ASSEMBLEA CONFEDERALE 2013
Allarme degli artigiani: “Al fisco il 68% degli utili, perdiamo 1.200 posti di lavoro al giorno”
Il presidente Meletti attacca la Riforma Fornero dal palco dell’assemblea annuale: “Le imprese italiane corrono contro mano e a occhi bendati”. All’appello del sistema produttivo mancano 60mila imprese in un anno e mezzo e 65 miliardi di credito bancario. Il Fisco e la Riforma Fornero sono i nemici giurati degli artigiani, che destinano alle casse dell’Erario i due terzi degli utili lordi e che hanno perso 1.200 posti di lavoro al giorno dal luglio scorso, anche a causa delle nuove norme che regolano il mercato del lavoro. La denuncia a tutto campo arriva dal presidente di Confartigianato, Giorgio Meletti, che dal palco dell’assemblea annuale evoca un’immagine chiara per descrivere la salute delle imprese italiane: “Corrono contromano e a occhi bendati. E sembra si faccia di tutto per spingerci oltre confine per trovare condizioni normali per fare impresa: il Fisco italiano – aggiunge – tassa il 68,3% degli utili lordi d’impresa, in Svizzera appena il 30,2%”. La denuncia è ormai antica, come l’ultimatum “basta promesse” lanciato alla politica, ma i numeri fanno sempre impressione: “Le aziende non ce la fanno a sopportare una pressione fiscale che nel 2013 toccherà il 44,6% del Pil, vale a dire 2,4 punti in più sopra la media dell’Eurozona. Paghiamo 38 miliardi di maggiori imposte rispetto ai partner europei, 639 euro in più per abitante”, spiega Merletti, aggiungendo che “tra il 2005 e il 2013 l’incremento delle entrate fiscali è stato pari ai 132 miliardi di incremento del Pil. Così non si esce dal tunnel della crisi”. A ciò si aggiunge appunto il fatto che la riforma del lavoro firmata da Elsa Fornero ha causato la perdita di 1.200 posti di lavoro al giorno, dal luglio scorso all’aprile di quest’anno. Per questo Merletti ne ha chiesto una revisione: “Ha aumentato costi e complicazioni a carico delle imprese, senza far crescere l’occupazione! Anzi”, ha attaccato, “tra luglio 2012 e aprile 2013 abbiamo perso 1.200 occupati al giorno. E, così, adesso bisogna rimettere mano alle leggi sul lavoro”. Questa emorragia di posti di lavoro è corrisposta al fatto che “da novembre 2011 a oggi il sistema produttivo ha perso 60mila imprese, la disoccupazione giovanile è cresciuta di oltre 8 punti, il Pil è calato del 3,4%, la pressione fiscale è aumentata di quasi 2 punti e il credito alle imprese è diminuito di 65 miliardi”. “Ora bisogna agire, e senza esitazioni, sui fronti del fisco, della burocrazia, del credito, del lavoro”. E invece le imprese devono anche fronteggiare – in attesa di una revisione che per ora è solo sulla carta – l’Imu. “Al riguardo faccio solo una considerazione”, ha detto Merletti. “Non è giusto che gli immobili produttivi siano trattati alla stregua delle seconde case: i nostri laboratori vanno esentati dall’Imu perché sono la nostra prima casa”. Per non parlare poi delle complicazioni burocratiche, ben riassunte dal fatto che “dall’inizio della scorsa legislatura ad oggi, il parlamento ha approvato 491 norme a contenuto fiscale, 100 all’anno, con l’immancabile corredo di decreti attuativi e circolari esplicative”. La proposta concreta lanciata da Confartigianato per superare questo momento difficile per le imprese è la compensazione piena tra crediti verso la Pa e tasse. Per Merletti serve la “compensazione universale dei crediti commerciali verso la Pa con quanto dovuto allo Stato in termini di tasse e contributi. E’ un atto di civiltà, oltre che di equità”. Immediata la replica del ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato: “Un’amministrazione pubblica che non paga è una vergogna. Mi impegno al fianco delle imprese per accelerare i pagamenti, semplificare le procedure per il completo azzeramento dello stock dei debiti scaduti”.