Skip to main content







L’ILLEGALITÀ FUORI DAL MERCATO CON LA DISTRUZIONE DELLA MERCE SEQUESTRATA DI GIULIANO SECCO, PRESIDENTE PROVINCIALE A TREVISO, REGIONALE E NAZIONALE GRUPPO ABBIGLIAMENTO DI CONFARTIGIANATO

Confartigianato Marca Trevigiana plaude all’azione delle forze dell’ordine condotta nelle aree pedemontana e castellana che ha portato alla sanzione e alla sospensione dell’attività di alcuni laboratori tessili, nei quali sono state registrate violazioni delle normative vigenti in materia di lavoro e sicurezza oltre che igienico-sanitarie. Da sempre la categoria abbigliamento di Confartigianato Marca Trevigiana, che conta 400 imprese, è impegnata in una decisa azione di denuncia di situazioni irregolari che danneggiano il sistema e mettono a serio rischio la professionalità degli operatori del settore. I controlli tradizionali sono uno degli strumenti indispensabili per contrastare l’illegalità, ma non bastano, non sono sufficienti per estirparla in maniera sistemica. Una misura che potrebbe incidere significativamente è la distruzione della merce sequestrata nei laboratori irregolari. In questo caso a pagare il conto non sarebbe esclusivamente il titolare degli stessi ma anche il committente perché non riceverebbe la merce nei tempi concordati e non potrebbe, nel caso la stessa fosse già stata confezionata, recuperarla neanche dietro pagamento liberatorio, registrando un danno economico assolutamente rilevante. Chi agisce nell’illegalità violenta il marchio “Made in Italy”, lo priva del suo significato e dell’insieme di valori di cui è portatore, minando la credibilità dell’intero sistema produttivo. Urge in questo scenario e in un momento in cui si registrano segnali di ripresa che si traducono in ordinativi e commesse per i laboratori trevigiani, la definizione di una strategia a supporto anche del protocollo appena siglato tra Associazioni artigiane, sindacati dei lavoratori e Associazioni dei Comuni perché in sinergia con gli organi di vigilanza vengano concertate misure che garantiscano ulteriormente le imprese “in regola” che sono una ricchezza perché sostengono il territorio, ne assicurano il futuro produttivo e occupazionale.