Aumento dei tassi Bce
Depositi e prestiti bancari in calo, investimenti fermi, costo del denaro in aumento. Camerra (Confartigianato): “L’impatto sull’economia reale è pesante. Serve un’inversione di tendenza”
“Una situazione che non può lasciare indifferenti e che desta non poca preoccupazione”. Le parole di Ruggero Camerra, componente della Giunta di Confartigianato Imprese Vicenza con delega al Credito, confermano le considerazioni emerse in ambito regionale sulle conseguenze del costante aumento dei tassi Bce sugli investimenti delle imprese. Basti pensare che in Veneto si stima un maggior costo su base annua sul credito erogato alle MPI (ovvero micro e piccole imprese fino a 50 addetti) di 715 milioni di euro. Ciò è confermato proprio oggi dal rapporto BCE sull’andamento del secondo trimestre 2023 dove è segnalato un calo dei 42% dei prestiti alle imprese in area Euro dato più negativo dal 2003.
Ben comprensibile quindi che nel Vicentino, a marzo 2023, i prestiti al totale delle imprese calino del 2,5%, rispetto a dicembre 2022 (che già calava sul trimestre precedente dello -0,4%). E se si confrontano i dati di marzo 2023 rispetto a quelli di un anno prima, i prestiti all’artigianato risultano in calo del 12,3% (rispetto al -9,3% nazionale), la peggiore performance nel Veneto. In diminuzione anche i depositi bancari delle imprese vicentine che ammontano a 9.866 milioni di euro a marzo 2023, ovvero -3,2% su base annuale (in linea con il -3% di dicembre 2022), più intenso del -1,9% registrato a livello regionale e del -2% a livello nazionale.
“A fronte di un costo del denaro che non accenna a scendere alcune imprese preferiscono chiudere i finanziamenti in essere. Teniamo poi presente che le aziende: hanno comunque costi bancari in aumento per le linee di credito utilizzate per le spese correnti; nell’ultimo periodo in particolare hanno dovuto far fronte al ‘caro bollette’; sopportano costi delle materie prime che non accennano a diminuire così come si trovano ad assorbire gran parte dell’inflazione, per non ‘scaricare’ tutto sul consumatore – continua Camerra-. La conseguenza di tutti questi fattori è che gli investimenti sono in contrazione, prova ne sono anche i dati nazionali sui leasing strumentali che presentano un trend pesantemente negativo, e i margini sempre più risicati”.
“Con il Pnrr che avanza le occasioni per le nostre imprese potrebbero essere molte, ma in queste condizioni il rischio è di rimanere bloccati come imprese e come Paese”, aggiunge Camerra che ricorda inoltre come “In un territorio come il vicentino, ad alta vocazione export, ‘fermare’ gli investimenti potrebbe portare a perdere posizione nei mercati esteri”. Sottolinea Camerra “I tempi di pagamento tra imprese non stanno migliorando e tocca spesso alle aziende fornitrici fare da cassa con ulteriori ricadute sulla liquidità”.
“Anche le famiglie stanno pagando a caro prezzo la situazione, basti pensare alle rate dei mutui che diventano sempre più pesanti. Da qui la riduzione delle compravendite immobiliari, ma anche di investimenti sulla casa in generale e un necessario contenimento delle spese rinviabili, o non ritenute prioritarie, con un impatto pesante sull’economia reale, soprattutto per quelle realtà imprenditoriali che lavorano in contesti ‘di vicinato’”, aggiunge Camerra che conclude: “È chiaro che così non si può andare avanti: serve una inversione di tendenza e che il mondo politico ed economico ascolti anche la nostra voce”.