Skip to main content







Commento di Lovato (Sistema Casa Confartigianato Imprese Vicenza) sulla lettera inviata al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ai Prefetti, e Presidenti delle Provincie sulla questione 110% e ‘crediti incagliati’.

I crediti incagliati nel vicentino sono stimati in 318.436.958 euro, ovvero il 17% di 1miliardo 843mila a livello Veneto. Una cifra che la dice lunga sull’impatto della misura del Superbonus anche nella nostra provincia in termini di cittadini che hanno visto nei diversi bonus l’opportunità di rendere le loro abitazioni più efficienti energeticamente. E sono state tante, di riflesso, le imprese impegnate in questo tipo di interventi, spesso non prima di aver compiuto percorsi di formazione ad hoc e avvalendosi di maestranze altamente qualificate, e che ora non sanno come fare con il rischio di chiudere i battenti e lasciare a casa i lavoratori. Per questo, come Confartigianato Imprese Vicenza e come Sistema, abbiamo subito accolto l’iniziativa di scrivere al Prefetto e al Presidente della Provincia perché ben comprendano la portata della situazione e per ribadire che va avviato un confronto sugli strumenti fiscali e finanziari per superare l’empasse – spiega Giovanni Lovato, presidente Sistema Casa Confartigianato Imprese Vicenza e vice presidente Nazionale ANAEPA Confartigianato Edilizia-. Già dalla sua introduzione il Superbonus, che ogni due settimane veniva aggiustato, rivisto, sistemato (ogni 16 giorni è stato calcolato da Confartigianato nazionale), ha avuto vita complicata e applicazione ancor più complicata, ma alla fine sembrava che si fosse trovata la strada giusta invece è arrivato lo stop. Ma fermare un treno in corsa vuol dire provocare un disastro, come appunto sta accadendo. Come rappresentanti delle imprese del mondo dell’edilizia Confartigianato è aperta al dialogo e al confronto con tutti i soggetti coinvolti in questa situazione per cercare di trovare soluzioni che ‘liberino’ i crediti incagliati, poi sul futuro del Superbonus si può discutere, ma intanto va data una risposta ad aziende e famiglie che in questo ultimo mese non dormono certo sonni tranquilli. 

La vicenda poi ha anche un risvolto in termini di fiducia verso le istituzioni. Quando si parlerà di Case Green chi se la sentirà di impegnarsi, quanti investiranno? Eppure nel nostro Paese l’abitazione è storicamente, e rimane, il ‘bene rifugio’ per eccellenza, un capitale sul quale, proprio attraverso adeguate manutenzioni e innovazioni tecnologiche, tutti tendono a investire per una sua rivalutazione nel tempo. Il paradosso ora è che chi ha investito rischia di trovarsi conti salati da pagare. Per evitare quindi che analoga situazione si ripeta, e recuperare credibilità e fiducia dei cittadini, sarà necessario che il Governo, ma anche la stessa Comunità Europea, sulle misure legate alle Case Green proponga misure certe, concrete e soprattutto chiare sin dall’inizio. Se la strada da intraprendere è quella della transizione verso la sostenibilità cerchiamo di agevolarla e non di ostacolarla altrimenti sarà l’ennesima ‘bolla’ di cui approfitteranno i soliti furbi. E per la quale stiamo ora pagando tutti”.

Comunicato 32