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LAVORARE IN VENETO: TRA LE MIGLIORI CONDIZIONI D’ITALIA

Dopo due anni di calo, nel 2014 l’occupazione torna a salire in Veneto: in confronto all’anno precedente, +1,1%, circa 22mila persone in più al lavoro, mentre il numero di disoccupati, pari a 167.059, diminuisce dello 0,5%. In conseguenza cresce il tasso di occupazione, in particolare quello femminile, e diminuisce, seppur di poco, quello di disoccupazione, dato quest’ultimo in controtendenza con quello nazionale che aumenta di 0,6 punti percentuali. Ancora una volta quindi il Veneto si conferma tra le regioni leader in Italia e nel 2014 registra il sesto tasso di occupazione 15-64 anni più elevato, 63,7% contro il 55,7% dell’Italia, e il secondo tasso di disoccupazione più basso, 7,5% contro il 12,7% livello medio italiano. Dalla mappa provinciale dell’occupazione è netta la differenza nei colori tra Nord, Centro e Sud e Isole. Il Trentino Alto Adige mantiene il suo primato, 68,3% il tasso, mentre Calabria, Sicilia e Campania non raggiungono neanche il 40%. Più variegata la disoccupazione; anche in questo caso la situazione più favorevole si ha in Trentino Alto Adige (5,7% il tasso). Tra le province venete, Verona è quella che registra la crescita maggiore nel tasso di occupazione che, pari a 67,5%, in linea con quello di Belluno (67,6%), si attesta al settimo posto nella graduatoria delle province d’Italia per il tasso più alto accanto a Belluno che si guadagna il sesto posto. Inoltre, a Verona diminuisce fortemente la disoccupazione e con un tasso del 4,9% si classifica la seconda provincia d’Italia per i livelli più bassi di disoccupazione. Viceversa, a Rovigo si rileva la situazione peggiore: diminuiscono gli occupati e aumentano i disoccupati.) e, su numeri più contenuti, l’India (4.730, +860).
I giovani sono sicuramente i più colpiti dalla crisi: nel 2014 il tasso di disoccupazione 15-24 anni in Italia continua ad aumentare arrivando a 42,7%, il doppio del 2008; particolarmente grave è la situazione del Mezzogiorno, in cui il tasso supera in molte regioni la metà della popolazione di questa età. Fortunatamente, la situazione dei giovani veneti è tra le più favorevoli in Italia: infatti, seppur in aumento di quasi due punti percentuali rispetto al 2013, con un tasso di disoccupazione del 27,6%, si classifica, comunque, la terza regione italiana per i livelli di disoccupazione più bassi, seconda se si considera il tasso dei 15-29enni. Inoltre, i Neet, ovvero i giovani non impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo, diminuiscono: pari a 118.255, ovvero l’8% in meno dell’anno precedente, rappresentano il 16,8% dei giovani veneti, la seconda quota più bassa in Italia. A soffrire di più questa condizione sono i giovani stranieri: nel 2013 in Veneto circa uno straniero su tre non lavora e non studia contro il 14,8% dei ragazzi di cittadinanza italiana. Per una ripresa sostenibile dell’occupazione è necessario lavorare comunque tanto sui giovani quanto sui lavoratori più adulti. Per i giovani bisogna darsi da fare per garantire loro maggiori possibilità di entrare nel mercato del lavoro, di far valere il loro titolo di studio e perché possano ottenere un impiego che gli permetta di costruire un futuro e una famiglia. Al tempo stesso è necessario trattenere le persone meno giovani nel mercato occupazionale, dando loro la possibilità di sfruttare l’esperienza acquisita nel corso del tempo, di migliorarla anche attraverso la formazione e di continuare ad essere una risorsa per la società. L’invecchiamento della popolazione è una delle principali sfide dell’Italia e dell’Unione europea. Da tempo i governi europei sono impegnati a perseguire l’innalzamento della soglia di età di uscita dal lavoro e a realizzare un aumento significativo del tasso di occupazione degli anziani. A tale scopo, la strategia di Lisbona fissava entro il 2010 l’obiettivo del 50% per il tasso di occupazione della popolazione in età 55-64 anni. Sempre più vicina al target l’Italia che nel 2014 registra un tasso pari al 46,2%, per il Veneto 45,6%.