DAI DISTILLATORI DI GRAPPA “NO” ALL’AUTOPRODUZIONE
19/05/2009DAI DISTILLATORI DI GRAPPA "NO" ALL'AUTOPRODUZIONE La proposta di consentire a chiunque la produzione in proprio di grappa destinata all'autoconsumo o a degustazioni occasionali non trova d'accordo le distillerie artigiane: esistono già norme che regolano le micro-produzioni e si tratterebbe di una sovrapposizione con conseguenze pericolose, anche per i consumatori.«I produttori – dichiara Ruggero Garlani, presidente provinciale delle aziende artigiane alimentari della provincia di Vicenza – fino dalle prime fasi hanno accolto con grande scetticismo il Disegno di Legge che di fatto renderebbe possibile la produzione fai-da-te di grappa e ciò a prescindere dal mero interesse corporativo. Vi sono considerazioni relative agli aspetti sanitari, a quelli qualitativi (la CEE ha appena riconosciuto lo status di Indicazione Geografica alla grappa e vi sono rigide regole produttive da rispettare) e infine a quelli fiscali. La grappa, come altri distillati, deve infatti essere distillata professionalmente per eliminare il rischio che contenga alte dosi di alcol metilico, dannosissimo per la salute umana. Per garantire l'assenza di questo e di altri componenti, tutti i distillatori sono obbligati a sottoporre ogni singola partita ad analisi presso i Laboratori delle Dogane. Ciò non è previsto nel testo di legge presentato in discussione, e restano quindi enormi perplessità su come farà lo Stato a garantire ai consumatori la sicurezza delle grappe casalinghe, cioè prodotte dalle aziende agrituristiche, dalle aziende agricole e da altri produttori estemporanei». Vi è poi il tema della qualità: senza controlli – si domandano i distillatori artigiani – come si potrà permettere che produttori fai-da-te possano utilizzare l'Indicazione Geografica di Grappa, protetta dalla Comunità Europea, per una bevanda della quale non è dato nemmeno sapere come sia stata prodotta?«Quanti oggi distillano clandestinamente – continua Garlani – e che questo Ddl mirerebbe a regolarizzare sono operatori che in realtà hanno operato e operano illegittimamente; e in effetti non ci sembra che premiare questi individui, permettendo loro una produzione "senza controlli", sia davvero una buona idea. E non è buona nemmeno sotto il profilo fiscale: non si vede infatti come si possano esentare questi produttori dal corrispondere gli 8 euro di imposta di fabbricazione che graverebbero su ogni litro di grappa; viene detto che si tratta di pochi litri e destinati ad omaggi, ma 50 litri anidri, quindi mediamente 250 bottiglie di grappa per produttore, sono davvero pochi? Il consumo annuo per famiglia è inferiore ai due litri annui. Per questi motivi – conclude Garlani – abbiamo deciso di schierarci apertamente contro questo disegno di legge e ci coordineremo con la nostra Confartigianato nazionale affinché si attivi nelle apposite sedi parlamentari».