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Caregiver e assistenza familiare: come funzionano?

La figura del “caregiver”, termine inglese derivante da “giver” (“chi dà”) e “care” (“cura”), è il familiare che dà assistenza a una persona non autosufficiente, da non confondere con “badante”.

Il primo si prende cura, supporta e aiuta un proprio familiare, il secondo è chi accudisce per lavoro anziani, malati o persone non autosufficienti. Nell’uno (con Anap) e nell’altro caso (con il Servizio Gestione Lavoro Domestico), Confartigianato è vicina alle famiglie che ne hanno bisogno, offrendo sostegno e servizi. Proprio sulla figura del “caregiver” l’Anap ha recentemente partecipato a un convegno, presenti il Ministro alla Disabilità e l’Assessore regionale alla Sanità, organizzato da una delle associazioni di familiari di malati di demenza con le quali da sempre collabora. In tale occasione, Anap ha condiviso e sostenuto le richieste dei familiari “caregiver”. Chi, infatti, si prende cura di chi… si prende cura di altri? È importante fare il possibile per facilitare la vita di chi impegna parte importante della propria vita ad assistere un proprio caro: un compito, per lo più svolto in silenzio, ma che va riconosciuto anche con un’apposita legge. Ne trarranno vantaggio i nostri anziani, le loro famiglie e la comunità tutta. Come e perché lo spiega Anna Perlotto, presidente di AMA Ovest vicentino, scoprendo anche quali sono i servizi di Anap e Confartigianato in tema di assistenza.

LEGGI L’INTERVISTA

Presidente Perlotto, cosa chiedono i “caregiver”?

Innanzitutto un riconoscimento sociale dell’attività di cura. Molti perdono il lavoro per seguire un familiare malato: se non dormi di notte, al mattino fai molta fatica ad andare al lavoro ed essere performante o sereno; se il lavoro di cura ti prende molte ore dopo l’impegno lavorativo, rischi di non riuscire più ad andare al lavoro, di chiedere quanto meno il part-time e, molto spesso, di vedere interrotta la tua carriera lavorativa.

Perciò il “caregiver” è una figura che va riconosciuta…

Infatti, chiediamo una definizione del “caregiver familiare”.Sappiamo che non è facile da normare, ma in altre realtà europee è stato definito e riconosciuto; anche alcune regioni italiane stanno muovendosi per una legislazione sull’argomento. È importante anche stabilire quali siano le funzioni del “caregiver familiare”, o che almeno ci vengano riconosciute le competenze che acquisiamo in anni di lavoro altamente specializzato, dall’imboccamento alla messa a letto, dalla pulizia personale a tutto ciò di cui necessita una persona ammalata, competenze che potrebbero essere successivamente spendibili per una eventuale ricollocazione nel mondo del lavoro.

E come rendere più facile la vita al “caregiver”?

Abbiamo bisogno di supporto e sostegno. Non possiamo impazzire per riuscire ad avere informazioni sulla malattia del nostro caro, perdere tempi infiniti per richiedere gli ausili necessari per i nostri familiari, attendere mesi, ad esempio, per la fornitura di pannoloni, dover ogni anno ripresentare domanda per un familiare con malattia degenerativa, come non possiamo nemmeno dover litigare per un ausilio che ci faciliterebbe la vita: se ti danno il letto attrezzato, spesso viene tolta la carrozzina, perché se sei allettato non puoi più andare in un’altra stanza qualche ora al giorno… e di esempi così ne possiamo riferire una montagna.

Inoltre, occorre agire anche sulla conciliazione dei tempi di vita.

Chiediamo una conciliazione reale dei tempi di lavoro e dei tempi di cura, ci sono “caregiver” (e sono il 25%, secondo indagini fatte in passato) che dedicano al lavoro di cura più di 20 ore settimanali; in alcune realtà lavorative, riferisce Gianfranco Refosco segretario regionale della Cisl, si parla già da tempo di “ferie solidali”, di accordi spontanei tra i lavoratori che “regalano” parte delle proprie ferie a “caregiver”, anche solo per dare loro la possibilità, a volte, di dormire.

C’è poi anche un aspetto previdenziale da non sottovalutare…

Si propone una “Opzione Caregiver” simile all’ Opzione Donna per uscire dal mondo del lavoro con 57 anni e 35 di contributi, o una possibilità di prepensionamento opzionale.

Qual è il ruolo delle associazioni?

Per i “caregiver” sono fondamentali losviluppo di servizi e di azioni di comunità. Noi associazioni nasciamo come associazioni di familiari di malati, e sappiamo quanto sia duro essere soli con un sovraccarico di responsabilità, di logorio fisico; non esistono ferie, non esistono domeniche, non esistono Natale, Pasqua o Pasquetta o Capodanno per noi “caregiver”, e abbiamo capito che mettendoci insieme possiamo darci una mano: gestiamo servizi per conto dell’Ulss, offriamo sportelli di consulenza, incontri di sostegno psicologico, centri sollievo. Ma non sarebbe il nostro compito, e non basta. Una società che cambia in fretta, che invecchia, che ha sempre meno legami familiari, ha bisogno di scelte politiche nuove, di impegno del mondo del lavoro e delle associazioni di categoria, di una sanità più vicina a tutti. Chiediamo servizi nuovi, una nuova domiciliarità che dia sollievo alle famiglie: sappiamo che in Francia vengono garantite 6 ore alla settimana di servizio domiciliare gratuito alle famiglie; anche il Trentino già fornisce almeno tre ore di assistenza domiciliare.

ANAP a fianco anche di AVMAD

Anap Pensionati Confartigianato sta anche sostenendo una interessante iniziativa promossa da AVMAD (Ass.ne Veneto Malattia di Alzheimer e Degenze Degenerative), che ha festeggiato 15 anni di attività. Anap Vicenza ha infatti deciso di dare un contributo per il progetto “Mai Soli – Tecnologie a contrasto dell’isolamento sociale”, che si basa sull’introduzione di soluzioni utili alle famiglie nella gestione dei loro malati a domicilio, soluzioni che vanno nella direzione di colmare l’isolamento in cui le famiglie stesse si vengono a trovare nella gestione quotidiana del problema. “Mai Soli – Tecnologie a contrasto dell’isolamento sociale” è il nome del progetto con il quale le associazioni vicentine dei familiari di malati di Alzheimer hanno voluto iniziare una svolta significativa nella gestione delle famiglie, offrendo una sperimentazione importante dalla quale trarre dati utili per sviluppi futuri. Una progettualità unica, condivisa dalle quattro associazioni, con la quale la nostra provincia può dimostrarsi prima nell’innovazione a favore delle famiglie che vivono tanti problemi. Attualmente ci sono 50 famiglie, distribuite nella provincia, che utilizzano 50 tablet assegnati da Anap Vicenza per essere sempre in contatto con questa Rete di Aiuto.

Servizio Gestione Lavoro Domestico

È possibile assumere un lavoratore per l’assistenza alla persona non autosufficiente anche se è parente o affine entro il terzo grado (fratelli e sorelle, figli, genitori, nonni, nipoti, suoceri, cognati, nuore, zii propri o del coniuge). Sarà necessario poter documentare all’Inps la condizione di non autosufficienza dell’assistito. Il rapporto di lavoro tra coniugi, invece, è permesso solo se il coniuge assistito è invalido e beneficiario dell’indennità di accompagnamento.

Il Servizio di Gestione del Lavoro Domestico di Confartigianato amministra i rapporti di lavoro di collaborazione domestica (colf/badanti) e offre la consulenza sul contratto di lavoro, l’assistenza per gli obblighi amministrativi e l’elaborazione del foglio paga, le pratiche di rinnovo del permesso di soggiorno per i lavoratori non comunitari. È previsto uno sconto del 10 %sul servizio di gestionedei rapporti di lavoro domestico aperto da soci Anap, o che hanno un socio Anap come beneficiario diretto della prestazione (esempio: rapporti di lavoro intestati ai figli per l’assistenza ai genitori).

PER INFO:
Gestione lavoro domestico
c/o sede provinciale Confartigianato a Vicenza
Via Fermi 134 (primo piano), tel. 0444.168480.
Aperto da lunedì a venerdì, ore 8.30-13 e 14.30-17

Vuoi maggiori informazioni? Compila il form o scrivi a domestico@confartigianatovicenza.it

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