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ANAP VICENZA, IL PRESIDENTE GINO COGO SULLA SPENDING REVIEW VARATA DAL GOVERNO: «TAGLIARE GLI SPRECHI DELLA SANITÀ, NON I SERVIZI»

Il presidente Anap vicentino Gino Cogo
Il presidente Anap vicentino Gino Cogo

«Valorizzare il ruolo del medico generico, potenziare la medicina predittiva, ridurre la spesa farmaceutica e il numero di parti cesarei». Attraverso il suo presidente Gino Cogo, l’Associazione nazionale anziani e pensionati (Anap) di Confartigianato Vicenza suggerisce altri possibili interventi, in merito al capitolo “sanità” della Spending review, varata dal Consiglio dei Ministri.

 

«Come i pensionati di Confartigianato hanno ribadito nell’ultima Conferenza programmatica di Pomezia – spiega il presidente Cogo – la via da percorrere è già stata indicata dal Procuratore Generale presso la Corte dei Conti nella Memoria del 2007, da cui potrebbe essere ricavato un vero e proprio Vademecum ancora molto attuale per i tagli di spesa. Strutture sanitarie incompiute, oppure completate ma mai entrate in funzione; attrezzature, spesso di alta e sofisticata tecnologia, rimaste inutilizzate; farmaci sospettati di essere assolutamente inutili e tuttavia messi in commercio, prestazioni diagnostiche inutili, ma particolarmente costose. Sono solo alcuni degli sprechi che affliggono da sempre la nostra sanità e su cui ci sarebbero ancora ampi margini di intervento».
Le proporzioni di un sistema che spreca risorse sono esemplificate efficacemente dai dati sulla diffusione del parto cesareo in Italia.
«Nel 2004 – prosegue Cogo – i bambini nati in Italia sono stati 562.599 il 37,8% è nato con il parto cesareo, laddove l’Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda una percentuale del 15%. Il parto cesareo costa il 60,1% in più rispetto ad un parto naturale. Se riuscissimo ad avvicinarci al dato del Friuli Venezia Giulia, dove solo il 23,1% dei bambini nasce con il cesareo, il sistema sanitario pubblico risparmierebbe 73,7 milioni di euro che potrebbero essere dirottati altrove».
«Piuttosto che tagliare o ridurre servizi utili, si potrebbe risparmiare grazie all’informatizzazione del Sistema sanitario nazionale, che veda al centro dell’accesso ai servizi la funzione “filtrante” del medico di famiglia. Sappiamo, ad esempio, che il medico può prescrivere una serie di analisi e di esami specialistici. Il cittadino prenota la visita, paga il ticket, compie gli accertamenti, va a ritirare la risposta e poi torna dal medico per la diagnosi e la cura. Se poi il medico decide il ricovero, la struttura pubblica ripete gli esami che l’interessato ha già fatto. Per risparmiare ancora – conclude Cogo – sarebbe importante, oltre a ridurre la spesa farmaceutica che in alcune regioni come Lazio, Liguria e Sicilia è molto alta, puntare sulla medicina predittiva e creare finalmente, in un Paese dove gli over 65 sono il 19,5% della popolazione totale, la figura del geriatra di base».