Skip to main content







DAI RISTORATORI ASSORTIGIANI UN MENU’ DEDICATO AL PALLADIO

_x000D_
_x000D_
_x000D_
_x000D_
01/04/2008DAI RISTORATORI ASSORTIGIANI UN MENU’ DEDICATO AL PALLADIO_x000D_
La ricorrenza del cinquecentesimo anno dalla nascita di Andrea Palladio costituisce per Vicenza e provincia un significativo momento di promozione. E, partendo dalle ville realizzate dal celebre architetto, anche nel territorio si stanno sviluppando numerose iniziative legate ai più svariati aspetti dell’epoca in cui Palladio visse. Basti ricordare l’importanza della Pietra di Vicenza nella realizzazione delle dimore di campagna, le numerose maestranze coinvolte per realizzarle, la vita che in esse si svolgeva e che, di riflesso, movimentava anche una serie di attività artigiane. Di sicuro un aspetto interessante, e utile anche turisticamente, è l’arte culinaria del ‘500 che vedeva il sapiente impiego dei prodotti locali. In questo ambito si colloca una nuova iniziativa promossa dai ristoratori dell’Assoartigiani di Vicenza: la realizzazione di un menù palladiano, la cui presentazione  è stata ospitata dal conte Conte Christian Malinverni nella suggestiva cornice di Villa Godi Malinverni a Lonedo di Lugo Vicentino. Come detto, protagonisti dell’iniziativa sono i ristoratori dell’Assoartigiani che, assieme ai colleghi dell’associazione "Le risorgive" , desiderano far conoscere ai vicentini e ai turisti un menù nato da un lavoro di ricerca storica. "Spulciando infatti tra manuali e trattati, si è risaliti agli ingredienti e ricette in voga nella tradizione popolare del XVI secolo", ha spiegato Sergio Boschetto della Trattoria Molin Vecio.Lo stesso Palladio, nella sua concezione di villa, chiarisce come molti spazi e ambienti dovevano essere funzionali alla cucina, per garantire la conservazione dei cibi e, di conseguenza, l’autosufficienza alimentare ai "villeggianti". Quattro le portate che compongono il menù palladiano: saor de truttelle (avanotti di trottella in saor), riso, capreto, pissacàn e raise de fossi (risotto con capretto, topinambur e tarassaco), tagliatura de carne salada e pastinaca (millefoglie di manzo al sale e ginepro grigliato e carote selvatiche), bussolà del Fasolo al zabalione (torta casereccia con pinoli e canditi), per un totale di 25 euro."Non solo: nell’intento di avvicinare anche le giovani generazioni alla cultura gastronomica locale, i ristoratori hanno studiato un menù a piatto unico al costo di 15 euro (riso, capreto, pissacàn e raise de fossi, tagliatura de carne salada e pastinaca) per la pausa pranzo degli studenti e delle scolaresche in visita", ha ricordato Carmelo Rigobello, segretario generale dell’Assoartigiani.Come hanno spiegato i ristoratori, il Menù Palladiano introduce dei recuperi in fatto di gusto e, riscoprendo i sapori e gli ingredienti di una volta (spezie, pastinaca, miele…), si presenta come un fatto culturale. Nella preparazione dei piatti si potrà così percepire il valore della conservazione degli alimenti, immaginare gli ambienti in cui i villeggianti sedevano a tavola e, a conclusione di questo percorso, giungere a conoscere meglio l’epoca de Palladio. Al cliente che consuma il menù non deve sfuggire questo valore aggiunto: ecco perché a ciascuno verrà consegnata in omaggio una stampa didattica curata da Galliano Rosset che ha illustrato la concezione di "villa-fabrica" così come elaborata dal sommo architetto. "Nella villa veneta, che rappresentava una straordinaria scuola per formare gli artigiani, la cucina era il cuore pulsante", ha ricordato Rosset. Per il periodo estivo, poi, è prevista un’altra iniziativa: la realizzazione di cene palladiane nelle ville, unendo così la cultura gastronomica a quella artistica e storica. Le serate saranno arricchite inoltre da testi, musiche ed esposizioni artigianali legate al periodo storico in cui visse l’architetto vicentino.I ristoranti in cui si può gustare il menù palladiano sono:  Il torchio antico (Lonedo di Lugo Vicentino); Trattoria da Pietro (Villaverla); Chalet Clara (Nogarole Vicentino); Antica Trattoria al campanile (Arzignano); Trattoria Molin Vecio e Ristorante Al Marinante (Caldogno); Da Giancarlo Hotel Rizzi (Cavazzale); Locanda Botella (Montecchio Maggiore); Ristorante da Fernando e Ristorante Ai Romani (Rettorgole di Caldogno); Trattoria La Rocca leonicena (Lonigo).