Skip to main content







Autotrasporto merci in Veneto: sfide e priorità del settore

7.615 le imprese registrate in Veneto, di cui 4.661 artigiane che occupano 10.519 addetti su un totale di 39.148. Nel Vicentino, 1.215 aziende di cui 807 artigiane (pari al 66,4% del totale) che impiegano 1.747 addetti sui 6.423 complessivi. È questa, oggi, la realtà numerica del mondo dell’autotrasporto merci.

Un settore che, in un recente convegno, si è confrontato sui temi caldi del momento, come ad esempio “gasolio vs elettrico”, alla luce anche delle diverse problematiche legate alle due soluzioni.Premesso che nel 2023 le immatricolazioni di autocarri in Veneto sono aumentate del 14,9% (+23% a livello nazionale) e sono cresciuti più della media i mezzi alimentati a benzina e con modalità elettrica, il loro peso sul totale rimane ancora poco, prevalendo il gasolio. “Nel convegno – spiega Igor Sartori, presidente Autotrasporto Merci di Confartigianato Vicenza abbiamo illustrato le ultime azioni per dare alle imprese del comparto gli strumenti per convivere nel mercato con i principali competitor, accompagnandole verso una transizione ecologica graduale, puntando ad avere uno stanziamento pluriennale di risorse certe e rapidamente fruibili per il rinnovo del parco mezzi, superando il sistema a singhiozzo e con ritardi di erogazione. Il settore necessita di incentivi per il rinnovo del parco veicolare, ma anche di sostegno per la formazione e in particolare per le nuove leve di conducenti, la lotta alla concorrenza sleale, la riforma dell’età per la patente dei conducenti professionali”.

L’ampia partecipazione al convegno dell’Autotrasporto organizzato da Confartigianato Imprese Vicenza con la collaborazione della consorella scaligera, e che ha visto protagonista il presidente nazionale di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani, è partito dalla congiuntura socio-economica di difficoltà, dovuta alla frenata del settore manifatturiero e alla recessione della Germania, per fare il punto della situazione.

Il presidente ha parlato delle azioni politico-sindacali a favore della categoria, ricordando che obiettivo di Confartigianato dev’essere portare a casa risultati sul piano degli incentivi, per nulla scontati ma rinegoziati in occasione di ogni legge finanziaria, oltre che sul piano delle regole. Tra i risultati (Genedani ha dovuto rapportarsi con sei ministri diversi in soli undici anni) ci sono il fondo da 1 miliardo e 200 milioni ottenuto nel 2022 dal Governo Draghi, sotto il viceministro Bellanova, per sostenere gli incentivi al rinnovo del parco veicolare, e l’introduzione anche nel nostro ordinamento della clausola “fuel surcharge”, che consente agli autotrasportatori di farsi riconoscere dalla committenza i maggiori costi dovuti agli aumenti del gasolio. Sempre sul piano dei contributi alle imprese di Autotrasporto, è stato ottenuto il rifinanziamento del fondo di 240 milioni, inizialmente a rischio, per sostenere i contributi compensati dei pedaggi autostradali, e le deduzioni forfettarie delle “spese non documentate” per il triennio 2024-2027. 

Tra le priorità della Federazione per i prossimi mesi, il presidente si è soffermato su tre obiettivi. Il primo è ridimensionare il proposito del Governo di livellare le accise sul gasolio (solitamente defiscalizzato perché usato per trasportare le merci) a quelle sulla benzina, manovra che andrebbe a pesare soprattutto sulle aziende che di norma non recuperano le accise stesse (veicoli fino a 7,5 t). In ogni caso, tale misura andrebbe a danneggiare il consumatore, perché è inevitabile un ribaltamento dei costi su tutta la filiera del trasporto e della distribuzione. Secondo obiettivo, la richiesta di re-introduzione della norma sul terzo trasportato, che consentirebbe alle imprese di coinvolgere i giovani ben prima del conseguimento delle patenti. Terzo obiettivo, non per importanza, il rinnovo dei veicoli: un fondo da 750 milioni di euro, proposto al Governo in accordo con i costruttori di veicoli, senza cedere però alla tentazione di far passare gli incentivi tramite i costruttori, come accade per gli eco-bonus sull’acquisto di autoveicoli non industriali. 
A proposito di transizione ecologica per l’Autotrasporto, Sergio Lo Monte, segretario nazionale di Confartigianato Trasporti e segretario di UNATRAS, ha invece spiegato nei dettagli – tecnici e politici – ciò che la Federazione sta portando avanti nel confronto con l’Europa. Grazie al dialogo istituzionale, ma anche con altri stakeholder quali i costruttori, i produttori di carburanti, ricercatori universitari e scienziati, Confartigianato Trasporti guarda alla “pluralità tecnologica”, cioè al mix tecnologico che deve servire all’impresa nella scelta della via più adeguata alla propria attività d’impresa, senza invece imporre (alle imprese e al mercato) una sola tecnologia, come è successo in questi anni con l’elettrico. Studi e dati oggettivi dimostrano, infatti, che anche le altre tecnologie più moderne e innovative ci consentono di ottenere quei risparmi in ottica di sostenibilità ambientale voluti dalle nuove regole UE, e quindi favoriscono la transizione ecologica dei trasporti.

Ha chiuso il convegno la relazione tecnica di Fabio Dimita, dirigente del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha parlato degli impatti sugli autotrasportatori (quelli che usano autoveicoli sopra le 3,5 t) del nuovo Registro Elettronico Europeo delle sanzioni e delle infrazioni alle norme europee, richiedendo alle imprese un cambio di passo e in particolare maggiore organizzazione e pianificazione del comportamento dei conducenti su strada, per evitare che le infrazioni commesse dagli autisti ricadano sull’onorabilità dell’impresa. Tuttavia, rincuora che a oggi solo i Paesi Bassi abbiano dato attuazione al nuovo Registro; si attende infatti che il Parlamento italiano deleghi il Governo ad attuare la normativa, dando alle autorità di controllo tutte le indicazioni del caso. E, su questo tema, la Federazione auspica che ci possa essere uno spazio di manovra per dare dei correttivi. Nel frattempo, gli Uffici di Confartigianato organizzeranno altri momenti formativi per capire meglio le nuove regole. Molte delle realtà imprenditoriali (ovvero 1 su 2) dell’Autotrasporto operano infatti con altre imprese, principalmente come subfornitori. C’è poi qualche segnale di criticità dal mercato del lavoro: sebbene nell’ultimo anno sia calata, la difficoltà di reperimento di personale è ancora elevata e pari al 72,8%. Inoltre, solo nel 14,5% dei casi si cerca esplicitamente personale giovane “under 30”.

“Le nostre priorità – ha concluso il presidente nazionale Amedeo Genedani – rimangono la tutela delle imprese e il riconoscimento sociale dell’autotrasporto come settore essenziale e strategico. Promuoviamo la coesistenza sul mercato di autotrasportatori di tutte le dimensioni, che è la grande ricchezza del sistema della logistica. Da quest’ultimo punto di vista, Confartigianato mira a contrastare, anche a livello europeo, la dicotomia tra grande e piccola impresa, tra concentrazione di commesse a grandi gruppi e frammentazione, puntando invece sulla dignità e sulla legalità nell’intero sistema. Quanto all’attività delle imprese artigiane, essenziali in ottica di distribuzione e di ultimo miglio, sono protagoniste primarie di un trasporto adeguato al sistema produttivo basato sulle PMI e la Manifattura”.
Durante la giornata è stata inoltre presentata la nuova convenzione nazionale sulle carte-carburante con Eni-live, a favore degli associati a Confartigianato Trasporti, le cui condizioni di estremo favore sono disponibili presso gli Uffici di Confartigianato Imprese Vicenza. 

Il convegno è stato anche supportato dal contributo di Trivellato Industriali che, nel piazzale antistante il Centro Congressi di Confartigianato Vicenza, ha esposto due mezzi, uno elettrico e l’altro diesel di ultima generazione (Euro VI Step E, compatibile con il nuovo carburante H.V.O.).