RC AUTO. UN PROVVEDIMENTO ALLO STUDIO DEL GOVERNO PUNTA A RIPARAZIONI SOLO NEI CENTRI CONVENZIONATI
Ma le polizze restano le più care d’Europa Scontro tra compagnie e carrozzieri
Il noto editorialista del Corriere Sergio Rizzo, affronta oggi, il tema dell’RC auto e della battaglia di Confartigiamato richiamando i presdidenti Merletti e Fogarollo.
La guerra fra le compagnie assicurative e i carrozzieri sta dunque per avvicinarsi all’epilogo: con i secondi destinati a soccombere. Da tempo la lobby degli assicuratori preme perché le riparazioni dei veicoli incidentati vengano affidate a officine convenzionate. Avendo però trovato, finora, una durissima resistenza da parte degli autoriparatori: soprattutto quelli dell’associazione aderente alla Confartigianato, presieduta da Silvano Fogarollo. Sostengono i carrozzieri che si metterebbe un mercato di circa 21 mila imprese con quasi 70 mila addetti e un fatturato di svariati miliardi nelle mani delle assicurazioni, spegnendo la concorrenza e avvilendo la qualita. L’ultimo scambio di colpi, a novembre, è stato violentissimo. Prima un’intervista del presidente dell’Ania Aldo Minucci a Specchio economico, con tanto di accuse a «carrozzieri compiacenti» che si presterebbero a frodare le compagnie, talvolta in combutta con la criminalità organizzata «per simulare sinistri e danni inesistenti» e spesso lavorando in nero per evadere il fisco. Poi la replica del presidente di Confartigianato con una lettera aperta dai toni indignati, nella quale si rammentava la crescita astronomica del costo delle polizze negli ultimi dieci anni. Una progressione, stigmatizzava Giorgio Merletti, più che doppia «rispetto a quella registrata nell’eurozona»: 27,9 per cento contro 13,6 per cento, e tutto attribuibile «a un sistema assicurativo poco concorrenziale». Nel frattempo, anche l’attività dei gruppi di pressione sul fronte politico era frenetica. E siccome la lobby delle assicurazioni è decisamente più potente, i carrozzieri alla fine sono stati accerchiati, in attesa dell’attacco finale che potrebbe essere sferrato nel Consiglio dei ministri forse già a partire da questa settimana. Il provvedimento che si sta rifinendo a Palazzo Chigi (e già questo dettaglio la dice lunga sulla dimensione delle corazzate che si sono messe in moto) spianerebbe quindi la strada al meccanismo per cui la riparazione dei veicoli incidentati diventerebbe competenza esclusiva di officine affiliate alle compagnie assicurative, alle quali il danneggiato sarebbe di fatto costretto a rivolgersi. La giustificazione è che in questo modo si eliminerebbero le furbizie. E la contropartita? Una promessa di calmierare le tariffe. Che sono le più alte d’Europa, come dice uno studio realizzato nel marzo del 2014 da The Boston consulting group per la stessa Ania. Lì dentro cë scritto che se si considera il livello dei premi pagati per la Rc auto in Italia nel periodo 2008-2012, questi sono più elevati del 45 per cento rispetto alla media degli altri Paesi europei. A ogni automobilista la polizza costa mediamente 491 euro l’anno, contro 278 nel resto del continente. Dove si va da un massimo di 357 euro nel Regno Unito a un minimo di 199 nella Spagna. Quali sono le ragioni di un abisso tanto profondo, secondo quello studio? Certo il costo dei sinistri e le frodi, ma anche le tasse e certe norme. Per non parlare dell’incredibile quantità di veicoli che circolano senza assicurazione, cë da sospettare anche a causa dei prezzi. Le stime parlano di un numero che oscilla fra il 7 e l’8 per cento del totale, contro l’1 per cento in Germania. Gli esperti interpellati dall’Ania spiegano che il gap si potrebbe ridurre dagli attuali 213 a circa 60 euro con una serie di interventi mirati. Dai 45 ai 60 euro si risparmierebbero rivedendo i danni alle persone. Fino a 30 aumentando i controlli stradali. Addirittura 45 intensificando la lotta alle frodi. Mentre non più di 15-20 con il sistema delle officine convenzionate: che però è anche la cosa più semplice da fare. Quindi, l’unica che si farà. Con il risultato che continueremo a pagare la Rc auto più cara d’Europa. Più che promesse, si accettano scommesse.