
Giovani dell’Area Berica: il sondaggio sulle loro aspettative per il futuro
Si intitola “My Way-Il futuro a modo mio”, sondaggio condotto tra i giovani dell’Area Berica che ha visto unire le forze di Confartigianato e dell’IIS Masotto e presentato a Noventa coinvolgendo attori scolastici, istituzionali e imprenditoriali.
Ben 1200 gli studenti coinvolti, che si sono espressi liberamente e in forma anonima sui principali temi che li coinvolgono e che devono affrontare per costruire il proprio progetto di vita. Il sondaggio ha evidenziato le aspettative degli studenti verso il mondo del lavoro, e ha fatto emergere la loro percezione su molti temi attuali che li toccano da vicino. La “Generazione Z” del territorio ha fatto così conoscere la propria visione del mondo, da diverse prospettive: lavoro, famiglia, società, territorio, sostenibilità e turismo.
Per dare modo alle autorità scolastiche e amministrative del territorio di prendere atto delle opinioni degli studenti, ricevendo spunti di riflessione per una sempre più consapevole azione amministrativa, Confartigianato Imprese Vicenza e l’IIS Masotto, come detta hanno organizzato un momento di riflessione sui dati emersi. Il futuro che hanno disegnato i ragazzi è stato illustrato nel corso dell’incontro, in un talk show che ha coinvolto anche i rappresentanti della Pubblica Amministrazione, il Provveditorato agli Studi e il mondo imprenditoriale.
COSA È EMERSO
Come detto, sono state raccolte 1142 risposte di studenti e studentesse dell’IIS Masotto di Noventa di un’età compresa tra i 14 e i 20 anni. Studenti che risiedono a Noventa (224), Barbarano Mossano (90), Pojana (88), Lonigo (84), Sossano (64), Val Liona (50), Orgiano (40). Un campione, quindi, ben rappresentativo della fascia più giovane dell’Area Berica e della varietà di contesti territoriali di provenienza (piccoli centri e centri più articolati).
Lavoro
Dove ti piacerebbe lavorare in futuro? Le risposte sono state: lavoro autonomo (30,4%), in una grande impresa (31,6%), in un piccola/media impresa (17,1%). Sul tipo di lavoro emerge la voglia di mettersi in gioco e di esprimere sé stessi e le proprie competenze con un certo grado di libertà, quindi un certo grado fiducia e di propositività. In chi preferisce il lavoro dipendente, rimane la tendenza a scegliere la grande industria, forse ancora vista come luogo di maggior realizzazione personale e opportunità, a fronte di una “narrazione” dell’artigianato che va maggiormente diffusa tra le giovani generazioni.
Nel lavoro conta prevalentemente la soddisfazione professionale e personale (47,5%) e in seconda battuta i soldi (34,7%). Un’evidenza ormai consolidata, che racconta di come le giovani generazioni siano attente a bilanciare bisogni personali con il lavoro, piuttosto che vedere il lavoro come mero strumento per soddisfare bisogni materiali.
Il 60,2% preferirebbe trovare lavoro nel proprio Comune, più che altro per motivazioni affettive e di risparmio. Quelli che preferirebbero uscire, hanno motivazioni di carriera e di sviluppo. Il 76,6% porterebbe avanti l’attività di famiglia, nel caso in cui l’avessero, per orgoglio e tradizione, ma anche per avere il lavoro sicuro. La scelta tra una e l’altra soluzione può essere letta come una preferenza verso diversi stili di vita, in cui prevale la dimensione di maggior equilibrio tra lavoro e qualità della vita che piccoli centri di provincia possono spesso garantire rispetto a una grande città.
Famiglia
L’89,1% vorrebbe avere dei figli per continuità del sistema valoriale, per motivi affettivi e di realizzazione personale. I problemi più grandi che le famiglie oggi devono affrontare sono di ordine economico (57,1%) e legati all’educazione dei figli (21,8%). La difficoltà di “mettere su famiglia” è un dato emerso da più di un’indagine condotta tra le giovani generazioni, difficoltà legata a motivi economici e a un bilanciamento tra vita privata e lavorativa che rimanda a politiche di welfare sia di natura aziendale che istituzionale. Sull’educazione dei figli, i ragazzi dimostrano consapevolezza da un lato delle difficoltà di cui sopra, dall’altro che alcuni fenomeni (vedi nuove tecnologie) sono difficili da rincorrere (probabilmente i loro stessi genitori sono impreparati agli strumenti che usano i figli), oltre alla sensazione di un futuro incerto.
Il 69,1% vorrebbe una famiglia come quella di origine, ma molti lamentano disagi dovuti alla separazione dei genitori e alle difficili relazioni familiari.
Territorio
Il 65,2% ama il Comune in cui vive, per tranquillità e serenità. Chi non lo ama, lo trova scarso di opportunità, di servizi e di trasporti. Per il 39,1% è poco attrattivo perché mancano locali e negozi, e per il 13,1% offre poco lavoro. Il 33,7% sarebbe disposto a proporre soluzioni di sviluppo per il proprio territorio direttamente al sindaco, ma il 42,2% ne parlerebbe prima con conoscenti.
I dati dimostrano una generazione propositiva, pronta a rimboccarsi le maniche per la comunità in cui vive e di cui apprezza gli aspetti più “umani”. I giovani non chiedono cose impossibili, solo poter avere luoghi in cui passare il tempo, e quindi di aggregazione, dimostrando una tendenza alla socialità “diretta”. Anche la disponibilità a farsi parte attiva nei confronti delle istituzioni locali mostra un interesse alla cosa pubblica che spesso, invece, si pensa manchi del tutto alle nuove generazioni.
I presenti all’incontro
Dopo il benvenuto di Paola De Angelis, dirigente scolastica dell’IIS Masotto, ha introdotto i lavori Corrado Boldi, di Teatro Educativo. Dopo la lettura dei dati emersi a cura di studenti e studentesse, la tavola rotonda ha visto intervenire Mattia Veronese, sindaco di Noventa Vicentina, Andrea Nardin, presidente della Provincia Vicenza, Nicoletta Morbioli, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Vicenza, Riccardo Barbato, presidente per l’Area Berica di Confartigianato Imprese Vicenza nonché delegato all’Orientamento e ai rapporti con la scuola, e Angelica Callegaro Rappresentante di Istituto (classe 4AS Liceo delle scienze umane).