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Sostenibilità in tour con CITEMOS: luci e ombre della mobilità elettrica

Non è un caso che sia partita da Vicenza l’iniziativa “Sostenibilità in tour” di Confartigianato, che in maggio ha portato un team con due auto elettriche attraverso l’Italia con tappe a Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria e Palermo per verificare a che punto siamo in materia di mobilità elettrica e infrastrutture viarie. Proprio nella nostra provincia, infatti, già da dieci anni alcuni progetti coinvolgono gli operatori del settore.

I TEMI ALLA RIBALTA

Ricorda al proposito il presidente della Confartigianato vicentina, Gianluca Cavion: “Abbiamo iniziato a parlare di mobilità sostenibile e relativi mezzi già dieci anni fa, col progetto ‘Futuro Elettrizzante’, partendo da uno studio sulla distanza media percorsa quotidianamente per lavoro dai nostri artigiani. Ne emerse che tali tragitti erano perfettamente compatibili con la modalità elettrica. E se ciò era evidente allora, figuriamoci oggi”.
Successivamente Confartigianato, intessendo anche rapporti con le istituzioni locali, regionali e nazionali, ha dato vita con la consorella di Treviso a ‘Reborn’, progetto per la trasformazione di auto alimentate a benzina in auto elettriche, nonché promosso, con l’appoggio di vari Comuni, l’installazione di colonnine elettriche in città e provincia.
Tutte iniziative che, dal 2017, sono confluite in ‘CI.TE.MO.S. (CIttà, TEcnologia, MObilità Sostenibile)’, un format a 360° e continuativo animato da convegni, momenti di approfondimento e ricerche con i maggiori studiosi e specialisti in materia attivi nel mondo universitario (Bicocca di Milano, La Sapienza di Roma, Cà Foscari di Venezia), approfondendo il dialogo con le Amministrazioni e mettendo in campo risorse e analisi sulle politiche locali legate ai flussi di mobilità del comparto artigiano, per capire come e dove sia possibile realizzare sistemi di mobilità alternativa e meno inquinante. Conclude perciò Cavion: “Non possiamo quindi che essere orgogliosi del fatto che un evento provinciale come CI.TE.MO.S. sia diventato ora un’iniziativa nazionale e itinerante, aumentando conoscenze condivise che vanno a favore di tutte le imprese e a beneficio della collettività”.

E proprio a livello nazionale, mentre si svolgeva il viaggio denominato “Sostenibilità in tour”, Confartigianato ha diffuso un Rapporto che evidenzia le criticità legate al possibile incremento della mobilità “green”, tra cui carenza di manodopera specializzata e bassa dotazione di infrastrutture dedicate. 

È un tema di vaste proporzioni, dato che nella filiera auto in Italia operano 73.714 aziende artigiane, pari al 42,2% del totale, rappresentando il 75,9% nel settore della Riparazione e manutenzione dei veicoli. Numeri ancora maggiori riguardano gli addetti: nel comparto gli occupati nelle piccole imprese sono 387.000, pari al 69,4% del totale. 

Una delle sfide principali per queste imprese, ovviamente, è l’adattamento alle nuove competenze richieste dal cambiamento del mercato automobilistico, soprattutto nell’ambito dell’auto elettrica e delle tecnologie digitali. Secondo il rapporto di Confartigianato, nel 2023 la richiesta di addetti qualificati ha raggiunto livelli critici: su un totale di 36.330 meccanici artigianali, riparatori e manutentori di auto necessari, il 70,8% (pari a 27.730 lavoratori) è risultato difficile da reperire.

Particolarmente significativa è la crescente domanda di competenze legate al risparmio energetico e allo sviluppo digitale. Le assunzioni che richiedono una forte attitudine al risparmio energetico hanno incontrato una difficoltà di reperimento del 72%, mentre le competenze digitali di base e l’applicazione delle tecnologie 4.0 hanno registrato rispettivamente l’81,6% e l’83,1% di difficoltà. 

Quanto alla transizione verso veicoli a zero emissioni, l’Italia si confronta con un ritmo di diffusione dell’auto elettrica inferiore rispetto ad altri Paesi europei: su 39,7 milioni di vetture, 188mila sono elettriche, vale a dire lo 0,5% del totale, a fronte della media UE dell’1,2% e del 4% di nazioni del Nord Europa come Danimarca e Svezia.

Nel primo trimestre 2024, le immatricolazioni di auto elettriche (13.325) hanno registrato una flessione del 18,5% rispetto all’anno precedente, a differenza di Francia (+23,1%) e Germania (-14,1%). Inoltre, nello stesso trimestre, si sono avute nuove registrazioni di 14.415 auto ibride plug-in (-24,0%) e 172.090 auto ibride (+12,6%).

Una delle cause principali di tale divario è la minore disponibilità di infrastrutture di ricarica. Al primo trimestre di quest’anno, le colonnine di ricarica sono risultate 44.429 e, nonostante un aumento del 31,4% rispetto al 2023, l’Italia conta solo 11 colonnine ogni 10.000 veicoli circolanti, rispetto alle 27 della Germania e alle 33 della Francia.

Per affrontare tale sfida, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede investimenti significativi nell’installazione di punti pubblici di ricarica rapida, sia in autostrada che nei centri urbani. Con un finanziamento di 741,3 milioni di euro, si mira alla realizzazione di 21.255 punti di ricarica rapida e 100 stazioni di ricarica con stoccaggio. Inoltre, grazie a risorse PNRR per circa 320 milioni, è stato costituito anche  il Centro Nazionale di Ricerca sulla Mobilità Sostenibile (MOST), cui è affiliata anche Intesa Sanpaolo, per sviluppare progetti innovativi sulle nuove modalità di trasporto.

Secondo il presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli, “la transizione verso una mobilità più sostenibile richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle imprese e della società civile. Attraverso investimenti mirati, sviluppo delle competenze e promozione delle tecnologie innovative, possiamo affrontare le sfide del presente e costruire un futuro più verde e resiliente per tutti”.