AMBIENTE. REGOLAMENTATA GESTIONE TERRE E ROCCE DA SCAVO DA PICCOLI CANTIERI
Bassani: “Grazia al DGR di oggi, semplificate le procedure sotto la soglia dei 6mila metri cubi.
Scongiurato il blocco totale del settore edile”
“Un Decreto della Giunta Regionale atteso ed importantissimo che scongiura il blocco totale del settore edile artigiano”. A dichiararlo Paolo Bassani, Presidente regionale veneto di Confartigianato Edilizia pochi minuti dopo che la Giunta Regionale del Veneto ha votato la DGR che disciplina l’utilizzazione delle terre e rocce da scavo sotto i 6000 m³ superando così i gravi balzelli burocratici imposti decreto ministeriale 10 agosto 2012, n.161 (che stabilisce le condizioni alle quali le terre e rocce da scavo non sono rifiuti ma al contrario possono essere considerate sottoprodotti ai sensi dell’articolo 184 bis del decreto legislativo n.152/06 (cosiddetto codice ambientale).
“Siamo soddisfatti perché sono state ascoltate le istanze del settore edile artigiano che chiedeva procedure semplificate per scavi sino a 6000 m³. Ringraziamo quindi l’Assessore all’ambiente Conte per aver da subito capito che bisognava intervenire nei confronti del D.M. n. 161/2012 utilizzando gran parte delle regole che già vigevano in Regione prima dell’entrata in vigore del decreto. Nel D.M. n. 161 permane un’ assenza di proporzionalità nelle procedure burocratiche affinché il suolo o sottosuolo derivanti da: sbancamento, fondazioni, trincee, perforazione, rimozione e livellamento di opere in terra, siano considerati non rifiuti, ma sottoprodotti e quindi reimpiegabili per nuove opere. Tali procedure ingessavano le nostre imprese e di conseguenza le opere dei cittadini. Ad esempio, un qualsiasi scavo per posizionare una cisterna, una vasca, oppure per riparare la rete fognaria, doveva necessariamente attendere tre mesi e ciò non era di fatto sostenibile”.
“Finalmente –prosegue il Presidente-, con questo provvedimento le imprese edili, specialmente quelle artigiane, anche a fronte di opere di dimensioni ridotte non dovranno presentare più un Piano di utilizzo del materiale da scavo almeno 90 giorni prima dell’inizio dei lavori per le nuove opere. Venendo meno questo appesantimento burocratico, economicamente oneroso per le analisi da fare e che allunga i tempi di realizzo delle opere, verranno meno tutte difficoltà nel gestire i materiali da scavo permettendo il recupero del materiale, velocizzando le attività di cantiere e consentendo alla committenza di arrivare alla conclusione dei lavori nei tempi stabiliti”.