Il pensionato è una risorsa
Ci sono passaggi che hanno un forte impatto sulla nostra vita: andare in pensione, diventare nonni, restare in coppia (o da soli) quando i figli escono di casa e i nipoti diventano grandi. L’ANAP aiuta i soci a non farsi trovare impreparati, proponendo diverse attività.
Andare in pensione è un momento in cui viviamo emozioni contrastanti: ci sentiamo liberi, con la possibilità di realizzare tutto quello che abbiamo sognato avendo più tempo per noi.
È il tempo del riscatto: viaggiamo, frequentiamo corsi, coltiviamo l’orto e il giardino, facciamo volontariato, accudiamo i nostri cari (nipoti, genitori, ecc.) e… riposiamo. È un tempo riconquistato, quindi, che possiamo vivere coltivando le nostre passioni e i nostri interessi. Ma per molti è anche un tempo di crisi, perché ci si sente meno utili: chi ha creato un’impresa, chi ha vissuto la propria vita immerso solo nel lavoro, chi si è identificato nella propria professione, rischia di sentirsi svuotato, quasi inutile. Insomma, è un momento delicato. Che va organizzato.
Molti soci si rivolgono allo Sportello ANAP Pensionati Confartigianato chiedendo se ci sono attività pensate per loro, perché hanno voglia di fare e di dare: soprattutto i pensionati più giovani, liberi da impegni lavorativi, chiedono di fare volontariato, di sentirsi attivi e utili.
ANAP propone molte iniziative per i soci, e si sta impegnando sempre più sul come rispondere ai bisogni di chi si affronta il delicato passaggio della pensione. Per questo, si stanno allacciando relazioni con molte associazioni e realtà che hanno bisogno di persone che si mettano in gioco.
ANAP propone inoltre iniziative culturali, corsi, viaggi, eventi che possono contribuire a sentirsi attivi e a socializzare. Molto spesso sono proprio i soci a realizzare tali attività, in prima persona. Anche l’impegno di dirigente, di rappresentante che si prende cura dei soci e ne dà voce per il rispetto dei diritti, è molto importante. Insomma, ANAP offre un insieme di esperienze e possibilità che possono contribuire a migliorare la comunità, mantenendo attive le persone, ciascuna in base al proprio interesse e disponibilità.
(link a Notate)
Recentemente, ad esempio, ANAP ha proposto il progetto “Artigiani Senza Frontiere” che consente di insegnare un mestiere artigiano a giovani che vivono in Paesi in via di Sviluppo: si tratta di un progetto di solidarietà internazionale che consente a chi se la sente di fornire le proprie competenze, trasferendo il proprio sapere e la propria passione ad altri artigiani nel loro Paese
(https://www.confartigianatovicenza.it/artigiani-senza-frontiere/)
(link a video con Silvano Burato – sentire Gaia Anzolin)
Inoltre, proprio per aiutare i soci ad affrontare questa delicata fase di vita, ANAP ha intervistato la prof.ssa Erika Borella, direttore del master di Psicologia dell’invecchiamento e della longevità dell’Università di Padova, che ha offerto alcuni suggerimenti per vivere questi passaggi e invecchiare bene. Queste semplici regole che ANAP ha raccolto, insieme a un’intervista alla prof.ssa Borella, si trovano nel foglio mensile “Nòtate” di giugno, consultabile nella pagina web https://www.confartigianatovicenza.it/wp-content/uploads/2023/06/notate-anap-2023-giugno.pdf
È comunque fondamentale avere progetti, prefissarci obiettivi futuri che diano un “perché” alla quotidianità e quindi che sostengano la “motivazione al fare”, così come coltivare relazioni sociali e famigliari, il tenere la propria mente impegnata con attività possibilmente sempre nuove, che stimolino il cervello e la sua “plasticità”, ovvero la capacità di reagire alle sfide che pone l’avanzare dell’età. Tali aspetti sono anche quelli che “proteggono” le nostre abilità mentali – la nostra memoria e attenzione -, sostenendo il nostro ben-essere psicologico, e rallentando il processo di invecchiamento. Un aspetto importante è privilegiare sempre una visione “pro-positiva”.
Infine, come per il nostro corpo, dobbiamo preoccuparci e prenderci cura anche della nostra mente e del nostro umore. Insomma, fare in modo di aggiungere “vita agli anni” e non solo “anni alla vita”.
Severino Pellizzari, presidente di ANAP Vicenza, sintetizza così la questione: “Dobbiamo prepararci psicologicamente per quando si smetterà di lavorare o si andrà in pensione. Dobbiamo pensare e credere che il lavoro o il condurre un’azienda non debba essere l’unico scopo della nostra vita. Vivere non consiste solo nel lavorare, è necessario sapere che prima o poi dovremo smettere.
Pertanto, è doveroso prepararsi per tempo, perché altrimenti si rischia di trovarsi impreparati e questo potrebbe creare qualche problema, magari di natura psicologica”.
“Un ragionamento specifico – conclude Pellizzari – dev’essere fatto per chi nella vita è stato titolare di un’azienda. Se non si programma l’uscita dalla propria impresa, ci si troverà con il problema di cedere l’azienda ai figli oppure a terzi. Il mancato raggiungimento di questo obiettivo creerà un danno economico per il mondo del lavoro e, a volte, anche per i figli o per gli eventuali eredi.
Si vive una sola volta e non si vive solo per lavorare, ma si deve lavorare per vivere. E vivere vuol dire anche coltivare famiglia, tempo libero, cultura, svago. Non aspettiamo che sia troppo tardi.”