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80 anni di fedeltà a un ideale

di Gianluca CavionPresidente Confartigianato Imprese Vicenza

Chissà cosa avrebbero risposto, quei ventisei soci fondatori che il 24 settembre 1945 costituirono l’Associazione Artigiani della Provincia di Vicenza, se qualcuno gli avesse chiesto di immaginare come sarebbe stata la loro “creatura” ottant’anni dopo, nel 2025.

Gianluca Cavion

Noi, loro eredi attuali, lo sappiamo: oggi essa è l’associazione territoriale più rappresentativa, per soci e imprese, di tutto il sistema Confartigianato nazionale. Non è frutto del caso, ma di un impegno collettivo che, per otto decenni e attraverso due secoli, ha mantenuto fedeltà all’ideale dello Statuto originario: quello di essere ogni giorno, con tutte le proprie forze, al fianco della piccola impresa. Con un organismo costituito e guidato da artigiani per tutti gli artigiani del territorio, con una struttura operativa professionalmente specializzata. Oggi come allora, da un lato l’associazione è la portavoce della categoria nel contesto pubblico, dall’altro è la fonte di quei servizi e di quell’aggiornamento che le aziende socie utilizzano per le loro attività, cogliendo i cambiamenti in atto.

Il mondo è profondamente mutato, da quel dopoguerra al nostro tempo, ma l’esempio resta vivo. 

I “pionieri” del 1945 si muovevano in bicicletta per raccogliere le iscrizioni degli artigiani concittadini (a fine anno erano già 1533), e nei mesi immediatamente successivi seppero estendere la loro attività oltre Vicenza, andando a costituire i Mandamenti di Arsiero, Arzignano, Bassano, Lonigo, Malo, Marostica, Noventa, Schio, Thiene e Valdagno. E già dalla fondazione si delineò la suddivisione per Categorie di attività, ovvero: Abbigliamento, Arredamento, Cuoio e Calzature, Ceramica e Vetro, Ferro e Metalli, Fotografi, Grafici, Installatori d’Impianti, Legno, Marmo e Pietra, Mestieri Vari, Odontotecnici, Orafi e Argentieri, Pittori e Decoratori. 

L’Associazione fu subito promotrice della Fiera di Vicenza e delle sue esposizioni, aprì sportelli per la contrattualistica, il tributario, il credito, la previdenza sociale e la mutualità di malattia, la formazione professionale. Tanto che, tracciando il bilancio dei primi vent’anni di attività, la stampa associativa (ovvero la rivista “L’Artigiano Vicentino”) nel 1965 affermava: “All’opera di proselitismo e di convincimento dei fondatori per raccogliere in un’unica Associazione tutti gli artigiani vicentini, ha fatto seguito nel tempo l’esigenza sempre più avvertita dagli artigiani di poter contare su un’Associazione non soltanto rappresentativa e quindi in possesso degli strumenti democratici per le rivendicazioni della categoria, ma organizzata in modo da assicurare una costante e competente assistenza capace di aiutare gli imprenditori a penetrare nell’aspra selva selvaggia delle innumerevoli disposizioni che li riguardano”. Sono parole che, compreso quel pittoresco ma efficace riferimento alla “aspra selva selvaggia” della burocrazia, possiamo far nostre anche adesso.

Cioè, nel momento in cui sosteniamo ogni azione ritenuta necessaria per mettere in atto misure che possano creare e favorire uno sviluppo sostenibile e inclusivo per ogni dimensione aziendale, assicurando un contesto favorevole per le piccole e piccolissime imprese, che restano il motore dell’economia italiana, portatrici di una tradizione chiamata ad affrontare le sfide dell’era digitale. Per questo sosteniamo la necessità di realizzare le riforme che devono rendere più competitiva l’Italia, tra cui quelle riguardanti la Pubblica Amministrazione, il fisco, il sistema degli incentivi, la messa a terra del PNRR, la reale accessibilità al Piano Transizione 5.0 da parte delle piccole imprese (a proposito: non ci è piaciuta, nella Legge di Bilancio che pure contiene aspetti positivi, la penalizzazione retroattiva del programma Transizione 4.0, proprio in un momento in cui bisogna spingere sugli investimenti privati e reagire alla congiuntura negativa del nostro manifatturiero).

Altrettanto importante è incidere sulle competenze professionali, un elemento chiave per il futuro: potenziare l’apprendistato professionalizzante e incentivare l’alternanza scuola-lavoro sono passi decisivi per formare il nuovo personale di cui le nostre aziende hanno bisogno.

Altro tema fondamentale resta l’accesso al credito, che ha bisogno di interventi specifici per facilitare l’autofinanziamento delle PMI e di valorizzare il sistema dei Confidi, perché le nostre aziende devono avere accesso a risorse adeguate a sostenerne la crescita e competitività: va quindi riformato il sistema di garanzie, per rispondere meglio alle loro esigenze.

Un buon segnale è stato invece l’avvio, in Consiglio dei Ministri, dell’esame del Disegno di legge annuale per le piccole e medie imprese, un passo importante per rafforzare e valorizzare il nostro mondo produttivo. Il provvedimento rappresenta la prima attuazione dell’articolo 18 dello Statuto delle Imprese del 2011 che, recependo quella comunicazione del 2008 della Commissione UE in cui si dettavano i principi dello Small Business Act, coglie la specificità del nostro mondo e ne riconosce l’importanza come motore economico e generatore di occupazione. Il Ddl risponde a una serie di necessità urgenti per le nostre aziende, tra cui gli incentivi alle aggregazioni, la semplificazione amministrativa, il miglioramento dell’accesso al credito, la promozione della digitalizzazione e la valorizzazione del trasferimento generazionale delle competenze, il sostegno per la creazione di reti d’impresa e la riforma dei Confidi, tutte misure sollecitate da Confartigianato per consentire agli imprenditori di affrontare le sfide delle transizioni “green” e digitale. Continueremo a monitorare l’iter legislativo, affinché tali istanze vengano pienamente rispettate e soddisfatte con azioni concrete. 

Anche così restando fedeli allo spirito dei nostri predecessori associativi, con la medesima tenacia.