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ANCHE AGOSTINO BONOMO (CONFARTIGIANATO VICENZA) PLAUDE AL PRIMO PASSO DELLE NUOVE NORME APPROVATE DALL’UE IN MATERIA DI “MADE IN”

Agostino Bonomo, Confartigianato Vicenza

«Finalmente un primo passo importante per la tutela del nostro maggior patrimonio: l’origine dei nostri prodotti, con la loro componente di saper fare e di creatività».

Così anche Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza, commenta l’approvazione, da parte della Commissione Mercato interno e Protezione dei Consumatori del Parlamento europeo, dell’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti. «Una tappa storica per le imprese italiane e artigiane in particolare», aggiunge Bonomo.
In pratica, si definiscono nuove disposizioni in materia di “made in” per garantire la piena tracciabilità del prodotto, come già avviene nei principali Paesi aderenti al WTO (ad es. Usa, Giappone, Canada e Corea).
In base alle disposizioni approvate a Bruxelles, tutti i prodotti dovranno quindi presentare il marchio “made in” sulla propria etichetta per essere immessi nel mercato.
Il presidente Bonomo, che riconosce l’impegno del vicepresidente della Commissione, Ue Antonio Tajani, per garantire l’indicazione dell’origine dei prodotti e il sostegno da parte degli Europarlamentari italiani, sottolinea che con queste disposizioni si centrano molteplici obiettivi: valorizzare il patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, difendere il diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, combattere il fenomeno della contraffazione.
«Quella della difesa del “Made in Italy” – osserva- è una battaglia che combattiamo da sempre per una chiara e inequivoca identificazione dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca i prodotti italiani e i consumatori sono disposti a pagare qualcosa in più pur di avere quei prodotti fatti a regola d’arte».
«Ora la palla passa al Governo – conclude Bonomo- con l’auspicio che si impegni per difendere e valorizzare il ‘modello Italia’. Ci auguriamo che finalmente, dopo anni, la difesa del “made in” possa finalmente trovare piena attuazione».