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PENSIONATI CONFARTIGIANATO. L’ANAP DEL VENETO SUL DECRETO PENSIONI

Pastro, Presidente Regionale: “Il decreto Rimborsi non è la soluzione”

“Un pannicello caldo. Altro non è il decreto legge approvato dal Governo che prevede l’elargizione ad agosto di un bonus una tantum, variabile in rapporto a determinati scaglioni, a circa 3,7 milioni di pensionati che percepiscono una pensione lorda fino a sei volte il minimo. Per una spesa totale di 2 miliardi e 180 milioni”. È quanto afferma Fiorenzo Pastro, Presidente dell’ANAP del Veneto, l’Associazione dei pensionati artigiani di Confartigianato sul decreto pensioni firmato dal Governo Renzi.
Il Presidente del Consiglio ha anche annunciato un “effetto trascinamento” della sentenza della Corte costituzionale, perché saranno riviste al rialzo anche le indicizzazioni delle pensioni fino a 3.000 euro dal 2016.
“Tale decisione – ha affermato Pastro – se mette nelle tasche dei pensionati cosiddetti medio-bassi una cifra peraltro piuttosto bassa rispetto al dovuto, contrasta evidentemente con quanto enunciato dalla Corte costituzionale che ha annullato la legge Monti sul blocco delle rivalutazioni”.
“La Corte aveva aperto si la strada a un nuovo decreto – continua il Presidente – ma questo doveva rispondere a due criteri: l’equità e la non ripetibilità; criteri entrambi disattesi. Ora si aprirà, come già annunciato da molti, un contenzioso che riguarderà 5 milioni di pensionati”.
“È così – continua il Presidente dell’ANAP Veneto – che si affrontano problemi seri come quello della rivalutazione delle pensioni? Senza ascoltare i rappresentanti dei pensionati che pure si erano dichiarati  disponibili a discutere delle possibili soluzioni da adottare, nel rispetto della Sentenza, dei vincoli di bilancio e delle preoccupazioni della Comunità europea?”.
“Ci auguriamo che in sede di conversione da parte delle Camere, il provvedimento venga migliorato e che – conclude Pastro – con l’occasione, si affronti anche il problema, senza dubbio ancora più serio ed urgente, dei pensionati meno abbienti, concedendo loro il bonus degli 80 euro ed elevando quanto meno la cosiddetta no tax area”.