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BENETTON. PRIMI RISULTATI PER I LABORATORI COINVOLTI

Si apre uno spiraglio per i terzisti di Benetton, la società ha infatti rinviato il taglio degli ordini. Si lavora per definire tempi e modi della riconversione. “Dispiace –ammette Giuliano Secco, Presidente moda della Confartigianato nazionale e di Treviso- che, anche di fronte ad una nostra specifica richiesta, il Gruppo non abbia intenzione di ospitarci come terzisti al tavolo della trattativa. Ma il tema dei terzisti è entrato comunque nella discussione e si apre uno spiraglio per una parte dei laboratori contoterzisti sui quali, fino a ieri, pendeva il rischio di uno stop definitivo delle commesse a partire da settembre. L’azienda ha infatti accettato di rallentare il progetto di “trasformazione”, spostando il taglio degli ordinativi a data da definirsi, confermando il mantenimento dei rapporti in essere con almeno una parte dei laboratori”. A riferirlo le tre sigle sindacali (Femca Cisl, Filctem Cgil, Uilctec Uil) che stanno seguendo la trattativa. «E’ la prima volta in assoluto che il confronto ufficiale con un’azienda pone attenzione al risvolto sociale, la prima volta che viene tutelato anche l’indotto» ha spiegato Andrea Guarducci, Filctem Cgil, «l’azienda ha accettato di rallentare il piano di trasformazione, di farsi carico di una parte del ragionamento sui laboratori. La strategia viene confermata ma c’è una chance in più per gli artigiani». Benetton ha comunicato alle organizzazioni sindacali di aver riesaminato come richiesto il progetto di chiusura dei laboratori terzisti: ha riconfermato la necessità di procedere ad una forte riorganizzazione di tale comparto ma con alcune significative novità. L’azienda manterrà in essere i rapporti con i laboratori fornitori di servizi (quelli che si occupano del trasporto, del ricamo o del rammendo per intenderci) e opererà per offrire la possibilità di riconversione (trasformazione da laboratori rivolti esclusivamente alla produzione a laboratori di servizi) per un altro numero di contoterzisti. Per questo è stata revocata la scadenza di settembre ed ha annunciato che continuerà a fornire per un periodo una quota di volumi di produzione. «Si tratta di un importante avanzamento che, se non modifica la decisione finale di cessare le produzioni in Italia di alcuni prodotti, permette di accompagnare il processo di trasformazione di questo tessuto produttivo» scrivono i sindacati. Alcuni laboratori però non rientreranno in questo spiraglio. Presto però per definire quanti saranno. Quali tutele per i lavoratori rimasti fuori? È stato un nodo centrale dell’incontro. I sindacati hanno toccato il tema dei contratti di solidarietà, ma annunciano la volontà di intraprendere una battaglia al Ministero per fare in modo che anche i lavoratori dei laboratori possano usufruire degli ammortizzatori dei dipendenti dell’azienda. “Ora chiederemo alle istituzioni pubbliche, a cominciare dalla Regione Veneto, la creazione di un fondo per la riconversione produttiva che preveda agevolazioni per gli imprenditori interessati a riconvertire la propria attività rimanendo a produrre nel nostro territorio” conclude Secco.