BONOMO: SONO I GIOVANI IL NOSTRO MIGLIOR INVESTIMENTO E LE AZIENDE DIVENTANO LE NUOVE AULE DOVE APPRENDERE
In Fiera a Vicenza si è svolta la 54ª premiazione dei Maestri Artigiani. Nella relazione del presidente Confartigianato il punto sulla piccola impresa come anello fra tradizione e futuro, scuola e lavoro, economia e società
“Questo è un momento che da sempre racchiude il senso profondo della nostra attività”: così il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, ha aperto oggi in Fiera la cerimonia dedicata ai Maestri Artigiani, giunta alla 54ͣ edizione e momento saliente di ogni Settimana dell’Artigianato.
Proprio i Maestri, ha proseguito Bonomo, testimoniano “il ruolo della piccola impresa nella società e nei territori ove essa opera, un ruolo capace di tenere assieme le tre dimensioni del passato, del presente e del futuro. Come ci raccontano le storie dei premiati, ogni imprenditore è infatti il continuatore di una lunga tradizione di lavoro nelle aziende della nostra provincia ma, al tempo stesso, è colui che sa trasmettere il suo sapere ai tanti giovani che vogliono apprenderlo, i quali a loro volta lo proietteranno nel domani, continuamente aggiornato nell’evoluzione tecnologica. Questa è la missione di chi fa impresa. Una missione alla quale dà voce, da settant’anni, la nostra associazione, con immutato orgoglio e con altrettanto, convinto spirito di servizio”.
Sottolineando poi la presenza, nella sala Palladio della Fiera, degli studenti e dei docenti della Scuola Media Calderari di Vicenza, che ha vinto la prima edizione del concorso “Vicenza coding for the future” aggiudicandosi venti tablet per le sue attività didattiche, il presidente ha ricordato che “da quest’anno il mondo dell’istruzione e quello delle imprese devono incontrarsi per sperimentare l’Alternanza Scuola-Lavoro, nella quale i giovani studenti svolgeranno parte della loro formazione ospiti delle aziende, per conoscere la realtà produttiva che li circonda e prepararsi a entrare nel mondo del lavoro. Come Confartigianato Vicenza, siamo da tempo impegnati a mettere in contatto queste due realtà. Certo, ci sono da superare criticità organizzative, diffidenze e luoghi comuni. Ma si tratta di un’occasione da non perdere: le aziende contribuiranno a formare i lavoratori e gli imprenditori del futuro, mentre i ragazzi potranno scoprire vocazioni e talenti nascosti, sviluppare competenze, mettere a frutto anche certe nozioni apprese sui banchi di scuola, magari portare qualche loro idea”.
“È un percorso – ha continuato Bonomo – che rappresenta l’evoluzione di un rapporto che fa parte di quella tradizione artigiana che i nostri avi definivano con la formula ‘andare a bottega a imparare un mestiere’. Ma, rispetto a quei tempi, oggi abbiamo una consapevolezza in più: il bagaglio tecnico non può e non deve mai essere disgiunto da quel sapere intellettuale che allarga gli orizzonti, fornisce la base per ogni ragionamento e per ogni azione ponderata, aiuta a dialogare con la rete delle conoscenze altrui, sia nella propria sfera immediata di attività e sia con il resto del mondo. Anche così si diventa imprenditori, e si cresce in quel ruolo”.
Proprio nel solco di tale tradizione si situano le figure dei Maestri Artigiani Benemeriti: da un lato, infatti, sta la loro storia professionale, dall’altro la capacità di aver “allevato” in azienda tanti apprendisti.
“Ma essere imprenditori – ha proseguito Bonomo – vuol anche dire essere parte importante di una comunità, vuol dire assumersi un compito di responsabilità sociale. E non è dunque un caso che molti dei nostri premiati e soci siano impegnati pure in attività di volontariato, o di solidarietà. Questo vuol dire essere ‘gente di cuore’: cuore inteso come senso civico, altruismo, come capacità di inseguire e realizzare un sogno utile a tutti, non solo a se stessi. Per questo, tra i premiati, c’è anche un Maestro Artigiano ad honorem, il cardiochirurgo prof. Alessandro Frigiola. Ed è in tale contesto di valori che si inserisce l’iniziativa Imprenditori di Cuore, con la quale intendiamo diffondere nelle sedi aziendali l’installazione dei defibrillatori cardiaci, perché vengano messi anche a disposizione della comunità. Il nostro obiettivo è quello di creare una rete di imprenditori che, consapevoli appunto del proprio ruolo sociale, investono nella prevenzione del rischio acquisendo un defibrillatore, creando così una risorsa per chi si occupa di primo soccorso e per la popolazione. Ciò per ribadire il senso concreto di quella ‘responsabilità etica’ delle imprese che, non va dimenticato, al benessere del territorio contribuiscono già con la loro attività”.
“Ma c’è anche un altro tema – ha continuato Bonomo – che ci riguarda molto da vicino, strettamente legato alla sfera dell’economia e al contesto sociale in cui viviamo: quello della cultura. Cultura intesa non solo come bagaglio personale, ma vista come motore di sviluppo, specie in un Paese come il nostro, così ricco di attrattive e di prodotti di cui, spesso, proprio l’artigianato è creatore. Su tale argomento abbiamo avuto modo di confrontarci recentemente con il Governo, ospitando il ministro della Cultura e del Turismo, Dario Franceschini, giunto a Vicenza per illustrare il meccanismo dell’Art Bonus. Accogliendo con interesse tale provvedimento, al ministro abbiamo però dovuto ricordare il ben noto capitolo del nostro autolesionismo in materia, con musei pubblici che non funzionano, siti archeologici che chiudono i cancelli in faccia ai visitatori, biblioteche che faticano a tirare avanti e, soprattutto, una burocrazia che mette ostacoli ovunque, anche al più volenteroso mecenate. Quindi, apprezziamo iniziative come l’Art Bonus, ma lo Stato deve comunque fare di più, e meglio”.
“Dato che l’attuale Governo, come ama ricordare il premier Renzi, vuole rimettere in moto l’Italia, è bene ricordare – ha precisato Bonomo – che il cammino della ripresa è ancora lungo e pieno di ostacoli. Non neghiamo che alcuni provvedimenti vanno nella giusta direzione, vedi quelli sul Lavoro, ma altrettanto bene sappiamo che il nostro sistema-Paese sconta alcuni mali storici che danneggiano, in primo luogo, proprio chi vuole intraprendere, chi vuole creare sviluppo e occupazione, chi vuole competere ad armi pari sui mercati internazionali. Oltre alla burocrazia asfissiante, un peso assurdo e costoso, abbiamo ancora una tassazione a livelli record, che va rivista a partire dagli studi di settore; un credito alle imprese che è in continua diminuzione, anche perché ora le banche stanno pensando a salvare se stesse; le infrastrutture viabilistiche e informatiche soffrono di lentezze esasperanti; e, a proposito di lentezze, i tempi della giustizia italiana non hanno paragoni. Tutto ciò spiega quanti ostacoli le nostre aziende debbano affrontare, trovandosi a operare in un ambiente spesso ostile; e possiamo intuire quale slancio esse riceverebbero se trovassero invece un terreno migliore dove svolgere il loro ruolo. La nostra è la terza provincia italiana per volume di esportazioni: ma lo è grazie alla tempra dei nostri imprenditori, non certo per merito di chi dovrebbe assecondarne lo spirito d’iniziativa. Si continua a pretendere timbri su timbri mentre intanto, dalle stesse nostre frontiere, entra ogni genere di merce contraffatta”.
“Per questo la nostra associazione, settant’anni dopo la sua nascita, è ancora in cammino al fianco delle imprese, per sostenerle e rappresentarle, come nessun altro sa fare e può fare. Proprio in questi mesi stiamo vivendo la fase di rinnovo delle cariche associative – ha concluso Bonomo -. Stiamo già guardando ai programmi sindacali che ci impegneranno fino al 2020, tra i quali rientra anche il compimento delle linee strategiche attualmente in atto. Rinnovandoci nella continuità, sappiamo dunque di poter guardare avanti con la forza che ci deriva dall’esperienza, da una storia che viene da lontano per proiettarci ancora nel futuro. A guidarci è sempre la logica del risultato, consapevoli di avere non solo un patrimonio di capacità imprenditoriali da difendere e da accompagnare nelle sfide globali odierne, ma anche un obbligo morale verso la società e il territorio in cui abbiamo saldamente le nostre radici”.
I dieci Maestri Artigiani Benemeriti di quest’anno sono: Umberto Cuman (Serramenti in legno, Marostica); Roberto Dalla Massara (Autoriparazione, Vicenza); Gioacchino Dellai (Termoidraulica, Schiavon); Marco Faedo (Acconciatura, Chiampo); Terenzio Gabrieletto (Acconciatura, Vicenza); Sante Grossele (Serramenti in alluminio, Rosà); Firmino Listrani (Edilizia, Costabissara); Antonio Rossato (Carrozzeria, Cornedo); Ivano Sartori (Meccanica, Malo); Vittorio Semenzato (Meccanica, Piovene Rocchette).
Sono stati invece insigniti del titolo Dirigente Artigiano Benemerito per il loro ruolo associativo: Bruno Fabris (Tornitura legno, Malo) e Antonio Duilio Mezzalira (Impianti Elettrici, Bassano del Grappa); mentre la qualifica di Pensionato Artigiano Benemerito per il loro impegno profuso ancora oggi nel gruppo Anap Confartigianato è andata a Giuseppe Apolloni (Carrè), Antonio Marcon (Marostica) e Claudia Nicoletti (Arzignano).
È stato anche attribuito, per la quinta volta, il premio Imprenditore d’Eccellenza, riconoscimento destinato a quegli artigiani che possono rappresentare per i colleghi un modello da seguire per creatività e spirito innovativo, e che quest’anno è stato consegnato a Mauro Ferrazza della Ferrazza srl (Automazione elettronica) di Cornedo Vicentino.
Nell’ambito della manifestazione sono stati inoltre festeggiati con il Premio Fedeltà cinque dipendenti di imprese artigiane distintisi per attaccamento al lavoro e all’azienda di appartenenza da almeno 25 anni. I premiati 2016 sono: Edoardo Beltrame (Mezzalira Impianti, Bassano); Maurizio Coaro (Maiton, Valdagno); Angelo Stocco (Essebi Trasporti, Rosà); Giovanni Tonello (Cos.Im.El.,Villaga) e Renato Vanzo (Serradura Serramenti-Arredo, Solagna).
Ma nella mattinata di Confartigianato Vicenza c’è stato anche un altro momento particolare, ovvero il conferimento del titolo di Maestro Artigiano “ad honorem” al cardiochirurgo Alessandro Frigiola per la sua instancabile opera verso tanti piccoli pazienti e per aver portato, con l’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo, una speranza di vita a tanti bambini in Paesi dove medicina e sanità sono spesso un privilegio più che un diritto. Quello del prof. Frigiola è dunque un alto esempio di solidarietà sociale e “senza confini” che merita di essere ribadito agli occhi dell’opinione pubblica.