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Competenze digitali avanzate e IA: le PMI in carenza di personale qualificato

Secondo un rapporto di Confartigianato nazionale sulla difficoltà a reperire manodopera esperta di tecnologie 4.0 e intelligenza artificiale, la situazione peggiore si registra in Trentino-Alto Adige, dove è introvabile il 67,2% dei lavoratori con competenze digitali avanzate necessarie alle Pmi (9.330 su 13.890).

Seguono Friuli-Venezia Giulia, dove manca il 65,2% di personale pronto ad affrontare l’IA (4.800 su 7.360) e Umbria, con una quota del 63,8% (2.980 su 4.670). A soffrire la carenza di personale con “e-skill” sono anche il Veneto con 20.270 ‘introvabili’ su 34.590 (pari al 58,6%), l’Emilia-Romagna (17.910 su 30.810, pari al 58,1%) la Lombardia (46.930 su 81.020, pari al 57,9%), Piemonte e Valle d’Aosta (16.720 su 28.910, pari al 57,8%).

In testa alla classifica dei lavoratori introvabili, tra quelli capaci di gestire tecnologie relative a Big Data Analytics, Internet Of Things e robot, vi sono gli Elettricisti specializzati in Costruzioni: lo scorso anno, sono risultati difficili da reperire 11.900 lavoratori su un fabbisogno delle imprese pari a 17.540. Difficile reperire anche 8.590 Tecnici programmatori su un totale di 11.730. Arriva addirittura all’84% la quota di ‘introvabili’ nell’Automotive: su 6.760 Meccanici e Autoriparatori è stato difficile trovarne 5.680. Stessa percentuale di difficoltà di reperimento per gli addetti ai Macchinari utensili, pari a 6.350 lavoratori su 7.560.

Se dunque 125mila micro e piccole imprese hanno già varcato le frontiere dell’intelligenza artificiale, su un totale di 134mila aziende italiane “pioniere” dell’IA, la loro corsa nella transizione digitale è frenata dalla difficoltà di trovare personale qualificato. Su 449mila lavoratori con elevate “e-skill 4.0” richiesti in generale dalle aziende, ne mancano all’appello 246mila, pari al 54,9%.

Per tale motivo la scarsità di personale qualificato è indicata come il problema più grave dal 58,1% delle micro e piccole imprese del nostro Paese, a fronte del 54,1% della media dell’UE.

“Per le nostre aziende – osserva al proposito Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto – la difficoltà a trovare lavoratori con adeguate competenze viene indicata come addirittura di gran lunga più grave rispetto ai problemi della burocrazia, dell’accesso al credito e della concorrenza sleale”.

Proprio per questo lo stesso Boschetto è intervenuto di recente sulla discussione relativa al disegno di legge ‘Norme per lo sviluppo e l’adozione di tecnologie di intelligenza artificiale’, che può rappresentare un’opportunità per dare risposta alle esigenze delle imprese che soffrono la carenza di personale con e-skill avanzate. “Nel testo – osserva Boschetto – è infatti previsto uno stanziamento importante di risorse ‘Fondo intelligenza naturale’, che si lega fortemente al nostro concetto di Intelligenza Artigiana”. Le risorse saranno finalizzate, si legge nel testo, al rilascio di certificazioni attestanti lo sviluppo di competenze dei lavoratori nell’ambito dell’intelligenza artificiale necessarie per affrontare la transizione digitale e tecnologica. “Dobbiamo essere coinvolti in questo processo come associazione” – sostiene perciò il presidente – “perché le imprese che rappresentiamo possano portare un contributo importante. All’art.4 del DDL sono inoltre previsti spazi di sperimentazione per promuovere, sostenere e facilitare l’impiego di tecnologie legate all’IA. Nella lista dei settori va fatto esplicito riferimento all’artigianato, oltre che al mondo industriale e manifatturiero”.