Cavion: “Sul lato costi energetici lo scontro in Ucraina sta aggravando una situazione già fuori controllo. Servono dal Governo interventi concreti, forti, tempestivi. Non possiamo permette che le imprese rischino l’attività per imprevidenza altrui”
Comunicato 37 – 14 marzo 2022
Una situazione che sta mettendo in grande difficoltà gli artigiani e le piccole imprese. I prezzi dell’energia elettrica e il gas, che negli ultimi mesi hanno comportato costi molto alti e non prevedibili per le imprese, nei primi 10 giorni del mese di marzo hanno raggiunto cifre esorbitanti evidentemente fuori controllo. Una situazione mai vissuta prima cui peraltro si aggiunge l’incredibile aumento dei costi delle materie prime oltre alla difficoltà del loro reperimento.
“Dopo due anni di crisi dovuta alla pandemia da Covid, cui le nostre imprese hanno dovuto far fronte, oggi viviamo la tragedia della guerra in Ucraina – afferma Gianluca Cavion presidente di Confartigianato Imprese Vicenza-. Inaccettabile sotto ogni profilo quello che sta succedendo in quel territorio e a quel popolo, cui stiamo guardando con sconcerto e preoccupazione gli avvenimenti che si succedono giornalmente. Una guerra che porta conseguenze anche nel nostro Paese e al nostro tessuto imprenditoriale. Tutti i costi delle materie prime sono vertiginosamente aumentati, quelli energetici poi hanno raggiunto aumenti ormai fuori controllo che rischiano di essere devastanti per i piccoli imprenditori”.
Ricorda Cavion che “Nel periodo settembre dicembre del 2021 le tariffe di gas ed elettricità hanno continuato ad aumentare, a gennaio poi abbiamo nuovi incredibili aumenti che rimarranno tali anche per il mese di febbraio e li vedremo nella bolletta di marzo. Già questi sono insopportabili, ma come se non bastasse gli indicatori della borsa elettrica ci stanno dicendo che le tariffe del mese di marzo (che vedremo nella bolletta che arriverà ad aprile) toccheranno aumenti che rischiano concretamente di azzoppare la nostra economia”.
Le simulazioni fatte dal CAEM, consorzio Confartigianato di riferimento per le forniture energetiche, evidenziano che prendendo a riferimento la media dei costi raggiunti per la materia prima (energia e gas) dei primi 10 giorni di marzo, quasi tutte le attività si avvicinano di molto ad aumenti in bolletta del 200% rispetto alle tariffe del 2021. Utilizzando casi concreti di imprese servite dal Consorzio, a titolo d’esempio un’azienda meccanica con 1,2 milioni di kWh annui di energia elettrica utilizzata che passa da un costo in bolletta del 2021 di € 182.828 a 511.918 € del 2022 (188% in più) considerando anche l’annullamento degli oneri di sistema stabilito per il primo semestre dal Governo; un’azienda che produce salumi, con un consumo annuo di 332,604 kWh passa da un costo del 2021 di € 45.101 a 129.000 € del 2022 (210,2% in più); un panificio con 149.731 kWh annui, passa da 20.985 € del 2021 a 60.129 € del 2022 (186,5% in più).
“Si potrebbe continuare all’infinito, ma è chiaro a tutti quello che sta succedendo. Cosa ci aspettiamo quindi? – continua Cavion- Anzitutto che il legislatore faccia veramente il suo dovere per aiutare le nostre piccole imprese. Lo pretendiamo! Diciamo le cose come stanno: ad oggi lo Stato è intervenuto annullando gli oneri di sistema, che però incidono ormai per la massa delle imprese con percentuali di riduzione dei costi inferiori al 10% dell’intera bolletta. Un aiuto apprezzabile, ma oggettivamente inconsistente. Ci aspettiamo invece un forte, anzi un fortissimo intervento che abbatta anche gli aumenti della materia prima”.
La proposta di Confartigianato è quindi che si crei un tetto oltre il quale le tariffe non possano aumentare, con garanzia dello Stato rispetto alle potenziali perdite dei fornitori. Un’altra proposta è quella del riconoscimento di un credito d’imposta di almeno il 50%, intanto per i primi 6 mesi del 2022, calcolato sui maggiori oneri in bolletta raffrontando i costi del 2022 rispetto a quelli sostenuti con le bollette dell’analogo periodo del 2019.
“Faccio presente – spiega Cavion- che il credito d’imposta è stato recentemente concesso inspiegabilmente solo alle aziende energivore, e questo riteniamo non vada bene, le imprese sono energivore al di là della dimensione. Si trovi un parametro di incidenza sul costo di produzione invece della mera dimensione di consumo. Venga definita poi una norma che preveda la possibilità di una lunga rateizzazione per le piccole imprese dei costi delle bollette per il primo semestre (per chi lo richiede) senza applicazione di more o interessi, anche in questo caso con una garanzia statale e un fondo per il recupero interessi a favore dei fornitori. Si promuovano bandi a fondo perduto a favore delle piccole imprese, ma anche nelle famiglie, per l’installazione di impianti che producono energia rinnovabile per l’autoconsumo, anche con particolare attenzione all’autoconsumo collettivo nell’ambito delle Comunità Energetiche per le quali la nostra associazione intende essere un soggetto attivo”.
“Infine – conclude il presidente- forse una riflessione sull’utilizzo sui fondi del PNRR andrebbe fatta, visto che in pochi mesi sono cambiate tutte le condizioni precedentemente esistenti. A nostro parere è il caso di rivederne la struttura e spostare maggiori fondi a favore degli interventi utili per il raggiungimento degli obiettivi legati alla transizione energetica, per essere un Paese più autonomo nella produzione di energia e gas, ricordando che le piccole imprese e gli artigiani rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana”.