Sistema Casa: nuove competenze e sostenibilità
Mondo delle costruzioni e dintorni sotto la lente d’ingrandimento: è accaduto nel corso della recente iniziativa denominata “Accademia dell’Edilizia”.
L’evento, proposto da Confartigianato Vicenza in collaborazione con CESAR e il sostegno di Edilcassa Veneto, si è articolato inuna due giorni (300 presenze) caratterizzata da un taglio molto pratico e concreto attraverso workshop, incontri e laboratori tecnico-pratici per sperimentare nuove soluzioni e acquisire nuove competenze e idee creative, coinvolgendo anche i più giovani (tra cui una 50ina di studenti). A questi ultimi in particolare il settore manda un messaggio: l’Edilizia sconta una narrazione che la vuole ancora ferma al secolo scorso, quando invece conta sempre più su competenze, specializzazioni, professionalità.
Tutto ciò si riflette nei numeri: nel I trimestre di quest’anno sono state previste 1.160 nuove entrate nel settore; eppure, rimane ancora alta la quota di lavoratori che non si trovano, assestata al 61,6% (con punte dell’81,9% per operai specializzati e addetti alle rifiniture delle costruzioni). È necessario, perciò, un cambio di passo: a partire anche dall’accesso alla professione, che andrebbe concesso a fronte di specifici requisiti e di riconosciuta formazione (come avviene ad esempio per le estetiste); così l’Edilizia ne guadagnerebbe anche in termini di immagine. Quello dell’accesso alla professione è un tema caro a Confartigianato, che già lo propose nel 2013 e che ora, in una situazione istituzionale più definita, torna a riproporlo con forza. Nel frattempo, il comparto si interroga sul suo futuro, che passa anche dalla Sostenibilità.
Il quadro d’insieme
Il settore dell’Edilizia nel Vicentino conta 6.171 aziende artigiane, occupa 9.897 lavoratori e rientra nel più ampio settore delle Costruzioni, in cui operano un totale di 8.307 imprese artigiane e 15.196 addetti. Rispetto al totale imprese, quelle dell’Edilizia rappresentano quindi il 72,4% e quelle delle Costruzioni il 74,8%, confermandosi uno dei settori più corposi e importanti per l’economia locale (e non solo).
“L’Edilizia – commenta Giovanni Lovato, presidente provinciale del Sistema Casa Confartigianato – e il sistema casa in generale, ha conosciuto negli ultimi quattro anni momenti altalenanti, passando da situazioni di stop forzato a una lenta ripresa fino alla “corsa” al 110%, che da un lato ha rilanciato il settore, dell’altro ha però sollevato altri e noti tipi di problematiche. C’è stata poi la difficoltà legata ai costi delle forniture energetiche e delle materie prime, che hanno inciso sui margini di molte aziende, le quali hanno affrontato tali tempeste contando sul supporto di Confartigianato e puntando su Innovazione e Sostenibilità. Questi ultimi due aspetti impattano non solo sulle modalità di lavoro delle imprese, ma anche sul “prodotto” realizzato, un aspetto sul quale l’attenzione del committente, sia esso privato o pubblico, si concentra sempre più. Abitazioni, uffici, edifici pubblici, in grado di combinare nuove tecnologie e risparmio energetico sono sempre più richiesti, al di là degli incentivi”.
I trend: abitazioni più efficienti
A dirlo sono anche i numeri: circa Innovazione e Sostenibilità delle abitazioni, i veneti hanno speso 654,3 milioni di euro nel 2022 per interventi di risparmio energetico, di cui 129 milioni a Vicenza, prima provincia veneta per investimenti. Ma dove sono stati investiti questi soldi? Principalmente in serramenti, caldaie a condensazione, schermature. Il risultato è che, nel 2023, in classe F e G (le più basse) risultavano 2 edifici residenziali su 5. La prospettiva è che si continui a investire nelle abitazioni anche nel 2024. Questo perché la sensibilità del cliente è cambiata e con essa, come detto, cambiano le competenze e professionalità richieste a chi opera nel settore edile. I workshop proposti in occasione dell’Accademia dell’Edilizia sono andati proprio nella direzione di un aggiornamento professionale continuo, quanto mai fondamentale.
“In un’ottica di maggior coinvolgimento di tutte le figure che operano nei cantieri – commenta Thomas Fantin, presidente del Sistema Attività Complementari all’Edilizia di Confartigianato –
l’invito è stato esteso a geometri, architetti e ingegneri, ovvero a tutte quelle professionalità con le quali le nostre imprese si trovano a collaborare con uno scambio di competenze reciproche. Questo vale, naturalmente, anche per le competenze presenti negli uffici tecnici dei Comuni. Come detto, non è mancato un occhio di riguardo per i giovani: sono stati infatti invitate le scuole di indirizzo Costruzioni, Ambiente, Territorio, che hanno potuto toccare con mano il lavoro in cantiere, mettendosi alla prova”.
E soprattutto riuso dell’esistente…
Tutto parte da un’indagine di Smart Land per il Veneto, ora declinata in due realtà più piccole.
“Lo studio rappresenta un unicum perché va a operare in maniera chirurgica calandosi concretamente in un territorio specifico, per questo potrebbe essere ‘esportato’ – commenta Lovato -. Mappare gli edifici dismessi, talvolta di uso pubblico ma agli effetti privati come ad esempio quelli delle IPAB, ha richiesto tempo e non pochi passaggi burocratici”.
Nei prossimi mesi lo studio proseguirà con una analisi di dettaglio su due edifici scelti in ragione della loro potenziale trasformabilità e riqualificazione, con una valutazione di massima della fattibilità del recupero, ipotizzando usi e modalità di intervento, valutando gli impatti positivi sotto diversi aspetti, in rapporto anche ad alcune best practice.
“Dare la possibilità ai cittadini di avere spazi già esistenti riadattati alle nuove esigenze di comunità è sicuramente una ricchezza, oltre che un buon esempio – aggiunge Fantin-. D’altro canto la sistemazione di immobili dismessi, secondo anche i criteri della sostenibilità e del risparmio energetico con alimentazione da fonti alternative, permette alle amministrazioni di intercettare contributi di varia natura. Poi ci sono le imprese. Soprattutto quelle locali possono essere competenti artefici di sistemazioni, ristrutturazioni, riqualificazione degli edifici individuati. In questo modo si alimenta l’economia locale ‘premiando’ le realtà imprenditoriali a km zero, anche in questo caso un aspetto sociale e sostenibile da valorizzare”. “E, in un’ottica di acquisizione di competenze e professionalità di quanti operano nel settore e per una crescita di nuove maestranze, nelle intenzioni di Confartigianato i due edifici oggetto di ‘riuso’ potranno inoltre diventare altrettanti ‘cantieri studio’”, conclude Lovato.
Il recupero di immobili dismessi rappresenta per svariati motivi un buon investimento, per questo dopo la mappatura nei comuni di Bolzano e Quinto, l’analisi prevede altri step fino ad arrivare a mappare tutti i comuni del vicentino.
“Il tema dell’ambiente e della sostenibilità parte a livello locale – commenta il Presidente del Raggruppamento di Camisano, Vicentino Maurizio Facco-. Sempre più ci rendiamo conto che il dissesto idrogeologico, di forte interesse anche in questi giorni di abbondanti piogge, dipende molto dalla cementificazione di molte aree. Il consumo del suolo è un argomento su cui porre massima attenzione, anche da parte delle Amministrazioni locali, perché da esso può dipendere il benessere della collettività con una forte incidenza per il nostro territorio. Lo studio proposto da Confartigianato Vicenza, fortemente voluto e sostenuto dall’Area di Vicenza, Raggruppamento di Camisano, coinvolgendo i due comuni campione, va proprio nella direzione di identificare opportunità di riutilizzo e di riqualificazione di edifici dismessi evitando quanto più possibile nuove cementificazioni.”