Alberto Finozzi: “Qualifica Restauratori: ancora nessuna notizia ufficiale dal Mibact”
Il 30 giugno 2017 è scaduta la seconda proroga fissata dal Mibact (con decreto direttoriale n. 79 del 29/07/2016) che prevedeva la conclusione dei lavori della Commissione esaminatrice per l’espletamento della procedura di qualifica di Restauratori di Beni Culturali.
“Dopo 6 giorni il Mibact non ha fornito notizie ufficiali e quindi non si sa se sarà pubblicato l’elenco dei professionisti qualificati a norma di legge oppure se verrà emesso un nuovo decreto di rinvio. Il Ministero non ha ancora reso noto se la Commissione esaminatrice ha concluso il suo lavoro di valutazione delle domande per ottenere la qualifica di Restauratori di Beni Culturali – afferma il presidente regionale veneto restauro di Confartigianato Alberto Finozzi -. La Commissione di valutazione della sussistenza de i requisiti richiesti per l’acquisizione della qualifica di restauratore è stata istituita l’11 novembre 2015; il ragionevole tempo di attesa dei richiedenti il titolo è messo a dura prova e le ripetute proroghe intervenute allon tanano l’obiettivo di condurre a termine un incarico tanto delicato quanto strategico per il futuro della professione”.
Il perdurare di questa situazione pone a rischio l’intera architettura su cui è costruita la normativa in capo al settore del restauro dei beni culturali, con risvolti negativi anche nell’interpretazione delle nuove norme sugli appalti pubblici relative ai beni tutelati.
A distanza di 1 anno e mezzo è legittimo domandarsi a che punto sono i lavori di valutazione delle domande, ma anche qua li sono i metodi e i criteri adottati che appesantiscono l’iter procedimentale. “Come Confartigianato Imprese Veneto restauratori abbiamo chiesto di intervenire tempestivamente nei confronti del Ministero per sapere qual è lo stato di avanzamento della valu tazione delle domande presentate per il bando a qualifica, la data certa entro la quale si prevede il completamento dell’istruttoria e la pubblicazione degli elenchi dei restauratori secondo le disposizioni del Codice dei Beni Culturali”.
“Si ricorda – conclude Finozzi – che sul la vicenda è stato promosso un ricorso al TAR del Lazio anche da parte di Confartigianato assieme ad altre organizzazioni di settore per tutelare i diritti di tanti soci di fronte a una impropria e inaccettabile disparità di trattamento da parte del Ministero dei Beni Culturali che di fatto privilegia il titolo di studio a un curriculum che comprenda l’esperienza lavorativa maturata sul campo. Ritengo che a questo punto una delle azioni esperibili dalle imprese sia quella della richiesta di accesso civic o, uno strumento previsto dalla legge utilizzabile da tutti come un diritto irrinunciabile di trasparenza che ha lo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali della pubblica amministrazione“.