”.
Così il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Giuseppe Sbalchiero commenta le conclusioni del Consiglio Ue Competitività, riunito oggi a Bruxelles, che ha rinviato al prossimo semestre a presidenza lettone la decisione sull’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti.
“L’Europa continua a fare l’opposto dei suoi interessi –prosegue il Presidente- e la cosa è palese se si guarda oltre oceano dove proprio in queste ore La Federal Trade Commission ha annunciato un giro di vite nei confronti dell’utilizzo della certificazione sulla produzione all’interno degli Stati Uniti. Una stretta che dovrebbe tradursi in una valorizzazione del marchio “Made In”. Una strategia coerente con il periodo di rilocalizzazione negli Usa di molte attività produttive che precedentemente avevano delocalizzato in Cina”.
“Prendiamo atto –ammette Sbalchiero- che l’Italia ha perso una grande occasione per difendere l’origine dei nostri prodotti e per valorizzare il patrimonio manifatturiero rappresentato, solo nella nostra regione, da 36mila imprese artigiane che occupano con sempre più fatica, quasi 100 mila presone. Numeri che si moltiplicano per dieci se si guarda a tutto il Paese ed aumentano ulteriormente se si guarda alla piccola industria. Con questi numeri, se non è l’Italia a difendere l’identità delle produzioni, quale altro Paese europeo è più interessato?”.
“Confartigianato – conclude Sbalchiero – continuerà a battersi affinché l’Europa riconosca e approvi l’obbligo di indicare il marchio ‘made in’ sui prodotti al fine di garantirne la piena tracciabilità, come già avviene nei principali Paesi aderenti al WTO (ad es. USA, Giappone, Canada e Corea). Ne va della difesa del patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, del diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, della lotta al grave fenomeno della contraffazione”.