CABOTAGGIO DEI VETTORI ESTERI
Ortoncelli lancia un appello al Ministro LUPI: “Blocchi il cabotaggio e rilanci i controlli. l’abuso delle norme sta distruggendo il settore trasporti. Chiudiamo al ritmo di due imprese al giorno”.
“Mi rivolgo al Ministro del Trasporto Maurizio Lupi, oggi a Mestre per un incontro sulle infrastrutture del Nord-Est. Blocchi immediatamente il cabotaggio e vigili sulla corretta applicazione del distacco internazionale estero attivando la clausola di salvaguardia per la prima e aumentando i controlli per i secondi. L’appello è di Nazzareno Ortoncelli, Presidente Veneto di Confartigianato Trasporti che spiega: “il distacco internazionale di personale, consentito da una direttiva comunitaria nell’ambito della libera circolazione dei lavoratori e della libera prestazione dei servizi, sta letteralmente uccidendo il settore del trasposto merci nel nostro Paese. Ed il Veneto è il prima linea essendo territorialmente esposto”.
“Chiudiamo al ritmo di 2 imprese al giorno –prosegue- e, negli ultimi 4 anni, abbiamo perso in Veneto quasi 2.500 imprese artigiane di trasporto. Dobbiamo salvaguardare le 8.660 aziende ancora attive per le quali siamo pronti ad azioni forti per denunciare la concorrenza sleale di falsi vettori stranieri che operano illegalmente, in Veneto ed in Italia, sul filo di normative equivoche utilizzando stabilmente sul nostro territorio lavoratori stranieri. Da semplice fenomeno in espansione infatti il cabotaggio di vettori esteri si è trasformato in vera emergenza ed è maturata la consapevolezza che ci sia ormai bisogno di intervento urgente che possa da subito sanare i guasti che pratiche come il distacco transnazionale e la delocalizzazione stanno generando nell’autotrasporto in Italia”.
Dal 2010 al 2011, secondo i dati del ministero Affari sociali dell’Ue, con la regola del distacco sono arrivati in Italia 10 mila lavoratori dalla Romania e oltre 800 dalla Bulgaria E più di 14 mila da Lituania, Lettonia, Polonia e Slovenia.
“Per altro –interviene Michele Varotto, VicePresidente Confartigianato Trasporti-, con questa forma di distacco non vengono versati contributi nelle casse italiane ma nei Paesi di provenienza. Si tratta quindi di un ulteriore danno allo Stato Italiano e conseguente aumento della disoccupazione. Da non sottovalutare poi che la stessa direttiva imporrebbe parità salariale con i lavoratori dei paesi ospitanti. Ma la mancata e consueta chiarezza interpretativa fa sì che agli autisti stranieri che guidano nel nostro territorio vengano applicati solo i minimi tabellari e non quindi le altre parti salariali previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro”. “Tutto ciò –conclude il VicePresidente nazionale- comporta che imprese, molte volte falsamente straniere, che organizzano il trasporto merci in Italia, non riconoscono le indennità di straordinario e l’indennità di trasferta attuando un dumping senza precedenti. Il costo di un lavoratore straniero è di circa 2000 euro mensili contro i 4000 di un lavoratore italiano. Si consideri inoltre che in quei Paesi non esiste tredicesima, quattordicesima e trattamento di fine rapporto. Non si tratta di cacciare lo “straniero”, occorre tutelare anche questi ultimi se lavoravano stabilmente in Italia ed anch’essi debbono ricevere le retribuzioni dei lavoratori italiani”.
“Chiudiamo al ritmo di 2 imprese al giorno –prosegue- e, negli ultimi 4 anni, abbiamo perso in Veneto quasi 2.500 imprese artigiane di trasporto. Dobbiamo salvaguardare le 8.660 aziende ancora attive per le quali siamo pronti ad azioni forti per denunciare la concorrenza sleale di falsi vettori stranieri che operano illegalmente, in Veneto ed in Italia, sul filo di normative equivoche utilizzando stabilmente sul nostro territorio lavoratori stranieri. Da semplice fenomeno in espansione infatti il cabotaggio di vettori esteri si è trasformato in vera emergenza ed è maturata la consapevolezza che ci sia ormai bisogno di intervento urgente che possa da subito sanare i guasti che pratiche come il distacco transnazionale e la delocalizzazione stanno generando nell’autotrasporto in Italia”.
Dal 2010 al 2011, secondo i dati del ministero Affari sociali dell’Ue, con la regola del distacco sono arrivati in Italia 10 mila lavoratori dalla Romania e oltre 800 dalla Bulgaria E più di 14 mila da Lituania, Lettonia, Polonia e Slovenia.
“Per altro –interviene Michele Varotto, VicePresidente Confartigianato Trasporti-, con questa forma di distacco non vengono versati contributi nelle casse italiane ma nei Paesi di provenienza. Si tratta quindi di un ulteriore danno allo Stato Italiano e conseguente aumento della disoccupazione. Da non sottovalutare poi che la stessa direttiva imporrebbe parità salariale con i lavoratori dei paesi ospitanti. Ma la mancata e consueta chiarezza interpretativa fa sì che agli autisti stranieri che guidano nel nostro territorio vengano applicati solo i minimi tabellari e non quindi le altre parti salariali previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro”. “Tutto ciò –conclude il VicePresidente nazionale- comporta che imprese, molte volte falsamente straniere, che organizzano il trasporto merci in Italia, non riconoscono le indennità di straordinario e l’indennità di trasferta attuando un dumping senza precedenti. Il costo di un lavoratore straniero è di circa 2000 euro mensili contro i 4000 di un lavoratore italiano. Si consideri inoltre che in quei Paesi non esiste tredicesima, quattordicesima e trattamento di fine rapporto. Non si tratta di cacciare lo “straniero”, occorre tutelare anche questi ultimi se lavoravano stabilmente in Italia ed anch’essi debbono ricevere le retribuzioni dei lavoratori italiani”.