LEGGE SUL VERDE URBANO E ORNAMENTALE, RECEPITE ALCUNE MISURE PROPOSTE DA CONFARTIGIANATO SULL’IDONEITÀ PROFESSIONALE DEGLI OPERATORI E SEMPLIFICAZIONI NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI
Soddisfazione di Confartigianato Vicenza per l’entrata in vigore, in agosto, della nuova Legge sul verde urbano e ornamentale: il testo, contenente disposizioni di semplificazione, razionalizzazione e competitività per i settori agricoli e agroalimentari, tiene infatti anche conto delle misure richieste dalla stessa Confartigianato e dalle altre associazioni del comparto.
Per le imprese artigiane che operano nel settore della realizzazione e manutenzione del verde urbano (trecento nel Vicentino) le novità sono importanti, a partire dall’articolo che stabilisce che possono esercitare lavori di costruzione, sistemazione e manutenzione del verde, pubblico o privato, le “imprese agricole, artigiane, industriali, o in forma cooperativa (…) che abbiano conseguito un attestato di idoneità che accerti il possesso di adeguate competenze”. Spetta ora alle Regioni disciplinare i corsi di formazione per il rilascio dell’attestato: contenuti, tempi e modalità dei corsi dovranno realmente contribuire a un miglioramento del livello professionale.
“L’auspicio – spiega Stefania Dal Maistro, presidente della categoria Servizi Casa Verde e Pulizia di Confartigianato Vicenza – è che il nuovo requisito non si trasformi in un ulteriore adempimento a carico dell’impresa, ma contribuisca concretamente a regolamentare un settore particolarmente interessato dalla proliferazione di imprese e da soggetti che esercitano abusivamente l’attività. In entrambi i casi ci si trova troppo spesso di fronte a operatori privi di adeguate competenze, con effetti negativi per il comparto sia in termini economici che professionali”.
Un altro significativo passaggio della Legge è quello relativo ai rifiuti provenienti dalla manutenzione delle aree verdi urbane. Erba da sfalcio e ramaglie da potatura potranno essere ora destinati “alle normali pratiche agricole e zootecniche o utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa, anche al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi”.
“Una scelta – conclude Dal Maistro- che non solo risponde a buone prassi agronomiche ma, facendo decadere gli obblighi previsti per i rifiuti, porta benefici economici per l’impresa e il cliente”.