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BONOMO: “LA PICCOLA IMPRESA NON TEME L’EVOLUZIONE TECNOLOGICA DELL’ERA 4.0, MA I MALI CRONICI DELL’ITALIA BUROCRATICA”

Si è svolta a Thiene la 55ͣ   premiazione dei Maestri Artigiani. Nella relazione del presidente l’esortazione a considerare il “digitale” uno strumento per lo sviluppo delle attività, mentre la componente umana rimane irrinunciabile, specie nelle produzioni di qualità

“Oggi siamo a Thiene, uno dei centri di quel Nord vicentino in cui è sempre forte la vocazione manifatturiera, tanto quanto il vicino comprensorio di Schio dove ogni anno organizziamo un’altra significativa manifestazione quale è InnovArti. Ma Thiene per noi vuol dire anche Villa Fabris, ovvero quella realtà che grazie a una significativa sinergia tra pubblico e privato vede oggi attiva una Scuola dei Mestieri di conservazione e restauro dei Beni culturali diventata un riferimento a livello internazionale. Inoltre a Thiene collaboriamo con lo Spazio Hub, esattamente come accade a Schio con il Mega Hub, luoghi in cui si sperimenta concretamente il futuro della produzione ad alto contenuto di innovazione e digitalizzazione a beneficio soprattutto delle nuove generazioni. E non va nemmeno dimenticato che proprio a quest’area pedemontana si rivolge il progetto che abbiamo elaborato, assieme all’Università, per la creazione di un Polo Eco-Logistico di consegna delle merci che costituirebbe un’autentica rivoluzione in grado di apportare benefici alla viabilità e all’ambiente”.
Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza, ha voluto sottolineare così la decisione di tenere la 55ͣ  edizione della premiazione dei Maestri Artigiani e degli altri Benemeriti della categoria non a Vicenza ma in un centro della provincia, a testimonianza della valenza “trasversale” della cerimonia. Perché, ha sottolineato, “considerando la fase storica, sociale ed economica attuale, un’epoca in cui i confini locali hanno sempre meno senso e serve invece la capacità di operare per sistemi e in rete, come organizzazione provinciale intendiamo privilegiare l’ottica del territorio vicentino nel suo insieme. Ovvero di un bacino inserito a pieno titolo nella competizione internazionale, ma la cui forza nasce da una tradizione imprenditoriale e produttiva lunga decenni, per non dire secoli, il cui valore è sempre giusto riconoscere attraverso le figure dei suoi protagonisti, come sono coloro che oggi vengono premiati”.
“Anno dopo anno – ha aggiunto Bonomo – rendiamo omaggio a persone dedicatesi non solo al lavoro nella piccola impresa, ma anche all’avviamento al lavoro di molti giovani. Le loro storie professionali rappresentano, perciò, sia l’esperienza di uomini e donne che si sono impegnati a creare aziende e a svilupparle, sia a formare nuovi imprenditori, facendosi cioè veri e propri ‘maestri’ per tanti collaboratori, i quali hanno poi spesso dato vita a delle loro attività in proprio. Questa è sempre stata una delle peculiarità della piccola impresa, ed è nel solco di tale tradizione che oggi sosteniamo la crescita dei contratti di Apprendistato, o che siamo impegnati nell’attuale fase pionieristica dei progetti di Alternanza Scuola-Lavoro, una formula formativa dove l’esperienza in azienda diventa, per i ragazzi delle superiori, un momento didattico e di crescita importante tanto quanto le ore di lezione in aula”.
E, a proposito di attività formative in campo imprenditoriale e professionale, non è mancato da parte di Bonomo il richiamo ai trent’anni compiuti dal Centro di Sviluppo CESAR, frutto di un’intuizione che l’allora Associazione Artigiani della provincia mise in pratica assieme alla Camera di Commercio presieduta da Danilo Longhi: l’idea, cioè, di accompagnare le aziende nell’acquisizione di una vera “cultura d’impresa” che riguardasse vari aspetti, in un continuo aggiornamento delle competenze tecniche, normative e gestionali. “Oggi – ha sottolineato Bonomo – il CESAR è un ente ufficialmente riconosciuto a livello regionale per i suoi alti standard formativi; è titolare di progetti per l’utilizzo dei fondi di sviluppo europei; è un partner in grado di assicurare consulenze specialistiche innovative partendo dai bisogni espressi anche dalla singola azienda, proiettandola nel futuro”.
E, a proposito di un futuro che è già presente, Bonomo ha definito “non casuale” il fatto che durante la Settimana dell’Artigianato di quest’anno un buon numero di eventi sia stato dedicato ai temi dell’innovazione digitale: “Un fenomeno – ha sottolineato – che nessuno può permettersi di ignorare, perché da lì passa la possibilità di rimanere competitivi sul mercato dei prodotti e dei servizi. Non stiamo, quindi, inseguendo una moda: stiamo invece indicando alle nostre aziende che non ci si può chiamare fuori. La rivoluzione del 4.0 è già in atto, e i dati indicano che chi innova cresce e si sviluppa, gli altri no”.
“Fu così – ha spiegato il presidente Confartigianato – quando l’energia delle macchine a vapore subentrò alla forza umana e animale, fu così quando arrivò l’elettricità o quando, più di recente, comparvero i primi computer, o i telefoni senza fili. Da lì in avanti siamo arrivati all’Internet delle Cose, ovvero a oggetti minuscoli che interagiscono con noi ricevendo e inviando dati, informazioni. Ma qui sta il punto chiave: ho detto – e ripeto – che quegli apparati ‘interagiscono’ con noi, non che essi sono ‘alternativi’ a noi, o che possono sostituirci. In altre parole, non dobbiamo avere paura di quegli strumenti, bensì imparare a servircene sempre di più. Un dispositivo cosiddetto ‘intelligente’ deve diventare ciò che finora sono stati un cacciavite, un martello o una forbice. Ovviamente si tratta di attrezzi dalle infinite possibilità operative, che dobbiamo conoscere per trarne i migliori impieghi, ma anche un mondo in grado di offrirci una gamma altrettanto infinita di opportunità”. E, a questo punto, Bonomo ha voluto fornire alcuni esempi: “Una stampante 3D consente di realizzare un oggetto, un qualsiasi pezzo, all’istante e su richiesta, partendo da un file, e quindi senza dover tenere scorte di magazzino in azienda. Ma quell’oggetto saranno sempre le nostre mani a rifinirlo, non la macchina, che non può avere altrettanta sensibilità. Ciò vale per la personalizzazione di una protesi odontotecnica quanto per un qualsiasi decoro, o una incastonatura. Ancora: il 3D può pure realizzare forme tecnicamente insuperabili e inedite, ma spetterà sempre all’uomo e alla donna – specie se italiani – il compito di aggiungervi il necessario gusto estetico, il valore della nostra manifattura, il marchio del nostro saper fare. Che è poi quanto il resto del mondo si attende da noi, ciò che si chiede allo stile del Made in Italy, un tratto distintivo che caratterizza un mobile quanto un vaso, un abito quanto una carrozzeria, un cibo quanto un metallo lavorato, o la rifinitura di una casa. Oggi, uno spazzacamino può esplorare le canne fumarie servendosi di un drone e delle immagini che questo gli trasmette sul computer; un trasporto merci viene effettuato in costante contatto online con la sede di partenza e quella di arrivo; un acconciatore fissa gli appuntamenti in salone attraverso una ‘app’; e un qualsiasi prodotto artigianale di nicchia, grazie alla promozione in Rete, ora è in grado di farsi conoscere da una platea di potenziali clienti vasta quanto il mondo”.
Perciò, ha ribadito Bonomo, “non dobbiamo temere di essere scavalcati dalla tecnologia, perché il vero valore aggiunto di quello che facciamo siamo e saremo sempre noi, con la nostra intelligenza tutt’altro che artificiale, con le nostre mani, la nostra creatività, la nostra competenza. Dobbiamo colmare i ritardi funzionali, se ne abbiamo; dobbiamo adattare la nostra cultura a quella dei tempi nuovi, ma senza rinnegarla, e sapendo che comunque l’aggiornamento è una strada obbligata. Per questo continuiamo a guardare ai giovani: ricevono la nostra esperienza e costituiranno la nuova linfa delle nostre imprese, apportandovi idee e la naturale confidenza coi dispositivi digitali”.
“Anche il Piano nazionale Industria 4.0 varato a livello governativo – ha osservato il presidente – è nato da queste premesse, cioè considerando le nuove tecnologie come ‘leve abilitanti’ verso una nuova dimensione del produrre che, per le sue caratteristiche, non è affatto preclusa alla piccola impresa, anzi. Tant’è vero che una buona parte di esse ha già imboccato questo cammino, e ben prima che si decidessero gli incentivi fiscali a sostegno”.  
Se confrontarsi con i tanti aspetti del “nuovo mondo” produttivo e tecnologico è una sfida impegnativa ma comunque affascinante, ogni piccolo imprenditore sa però quanto sia ben più faticoso combattere con quelli che Bonomo ha definito “i mali antichi del nostro sistema-Paese, tutti quegli ostacoli che l’Italia sembra non essere mai in grado di rimuovere. Si tratta degli eterni, inutili, estenuanti, costosi intoppi che ogni giorno ci crea una burocrazia fine a se stessa, un mostro che si autoalimenta di carte che non bastano mai, di timbri e procedure richiesti in continuazione e senza il minimo buonsenso, di vere e proprie gabbie in grado di bloccare e scoraggiare chiunque abbia volontà di fare impresa”.
“Poi non stupiamoci – ha incalzato Bonomo – se qualche nostro ragazzo va all’estero e scopre che là è tutto più semplice e che ogni attività professionale che nasce è benvenuta, non osteggiata”. A proposito di occupazione, non è mancata la constatazione “che i temi legati al mercato del lavoro e ai suoi costi sono ben più ampi di quello riguardante i voucher, argomento che riguarda percentuali minime, ma sul quale ci si è scontrati ripescando slogan ideologici da un passato che speravamo di esserci lasciati alle spalle”.
“Tante altre cose – ha proseguito Bonomo – ci fanno riflettere e preoccupare, quando non arrabbiare: siamo all’indomani di un terremoto bancario che qui nel Veneto ha lasciato cumuli di macerie e che, tra le varie prospettive, non esclude il rischio che questo nostro territorio, pur essendo ancora oggi ai vertici della produzione e dell’export, si trovi privo di una sua banca di riferimento. Perciò ribadiamo: la giustizia faccia il suo corso, chi ha sbagliato paghi, ma non si lasci nulla d’intentato per recuperare un rapporto di fiducia e vicinanza tra il tessuto socio-imprenditoriale e una fonte di credito locale che assicuri ancora la possibilità di investire e svilupparsi”.
“Molti altri ancora sarebbero – ha concluso Bonomo – i temi da richiamare, dal carico fiscale alla necessità di semplificazioni, dalle incognite sul futuro del nostro sistema infrastrutturale (con in testa la Pedemontana) fino al sostegno che devono ricevere le imprese per la loro opera formativa nei confronti dei giovani, così come per l’apertura che esse stanno dimostrando sui temi del welfare aziendale. Sono argomenti sui quali ci confrontiamo ogni giorno con le parti sociali, con i politici, gli amministratori. Ed è proprio guardando ai Maestri Benemeriti che capiamo di essere nel giusto quando difendiamo la piccola impresa e il patrimonio di valori – non solo economici – che essa incarna”.
Valori che sono stati richiamati anche nel corso del dibattito su lavoro e formazione tra il presidente del Cesar, Martino Pesavento, e l’assessore regionale Elena Donazzan. La cerimonia si è conclusa con il saluto del vicepresidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli.

I dieci Maestri Artigiani Benemeriti di quest’anno sono: Bruna Bauce (Concia e Lavorazione Pelli, Arzignano); Franca Conzato (Pulitintolavanderia, Sandrigo); Giampietro Facco (Edilizia, Bressanvido); Cristiano Farina (Vetro, Pianezze di Marostica); Lorenza Gasparini (Acconciatura, Malo); Antonio Gonella (Armaiolo, Montecchio Maggiore); Ruggero Gonzo (Installazione impianti elettrici, Villaverla); Carlo Rusalen (Produzione vernici e pitture, Malo); Mariano Venzo (Ceramica artistica, Nove); Giovanni Battista Zonta (Carrozzeria, Pianezze di Marostica). Sono stati invece insigniti del titolo Dirigente Artigiano Benemerito per il loro ruolo associativo: Paola Girardi (Sartoria, Vicenza), Luigina Grigoletto (Estetica, Rosà) e Augusto Soldà (Lavorazione marmo, Cornedo Vicentino); mentre la qualifica di Pensionato Artigiano Benemerito per il loro impegno nel gruppo Anap Confartigianato è andata ad Antonio Bertesina (Grancona), Maria Pia Dal Lago (Valdagno) e Gabriella Serafin (Arsiero). È anche consegnato, per il sesto anno, il premio Imprenditore d’Eccellenza, attribuito stavolta ad Alessandro Fongaro titolare de L’Ideimmagine (manichini “su misura” e visual merchandising) di Arzignano. Sono stati inoltre festeggiati con il Premio Fedeltà cinque dipendenti di imprese artigiane distintisi per attaccamento al lavoro e all’azienda di appartenenza da almeno 30 anni. Si tratta di: Damiano Bauce (Golo srl, Malo); Giuliano Pretto (Vigolo Luigino & C. snc, Cornedo Vicentino); Marina Reginato (La Ceramica VBC srl, Nove); Francesco Saraggi (F.lli Bordignon snc, Rosà) e Monica Spigarolo (La Ceramica VBC srl, Nove).