Ricerca su Trasporto e Mobilità aziendale
Presentati i risultati; promossa da Confartigianato Vicenza all’interno di CI.TE.MO.S., ha coinvolto le zone di Vicenza Ovest, Altavilla, Sovizzo, Creazzo e Montecchio Maggiore
Il valore del tempo e della necessità di conciliare vita e lavoro è un elemento che, sempre più, può agire anche da leva di competizione e attrattività per le imprese che cercano professionalità. In molte aziende emerge, infatti, che la difficoltà di reperire personale è dovuta anche alla difficoltà di accesso alle sedi lavorative da parte dei collaboratori: se la residenza dista più di 15 minuti di auto dal luogo di lavoro, raggiungerlo diventa problematico. È questo uno degli aspetti che emerge dalla ricerca sulla mobilità nelle zone Vicenza Ovest, Altavilla Vicentina, Sovizzo, Creazzo e Montecchio Maggiore, promossa da Confartigianato Imprese Vicenza attraverso CI.TE.MO.S. (Città Tecnologia Mobilità Sostenibile) con il patrocinio della Provincia di Vicenza, e condotta da Matteo Colleoni docente dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, coadiuvato da Simone Caiello del CEMTET – Centro Studi e Ricerca su Mobilità, Turismo e Territorio, del medesimo ateneo.
La ricerca spiega che la mobilità, in particolare nelle zone analizzate, è un problema in buona parte dovuto al fatto che le infrastrutture di mobilità esistenti sono principalmente a servizio di quella privata, che si dipana in un territorio, come quello analizzato, fortemente frammentato, in cui la mobilità collettiva e pubblica fatica a fornire un servizio aderente alle necessità locali. Le criticità più citate dagli intervistati sono legate all’intenso traffico veicolare, che produce congestionamento di strade e insediamenti. Spesso le infrastrutture sono definite “carenti”, soprattutto in riferimento al TPL (Trasporto Pubblico Locale). Valutazione analoga, rileva la ricerca, è data alle infrastrutture per la mobilità attiva, che, almeno per la relativa vicinanza di alcuni dipendenti o clienti dalle aziende raggiunte, potrebbe contribuire a ridurre la dipendenza dal mezzo privato a motore.
Questi gli elementi più rilevanti di una ricerca che aveva proprio come obiettivo raccogliere e condividere dati e informazioni utili al miglioramento della gestione del trasporto e della mobilità aziendale, con specifico riferimento alla figura Mobility Manager. La scelta dei Comuni oggetto di analisi, in questo senso, non è stata casuale perché l’area, oltre ad essere una delle aree più trafficate, raggiunge anche quei 50.000 abitanti che rappresentano il valore soglia per la normativa vigente sul mobility management e l’attuazione di forme di associazioni tra comuni e le conseguenti deleghe delle funzioni di Mobility manager d’area e aziendale.
Entrando nel merito, lo studio si è strutturato in due fasi. Nella prima è stata realizzata una web survey tra le imprese (circa 600) dei territori con il fine di conoscerne la domanda di mobilità e di trasporto e di rilevare le attività di mobility management nelle imprese e/o l’interesse a realizzarne in futuro. In una seconda fase sono state condotte visite e interviste sul campo, rivolte ad un sotto campione di aziende, finalizzate ad approfondire le criticità nella mobilità e nei trasporti e le soluzioni utili per risolverle. I risultati mostrano l’elevata presenza, come atteso, di piccole imprese (fino a 5 dipendenti) che rappresentano circa la metà del campione, per tre quarti di dimensioni inferiori ai 15 dipendenti. La piccola dimensione d’impresa, tuttavia, si coniuga con un’elevata percentuale di presenza in sede di addetti e collaboratori (almeno 3-4 giorni alla settimana), che raggiunge un valore medio del 94%. Un dato che si traduce in una forte domanda di mobilità e di servizi di trasporto, in un territorio dalla forte frammentazione del tessuto produttivo.
Nonostante ciò, solo il 17% delle imprese contattate è dotato di una figura delegata alla mobilità aziendale, in maniera esclusiva o no. Tra le iniziative volte a sensibilizzare i dipendenti sui temi della mobilità sostenibile vi è l’uso in sharing di auto aziendali su prenotazione, stipula di convenzioni con le aziende di TPL finalizzate a fornire abbonamenti gratuiti o a prezzi agevolati per i dipendenti.
Come hanno spiegato Colleoni e Caiello, emerge, in sintesi, una percezione diffusa delle difficoltà associate alla mobilità e ai trasporti dovute alla debolezza del coordinamento dei servizi, in particolare rispetto alle necessità delle singole aziende. Per far fronte a questa situazione, tuttavia, otto imprese su 10 si dichiarano favorevoli a condividere con altre aziende la presenza di un Mobility manager di distretto.
Ciò dimostra, commenta il presidente di Confartigianato Vicenza, Gianluca Cavion, “che le imprese hanno ben presente quanto il tema della mobilità sia cruciale non solo per l’esercizio delle loro quotidiane attività, ma anche per attrarre collaboratori, e favorire conciliazione tra tempo di vita e di lavoro di tutti. Quella del Mobility manager quindi può essere una competenza funzionale soprattutto se permette di giungere a uno ‘sguardo d’insieme’ della situazione e delle aree di insediamento delle aziende. Altrettanto importante questa figura può essere all’interno delle Amministrazioni proprio per studiare, analizzare e coordinare a meglio i flussi di movimento dell’utenza. Infine, la ricerca chiama in causa anche la necessità di un migliore sistema di ‘collegamento’ pubblico perché spesso per pochi chilometri non c’è altra soluzione che prendere l’automobile con inevitabile aumento del traffico e delle emissioni. La ricerca quindi si pone come un punto di partenza per diverse operatività e per aprire un dialogo con i vari soggetti coinvolti sia pubblici che privati”.
“Negli ultimi mesi – aggiunge Cavion- incroci e ritardi nella realizzazione di importanti infrastrutture viarie di modalità diverse, Pedemontana e TAV su tutte, hanno creato e continueranno a creare un ulteriore aggravamento per gli spostamenti di artigiani e dei loro dipendenti che incide in maniera significativa sul loro lavoro quotidiano e sulla competitività di molte produzioni. Non c’è dubbio che le infrastrutture siano necessarie e per questo ci auguriamo che le risorse del Pnrr possano portare a un miglioramento del quadro complessivo che la ricerca realizzata dall’Università Bicocca ha dimostrato essere già particolarmente complesso. Non va dimenticato che le problematiche legate alla mobilità negli ultimi anni sono all’attenzione di molti attori sociali per gli impatti che hanno sotto molti punti di vista. Da qui iniziative come CI.TE.MO.S che abbiamo avviato ormai da sette anni proprio con l’obiettivo di fornire, come Confartigianato, un contributo al tema”.