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CASA FANTASMA

Bassani, edili: “I maggiori introiti derivanti dall’operazione servano per stabilizzare gli incentivi”

“L’operazione “case fantasma” condotta dall’Agenzia delle Entrate a livello nazionale che ha portato solo in Veneto alla attribuzione a più di 25 mila immobili di una rendita presunta complessiva di 12 milioni di euro (492mila in Italia per 288 milioni di rendita complessiva presunta) è di grandissimo valore sia economico che sociale. Propongo però, che gli introiti derivanti dal maggiore gettito vengano dedicati ad agevolare le migliaia di imprese oneste che operano nel settore edile. Come? Offrendo  copertura finanziaria alla stabilizzazione degli incentivi e contribuendo alla riduzione dell’IVA per il settore. A proporlo Paolo Bassani, Presidente regionale Edili di Confartigianato e Vice Nazionale di ANAEPA, l’Associazione nazionale che rappresenta oltre 60.000 imprese artigiane dell’edilizia aderenti a Confartigianato.  
“Le stime sul fenomeno erano note –prosegue Bassani- ma le nuove tecnologie hanno reso possibile questa vasta operazione realizzata grazie all’incrocio delle mappe catastali con le immagini aeree rese disponibili dall’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura). Ecco quindi una quantificazione precisa che permetterà, si spera, di recuperare un gettito importante. Infatti l’azione di controllo ha permesso non solo di scoprire i 492mila immobili mai accatastati, ma di farne emergere, spontaneamente da parte degli stessi proprietari, altri 796mila per un totale di quasi 1,2 miliardi di euro di rendite catastali, di cui 42 milioni solo dalla nostra Regione”.  
Milioni di euro di nuove entrate che devono andare ad incentivare la parte sana del settore edile ad esempio per dare copertura alla decisione, assunta di recente dalle Commissioni Ambiente e Finanze di Montecitorio, di stabilizzare l’Ecobonus del 65% e di allargare la platea degli interventi antisismici e di riqualificazione energetica degli edifici.
“Il nostro settore –conclude Bassani- vive di riflesso. Segue e agevola la crescita economica, ma solo dopo che essa si è manifestata. Solo in pochi casi riesce a produrla, ovvero quando vi sono iniezioni straordinarie di investimenti pubblici, oppure quando alcune condizioni particolari (ad esempio gli incentivi energetici) aprono nuovi mercati. Dato che gli investimenti pubblici sono ormai scarsi e che la stagione degli incentivi tariffari sull’energia è tramontata, è evidente che servono altri elementi. Uno di questi, recentissimo, è la crescita della domanda di mutui per prima casa. Ma la potenziale e futura crescita, e il suo consolidamento, devono poter contare su alcuni elementi di base tra i quali svettano gli incentivi per le ristrutturazioni, l’efficientamento energetico e l’adeguamento antisismico, che rappresentano oggi un motore fondamentale per la creazione di investimenti, di lavoro e di occupazione. Mi auguro pertanto che il Parlamento vorrà, in sede di discussione della Legge di Stabilità, recuperare proprio da questi introiti le necessarie misure di copertura finanziaria affinché questa importantissima risoluzione possa realizzare in pieno gli obiettivi che si pone”.