ASSEGNI FAMILIARI
I pensionati autonomi percepiscono lo stesso importo dal 1988. L’appello del Presidente ANAP Veneto De Pellgrin ai Parlamentari: “Più equità tra pensionati dipendenti e provenienti dal lavoro autonomo”
“Dieci euro e ventuno centesimi al mese è l’importo che un pensionato autonomo percepisce per ogni familiare a carico. Una cifra modestissima con la quale si può comprare circa mezzo chilo di carne”, dichiara Valerio De Pellegrin, Presidente Regionale dell’ANAP, Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato Veneto. “Non solo tale importo è rimasto invariato dal 1988 a oggi, ma vi è una eclatante discriminazione rispetto ai pensionati del lavoro dipendente”.
La legge 153 del 1988, istituendo l’assegno per il nucleo familiare, ne ha circoscritto l’applicazione ai soli pensionati provenienti dal lavoro dipendente. Per i pensionati provenienti dal lavoro autonomo (ex artigiani, ex commercianti, ex coltivatori diretti) è rimasta invece in vigore la vecchia normativa e i trattamenti di famiglia a loro erogati, quando ne hanno diritto, si chiamano “quote di maggiorazione della pensione” per carichi familiari.
“Tale discriminazione è particolarmente odiosa – evidenzia De Pellegrin – dal momento che si parla di famiglie di pensionati con redditi molto bassi”.
L’ANAP e le altre organizzazioni dei pensionati del mondo del lavoro autonomo, anche attraverso il CUPLA, per questo chiedono ai Parlamentari italiani, e a quelli veneti in particolare, di far approvare da Camera e Senato una modifica della legislazione esistente che parifichi tutti i pensionati, Indipendentemente dall’attività professionale svolta nella vita attiva.
“Tale azione proseguirà fino a quando – conclude De Pellegrin – le proposte di legge presentate non giungeranno all’approvazione definitiva”.