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La sfida delle imprese vicentine nella ricerca del personale

Nel mercato del lavoro, anche l’anno da poco conclusosi ha visto confermato il trend secondo il quale, a una forte domanda occupazionale, in pochi rispondono o possono rispondere non avendo il profilo adatto. Secondo Confartigianato Imprese Vicenza, il 55,5% delle richieste di nuove risorse da inserire in provincia arriva proprio da micro e piccole imprese del territorio (quelle, cioè, tra 1 e 49 dipendenti). Lo spiega l’analisi condotta dall’Ufficio Studi dell’associazione, che evidenzia anche come i dati riferiti agli ingressi preventivati per il trimestre novembre 2023/gennaio 2024 dalle aziende con dipendenti, sia dei Servizi che del Manifatturiero esteso, ammontassero a 21.520 unità, 770 in più rispetto a quelle previste l’anno prima, specie nei Servizi alla persona (+13,3%) e nei Servizi alle imprese (+10,4%).

“Le imprese – secondo il presidente Gianluca Cavion – si trovano di fronte a una situazione problematica. Da un lato sono alla ricerca di posizioni qualificate, che magari solo sulla carta sono quelle di un tempo, ma che in realtà si sono evolute richiedendo nuove competenze e per le quali l’esperienza tradizionale non è più sufficiente (penso all’applicazione dell’informatica anche nelle mansioni degli operai); dall’altro, hanno necessità di personale per mansioni essenziali: penso ad esempio agli autisti, che sono pressoché introvabili. Il primo caso coinvolge maggiormente i giovani, nel secondo caso l’esperienza è il fattore determinante. E su tutto poi va considerato che oggi, nell’accettare o no un lavoro, quella economica non è più l’unica discriminante valutata”.

Di fatto, come evidenzia l’analisi dell’Ufficio Studi, la quota di lavoratori difficili da reperire nel novembre scorso era pari al 55,8%, ovvero sopra di 1,7 punti rispetto a quella dell’anno prima, a conferma dello scollamento tra preparazione ed effettive competenze richieste, professionalità ricercate e disponibilità in generale. Una ricerca del personale che, se superasse i sei mesi di tempo si tradurrebbe, nel Vicentino, in 202 milioni di euro in meno sul valore aggiunto delle imprese.

Ecco alcune delle figure maggiormente ricercate, o particolarmente rare da trovare: Specialisti nelle Scienze della Vita (91,4% delle entrate preventivate di difficile reperimento); Operai di macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche e prodotti minerali (90,6% delle entrate preventivate di difficile reperimento); Operai specializzati addetti alle costruzioni e mantenimento di strutture edili (90,1%); Ingegneri (87,1%); Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (86,9%); Operai specializzati del Tessile e dell’Abbigliamento (77,9%); Operai specializzati addetti alle rifiniture delle Costruzioni (75,8%); Tecnici in campo ingegneristico (75,2%); Operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali (74,2%); Tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (73,9%).
Aggiunge Cavion: “L’artigianato evolve e guarda alle nuove tecnologie e alla sostenibilità. Non a caso, come Confartigianato, abbiamo dato vita qualche anno fa al DIH (Digital Innovation Hub) e recentemente all’Hub Impresa Sostenibile. Perché sempre più le nostre aziende hanno bisogno di figure in grado di rispondere alle esigenze di digitalizzazione e sostenibilità. Siamo attivi anche nelle collaborazioni con gli ITS, che permettono una formazione biennale incentrata su particolari figure richieste dal mercato. Ma servono anche figure di artigiani più ‘tradizionali’: le nostre aziende, anche grazie a forme aggregative come le Reti, sono tra quelle che lavorano per grossi marchi internazionali in molti settori, che esportano di più in Italia, che hanno cura di fare bene prodotti che si differenziano dagli altri per unicità e qualità. Sarebbe un peccato disperdere tutto questo perché scuola, famiglia e giovani non ne conoscono il valore”. 

In tal senso Riccardo Barbato, delegato all’Orientamento e ai rapporti con la scuola di Confartigianato Vicenza, aggiunge: “La ricerca di molte figure mette in luce due elementi sui quali da sempre l’associazione è impegnata: avvicinare famiglie e ragazzi a percorsi di studio che permettano l’entrata nel mondo del lavoro, e ‘portare la scuola in azienda’ attraverso i Percorsi di Orientamento, momenti di approfondimento, stage, e quant’altro può far conoscere di più e meglio le opportunità che il mondo artigiano offre. Resta quindi centrale il nostro impegno sia nelle fasi dell’orientamento scolastico (proposte con altre associazioni di categoria), sia nella scelta delle scuole superiori che dell’eventuale successivo impegno universitario. Quest’ultima, infatti, è la novità del progetto ‘Il talento porta lontano’, iniziativa rivolta a insegnanti, genitori, ragazzi delle medie e che, quest’anno, coinvolge per la prima volta anche ai ragazzi di 4ª e 5ª superiore. Sono previsti cinque incontri sul territorio a partire dal 6 febbraio con ospite Lucio Zanca, consulente e ‘career mentor’, che con il suo metodo Spoilerbox spiegherà ai ragazzi come affrontare la giungla del mondo del lavoro e conoscere ciò che serve a progettare la propria strada”.