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Richiesto di proroga termini di adesione al Concordato Preventivo Biennale

Anche a Vicenza la percentuale delle imprese associate a Confartigianato che hanno aderito al Concordato Preventivo Biennale si assesta al 16% in linea con il dato regionale. A utilizzare maggiormente questa opportunità sono state le imprese di intonacatura, rivestimenti, tinteggiatura e altri lavori di completamento degli edifici (13% del totale), e quelle che si occupano di installazione di impianti elettrici, idraulico sanitari e altri impianti (16% del totale).
Il Concordato rimane quindi uno strumento che le imprese posso utilizzare ma che hanno bisogno di valutare appieno. Da qui la richiesta di proroga dei termini, che vede accanto a Confartigianato Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti. 

Proroga che potrebbe essere introdotto nella conversione in legge del decreto ‘Milleproroghe’, ormai alle battute finali.

“La richiesta è di posticipare il termine di adesione contestualmente alla data di invio delle dichiarazioni dei redditi per dare modo alle imprese di valutare, dati di bilancio alla mano, la scelta da compiere – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion-. A fine luglio, ovvero alla data fissa al momento per l’adesione, le imprese sono impegnate su più fronti burocratici ma soprattutto non hanno un’analisi prospettica di bilancio che consenta loro di capire il trend del 2025. Posticipando il termine l’azienda potrà fare una valutazione circostanziata e realistica del proprio andamento, avendo a disposizione i dati di un semestre intero. Infine, ‘abbinare’ l’adesione al Concordato con la presentazione, per esempio della dichiarazione dei redditi di fine anno, consentirebbe una maggiore efficienza nella compilazione dei documenti necessari”.

Si ricorda che il Concordato Preventivo Biennale ha fatto il suo debutto lo scorso anno, con esso le imprese potevano scegliere se accettare la proposta di reddito per gli anni 2024 e 2025 formulata dall’Agenzia delle Entrate e, quindi, pagare le imposte calcolate su tale cifra concordata preventivamente, oppure no.  Inoltre, in caso di adesione, il contribuente poteva optare per il cosiddetto ravvedimento speciale e venire escluso da accertamenti e da controlli per gli anni dal 2018 al 2022.  Per gli aderenti al Concordato poi, nel caso si totalizzassero redditi, per il biennio oggetto di patto col Fisco, più alti di quelli concordati, la differenza non sarebbe imponibile, con un evidente risparmio fiscale.

Comunicato 23