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Turismo nel Vicentino

Lo scorso anno la provincia ha superato le 2 milioni e 264mila presenze. Oltre 3mila le aziende impegnate ad accogliere i visitatori italiani ed esteri

Se il litorale veneto è preso d’assalto d’estate registrando numeri e cifre da record, le città rimangono nel corso dell’anno interessanti mete per i turisti. E Vicenza non fa eccezione. Dai dati Istat, rielaborati dalla Regione Veneto, infatti, si rileva che nel 2023 nella provincia berica le presenze turistiche hanno superato i 2 milioni 264 mila, di cui 1 milione 526 mila di italiani (67,4%) e 738 mila stranieri (32,6%). A fronte di questi numeri, la conferma che nel 2023 le presenze sono cresciute del 12,7% su base annua grazie al forte aumento dei turisti stranieri (+22,6%), mentre i turisti italiani si fermano sul +8,4%. Recuperati quindi i livelli del 2019 pre pandemia rispetto ai quali si osserva un aumento del 2,8%, più intenso del +0,9% regionale, interamente dovuto al +8,5% dei turisti italiani, mentre le presenze dei turisti stranieri (seppur in crescita nell’ultimo anno) sono ancora al di sotto dei livelli pre crisi (-7,2%).

Quanto alla provenienza dei turisti stranieri, ai primi tre posti si piazzano Stati Uniti con il 13,1% delle presenze, Germania (13%) e Francia (6,2%). Tra questi, solo i turisti tedeschi mostrano una ripresa delle presenze rispetto al 2019 (+2,7%), soprattutto grazie alla forte crescita dell’ultimo anno (+12,7% sul 2022), mentre per i turisti statunitensi e francesi le presenze sono ancora inferiori rispetto a quelle pre pandemia, rispettivamente -5,2% e -1,2% sul 2019. A pesare sul mancato recupero delle presenze straniere pre pandemia, però, sono i turisti cinesi: nel 2023 le presenze di turisti dalla Cina sono state 24.324 con un calo del 73,7% rispetto alle 92.518 presenze del 2019, perdendo così anche 5 posizioni nella graduatoria dei principali paesi di provenienza dei turisti stranieri.

“I dati elaborati dall’Ufficio Studi sono incoraggianti per il 2024. Se i cinesi scontano un rallentamento interno dell’economia che evidentemente si ripercuote sulla disponibilità riservata alle vacanze, i numeri ci dicono che il vicentino è attrattivo. Sicuramente il nostro territorio, tanto a livello regionale che locale, è in grado di offrire un variegato catalogo di scelte per diverse tipologie di turista – commenta Christian Malinverni, delegato Confartigianato Imprese Vicenza al Patrimonio Culturale e Turismo-. Sta a noi ora intercettare gli interessi di chi arriva nei nostri territori presentando loro il meglio in termini di aspetti naturalistici ma anche enogastronomici, culturali e artistici. Proprio da queste considerazioni è nata l’offerta di ViArt, portale di promozione dell’artigianato Vicentino di Confartigianato, che propone la scoperta di laboratori e botteghe per far conoscere da vicino la realtà degli artigiani con anche la possibilità di esperienze uniche adatte ai diversi gusti. Non mancano gli itinerari, tanto nel capoluogo che in provincia, anche qui con l’obiettivo di far conoscere meglio il territorio e le lavorazioni tipiche del Made in Vicenza”.

“Riteniamo infatti che oggi il turista – continua Malinverni- non sia più quello da ‘pacchetto preconfezionato’ ma che cerchi esperienze speciali, per scoprire davvero ciò che rendere unico un territorio rispetto ad un altro. Questo vale tanto per i turisti stranieri che per quelli italiani. Al proposito di questi ultimi, considerata l’inflazione, l’aumento del costo dell’energia e la percezione di una certa incertezza, molti hanno deciso di fare le vacanze in patria, magari anche solo di qualche giorno. Una fascia di turisti che va intercettata offrendo appunto qualcosa di distintivo”.

In questo senso sono interessanti i dati a livello comunale: se il capoluogo attira una buona quota delle presenze turistiche (24,5%) della provincia, seguono realtà quali Asiago con il 13%, Bassano del Grappa (7,2%), Roana (6,8%) e Montecchio Maggiore (5,3%). Complessivamente poi i 7 comuni dell’Altopiano di Asiago, con oltre 572 mila presenze turistiche, che rappresentano il 25,3% del turismo provinciale, superano la città di Vicenza. Nell’Altopiano di Asiago nell’ultimo anno le presenze di turisti sono in aumento del 6,6% e sono nettamente superiori rispetto al periodo pre pandemia (+42,6% sul 2019). Il capoluogo di provincia, invece, nonostante la crescita del 13,5% nel 2023 non ha ancora recuperato i livelli delle presenze turistiche del 2019 (-13,6%).

Continua Malinverni: “Quanto ai dati dell’Altopiano non possiamo che essere soddisfatti. Le nostre montagne non hanno niente da invidiare rispetto ad altri territori. Riqualificazioni edilizie, calendari di eventi ricchi e stimolanti, sinergie tra diversi soggetti coinvolti, fanno la differenza e possono contribuire al rilancio di zone destinate altrimenti ad essere abbandonate”.

Sul versante dell’offerta, alla fine del I trimestre 2024, le imprese artigiane operanti in settori di attività interessati dalla domanda turistica sono complessivamente 3.306, pari al 14,5% dell’artigianato totale, e danno lavoro a 13.771 addetti. Il comparto principale è ‘Altre attività manifatturiere e dei servizi’ che conta 970 imprese (29,3% delle imprese artigiane del settore) e comprende importanti attività dell’artigianato quali produzione di gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro e cornici, la lavorazione artistica di marmo, ferro, rame e altri metalli, la fotografia, i servizi alle persone come, ad esempio, centri benessere e palestre e anche i servizi per animali domestici. Seguono le 944 imprese dell’Abbigliamento e calzature’ (28,6%) che contribuiscono al successo nel mondo della moda che è tra i comparti più rappresentativi all’estero del made in Italy e dello stile italiano. Sono 570 invece le imprese dell’Agroalimentare (17,2%). A seguire 430 Ristoranti e pizzerie (13%), 203 Bar, caffè e pasticcerie (6,1%) – insieme si tratta di 643 imprese e del 19,1% del settore – 171 imprese del Trasporto persone (5,2%) che integrano l’offerta dello spostamento dei turisti, e 18 imprese di Attività ricreative, culturali e intrattenimento (0,5%).

“Nel tempo abbiamo visto che alle ‘tradizionali’ attività turistiche sono andate via via aggiungendosene altre segno di un turismo che negli anni è cambiato tanto nell’approccio alla vacanza quando alla sua tipologia con una richiesta di servizi, all’altezza e non improvvisati, sempre più spiccata. Certo enogastronomia, moda e preziosi, restano le espressioni di territorialità per eccellenza, ma poter contare anche su attività che concorrano al benessere generale durante la vacanza fa sempre più la differenza. Speriamo che questo messaggio arrivi anche ai tanti giovani che possono trovare nel settore della ricezione, e nella manifattura artigiana, un futuro lavorativo e professionale”, conclude Malinverni.